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venerdì 31 luglio 2009

A ME SEMBRA TUTTO TROPPO FACILE
















In un canale monotematico ci è stata mostrata una bellissima trasmissione riguardante l'attività giornaliera del più grande porto di Europa: il porto di Rotterdam.
In particolare la trasmissione si è concentrata su tre enormi attività che costituiscono l'attività di routine del più grande scalo merci di Europa: l'arrivo della più grande nave al mondo che trasporta merci alla rinfusa, la Berge Stahl, che può attraccare solo su due porti al mondo, di cui uno a Rotterdam e l'altro in Brasile; una portacontainer delle più grandi che può trasportare fino a 7000 container a viaggio e una nave chiatta con la capacità di autoffondarsi per caricare trasporti eccezionali come una piattaforma petrolifera.
La Berge Stahl doveva attendere l'alta marea per poter entrare in banchina e, nonostante tutto, il suo scafo assorbì tutta la profondità fino ad un metro dal fondale rischiando di arenarsi. La portacontainer doveva scaricare 7000 container in 48 ore ed allora entrava in funzione un sistema robottizzato di scarico e rimessaggio dei containers e si vedevano camion completamente autoguidati da un sistema robottizzato senza alcun intervento dell'uomo. La superchiatta dopo 24 ore di autoaffondamento riuscì a scaricare una piattaforma che fu trasportata da otto rimorchiatori in Danimarca per entrare in funzione ed estrarre il petrolio dal fondo marino.
Si vedeva la fatica degli uomini delle navi e dei rimorchiatori nel prendere le enormi cime delle navi ed agganciarle. E tralascio molti dettagli di continua pericolosità.
Con il ferro trasportato dalla Berge Stahl, per il quale occorreva una settimana per scaricarlo, si sarebbero potute costruire 300.000 automobili.


Allora mi è venuta in mente una considerazione che, almeno per me, vale: io non faccio mai caso, quando prendo l'automobile, a quanto lavoro ha richiesto per essere in funzione, nè, quando indosso un paio di jeans che era contenuto senz'altro in uno dei tanti containers, a quante persone ci hanno lavorato sopra, nè tantomeno riesco a pensare, quando sono alla pompa di benzina, quanto lavoro ha richiesto il mio serbatoio pieno. Per me è tutto dovuto purchè abbia i soldi per pagarlo. E' vero una volta pagato sono a posto con la coscienza e la società. Ma, a volte, mi sento molto in debito con qualcosa di indefinito e che mi rode dentro e che, io definerei, forse molto a sproposito, "coscienza collettiva".

E, nel frattempo, io auguro :

UN BUON FINE SETTIMANA E BUONA DOMENICA A TUTTI.


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giovedì 30 luglio 2009

Il modo di saper presentare le cose





Intorno alla metà del 1800 un giovane marchese con il vizio del gioco si ritrovò in miseria e dovette vendere tutte le sue proprietà per pagare i debiti. Il suo fu un tracollo finanziario definitivo, con vendita delle proprietà e per il mantenimento di tutti i giorni dovette assoggettarsi alla condizione di fare l’operario.

La mattina si presentò ad una compagnia di spalatori e cominciò il suo lavoro assieme agli altri operai che ovviamente sorridevano e/o sogghignavano, come avrebbe fatto chiunque.

Il marchese se la cavava male e si vedeva che a malapena reggeva l’animo coi denti. Il momento più critico fu verso le ore 10,30 quando al posto delle solite brioches c’era un mucchio di sabbia da caricare su un carretto.

Venne l’ora di pranzo ed allora anche gli altri operai presero di mira il marchese in special modo per quello che avrebbe consumato al posto delle grandi pietanze servite dalla servitù e della frutta fresca.

Alcuni di loro domandarono subito al marchese cosa di bello avrebbe consumato. Il marchese aprì il fagotto a quadri, tirò fuori un tegamino, lo esaminò attentamente ed esclamò: “ toh che sciccheria….Pâté de haricots e merluzzo affumicato del Baltico. Gli altri non sapendo bene di cosa stesse parlando non si resero conto che ci aveva solo zuppa di fagioli rassodata e un pochino di baccalà raffreddatoe pensarono che a questo ex- marchese qualcosa di prezioso fosse rimasto.



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mercoledì 29 luglio 2009

Vado subito nel prato




Non ci ero arrivato da solo, ma annusando un fiore gradevole mi sentivo un pò corraborare e respiravo più intensamente.

Eppure non avrei mai pensato che annusando una semlice margherita, una rosa del prato od anche uno di quei fiori gialli selvatici avrebbe provocato un effetto placebo come invece pare che sia e come sotto riportato.

E poichè serve a lenire anche lo stress corro subito nel prato.

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Arriva una conferma scientifica, per ora solo nei topi, del ruolo «terapeutico» delle fragranze floreali. Che annusare una fragranza floreale potesse essere piacevole, e magari anche rilassante, lo si sapeva già. Ma ora dal Giappone arriva anche una prova scientifica sull’effetto benefico sull’organismo delle fragranze floreali. Secondo uno studio da poco apparso sulla rivista Journal of argicoltural and food chemisty, l’inalazione di alcuni aromi può effettivamente incidere sull’attività dei geni e sulle cellule del sangue riducendo in modo significativo i livelli di stress, anche se per ora la ricerca è stata condotta solo sui topi e quindi da considerare ancora con una certa cautela. ODORI BENEFICI – «È’ empiricamente noto fin dai tempi antichi – si legge nell’introduzione all’articolo – che alcune fragranze hanno effetti psico-fisiologici sedativi, stimolanti, calmanti, antinfiammatori anti-convulsivi; l’odore del limone, per esempio, ha un effetto antidepressivo, mentre la valeriana induce il sonno».

aromatherapyMossi da questo presupposto, Akio Nakamura e i suoi collaboratori hanno sottoposto alcuni ratti a situazioni di stress e verificato su di essi l’impatto dell’inalazione di linalool, un agente chimico responsabile di una fragranza presente in vari tipi di fiori come il the l’arancio, l’uva, il mango, il limone o la lavanda. Risultato: il linalool, comunemente impiegato in prodotti commerciali ha svolto un’azione repressiva su alcuni cambiamenti nelle cellule del sangue e nell’espressione dei geni che sono attribuibili allo stress. DAI TOPI AGLI UOMINI – In particolare, la sostanza avrebbe significativamente ridotto determinate mutazioni in 109 geni delle cavie sottoposte all’esperimento. Secondo i ricercatori, poi, il fatto che l’effetto della fragranza sia misurabile attraverso l’analisi del sangue potrebbe aprire a futuri test sull’uomo. fonte corriere.it

martedì 28 luglio 2009

Mi dispiace, ma oggi mi sento in outsourcing anch'io






Si fa tanto parlare di efficienza della PA, ma mi sembra che siamo ancora un pochino indietro.

Torno a casa trafelato dopo una mattinata di novello agricoltore alla cui condizione mi sono adeguato, ( in quanto le forze che contano hanno stabilito che io per la società non sono più molto utile…..forse sono utili quelli che possono dimostrare qualcosa in tasca…..ma questo sarebbe troppo lungo e vetusto). Sono stanco ma contento, ma arriva una telefonata……la solita telefonata inopportuna.

Era l’amministrazione di un Comune che non è il mio, ma un Comune della Provincia su cui grava la casa di abitazione di mio suocero.

Circa un anno e mezzo fa dimostrai loro che era stato fatto il pagamento dell’ICI 2003 tramite Bancoposta on line (cento volte al giorno sentiamo alla TV che bisogna essere on line….ed io lo ero già qualche anno fa).

La signorina aveva ripreso la pratica polverosa ed aveva trovato il mio nome…polveroso anche quello e mi ha detto che ora mancavano i versamenti degli anni 2004 e 2005 con un fondo di soddisfazione, quella soddisfazione che si prova quando si riescono a mettere in mora le persone e che tanto va di moda in Italia.

Dovevo fare la ricerca urgente dei pagamenti anche di quegli anni e mandargli un Fax urgente. Come se non bastasse mi ha fatto presente che, nel frattempo , il tutto era passato ad una società di outsourcing (recupero crediti), perché loro erano in numero esiguo e quindi dovevano giovarsi dell’opera di collaboratori esterni. Mi sono trattenuto ma stavo sbottando:

Signorina cara, intanto se lei avesse controllato 10 Ici al giorno ( 1 all’ora) avrebbe controllato 2750 pagamenti all’anno e molto probabilmente io avrei dovuto ricercare le ricevute qualche anno prima perdendo molto meno tempo;

Per un importo che, nel caso, si dovrebbe aggirare, anche qualora non fosse stato effettuato il pagamento, come invece sicuramente è avvenuto, di Eur 200,00 e non di più Lei mette in ballo una società di recupero crediti il cui normale atteggiamento è per forza differente tra il rapporto normale che ci dovrebbe essere tra cittadino e l’amministrazione più vicina come quella comunale.

Metta in galera mio suocero che ha 88 anni, una badante che paga mia moglie perché lui ha una pensione minima e che, anche lui, dalle Istituzioni credo abbia ricevuto, per ora, solo richieste e mai un vantaggio, neanche piccolo e neanche da vecchio.

Stasera signorina cercherò tutta la sera le sue ricevute se ci riesco, le manderò a Lei ed alla società di outsourcing quando si presenterà ( il nome stesso fa paura) e spero per Lei che non riesca a trovare quello che cerca almeno la sua soddisfazione di mettermi in mora potrà andare al massimo e la sua eccitazione sarà pari ad una fans di Vasco Rossi quando fa il concerto a San Siro e potrà fare di una pratica piccola piccola un affare di Stato o….. di Granducato. Anzi fossi in Lei avvertirei subito le Forze dell’Ordine perché vengano subito ad arrestarmi. L’altro giorno mi hanno rubato in casa e nessuno ha trovato niente perché mi dicono che è molto difficile trovare i ladruncoli, poveri ragazzi, ….

Ma basta, non posso perder tempo …devo andare subito a cercare le ricevute dell’ICI del 2004 e 2005 di mio suocero. Anzi ora che mi ricordo ……nonostante la sua urgenza, per questa settimana, dovrà aver pazienza, non Le posso cercar proprio un bel niente,

purtroppo mi sento molto in outsourcing anch’io .



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lunedì 27 luglio 2009

LE TANTE VIE DEL……….CAFFE’








In una bellissima trasmissione di un canale tematico satellitare si faceva riferimento alla scoperta della pianta del caffè: dapprincipio le pecore di un pastore etiope avevano fatto indigestione delle bacche rosse e la sera erano eccitate e ballavano nell’altopiano dell’Etiopia. Allora il pastore volle provare, a sua volta, quelle bacche e si accorse di quanta energia ed euforia davano. E da allora abbiamo il famoso caffè di Etiopia che, però, ha sempre dato una produzione molto limitata. La Provvidenza doveva fare in modo che tale pianta fosse diffusa in un habitat molto più consono che potesse dare una produzione molto maggiore e che soddisfacesse il fabbisogno di una grande numero della popolazione. Ed allora occorreva che una signora della Guayana Francese si innamorasse di un signore dell’ambasciata brasiliana e, quando questo dovette ripartire, gli mise nel mazzo di piante che gli regalò alcuni semi di quella pianta . E così nel 1727 il caffè entrò in Brasile e fu fatta un’ opera di grande deforestazione per poter accogliere le nuove piantagioni. Oggi il Brasile è il maggiore produttore mondiale di caffè.
La trasmissione proseguiva con l’indicazione delle problematiche sociali dei piccoli coltivatori di caffè che oggi, in parecchi casi, si sono riuniti anche in cooperative e danno vita anche ad un commercio equo e solidale di tale coltivazione i cui dettagli sono rimasti per lo più sconosciuti fino agli anni settanta persino negli Usa.
Oggi anche le grandi multinazionali fanno acquisti di quantitativi ingenti di caffè equo e solidale ed anche quella famosa catena americana che vende caffè nei suoi piccoli negozietti, pieni di tutte le varie tipologie possibili, ha dato un grosso spazio alla parte biologica e di tipo equo e solidale.
Ed il caffè ha fatto diventare santi quei due che continuamente propagandano il caffè dal Paradiso e forse hanno ragione perché il profumo di caffè a volte è proprio divino.
E basta andare un po’ in giro per vedere i vari Cafè de Paris, di Firenze, di Bologna, di Montecarlo e quello proprio di Parigi dove, entrando, sentiamo quell’odore di caffè ed un sottofondo di cioccolato che ci riconcilia con il mondo. E pensare che viene tutto dall’intuito di qualche pecora etiope.
E a volte fa rabbia quando un barista disattento ci serve un caffè fatto male con disattenzione o nel modo routinario che sa di bigliettaio: quello dovrebbe sapere che non fa uno sgarbo solo a me povero avventore ma anche e soprattutto alla storia dell'agricoltura.

Ed eco una piccola scheda del caffè:

Specie principali

Arabica. La specie che è stata usata per prima è Coffea arabica, una pianta originaria dell'Etiopia (dove il caffè viene chiamatobuna), del Sudan sud-orientale e del Kenya settentrionale e in seguito diffusasi nello Yemen, luogo in cui, peraltro, si ebbero le prime tracce storiche del consumo della bevanda, nel lontano 1450 tra i seguaci del sufismo.

I semi di Coffea arabica hanno un contenuto di caffeina molto inferiore a quelli delle altre specie di larga diffusione e rispetto alle altre specie è autoimpollinante,cioè autogama e inoltre predilige coltivazioni ad alta quota (tra 1000 e 2000 metri).

La coltivazione di Coffea arabica fuori dei territori d'origine è iniziata molto presto, p.es. in Indonesia nel 1699.

Robusta. Molto coltivata oggi è Coffea robusta (o Coffea canephora, nome considerato scientificamente più corretto ma poco usato commercialmente). È una specie originaria dell'Africa tropicale, tra l'Uganda e la Guinea, molto adattabile (cresce anche a quote inferiori ai 700 metri) e perciò più economica. La sua coltivazione è iniziata solo nell'Ottocento. È una pianta allogama, quindi richiede impollinazioni incrociate che la possono differenziare geneticamente con più facilità rispetto alla arabica.

Liberica. Tra le specie di cultura meno diffusa, la più importante è Coffea liberica, originaria della Liberia e coltivata, oltre che in Africa occidentale, soprattutto inIndonesia e nelle Filippine.

Albero di Coffea liberica fotografato in Vietnam

Excelsa. Nel1903 è stata scoperta in Africa una nuova specie di alberi del caffè, battezzata con il nome di Coffea excelsa. Tuttavia, successivamente, i botanici hanno ritenuto che questa specie fosse in realtà solo una varietà di Coffea liberica e il suo nome scientifico corretto è quindi Coffea liberica var. dewevrei.

La varietà continua a essere chiamata Excelsa da coltivatori e commerciali e viene considerata molto promettente.

Preso alla mattina a digiuno pare che il caffè sbarazzi lo stomaco dai residui di una imperfetta digestione e lo predisponga ad una colazione più appetitosa; va precisato ad ogni modo che una tazzina di caffè, cioè 10 cL di caffè, e un cucchiaino di zucchero, apportano all'organismo solo 45 calorie in totale, contro le 400 indicativamente raccomandate dai dietologi per una colazione bilanciata, una che cioè fornisca il 29% delle calorie consumate nelle 24 ore successive: è fortemente sbagliato, pertanto, sostituire la colazione con una semplice tazzina di caffè, aggiungendo a ciò che, contrariamente al pensiero comune, trascurare la colazione espone gravemente all'obesità gli individui predisposti ad ingrassare. Resta inoltre valida la raccomandazione della Food and Drug Adminstration di "evitare se possibile i cibi, le bevande e i medicinali che contengono caffeina, o comunque consumarli solo raramente". Molti ricercatori sconsigliano il caffè decaffeinato, cioè quello contenente meno del 0,1% di caffeina, rimarcando l'uso di solvente tossico per eliminare la caffeina, del quale rimarrebbero tracce, che tuttavia per legge dovrebbero non essere sopra una soglia minima, comunque considerata dai medesimi detrattori troppo alta (es. etilmetilchetone: 20 mg/kg; se subisce reazioni di condensazione, forma dei veleni). In realtà molte aziende utilizzano dei metodi di produzione del decaffeinato che non necessitano di alcun solvente realmente tossico, e che quindi si possono considerare sicuri.


Il caffè in borsa

Ogni anno, milioni di sacchi di caffe' partono dai paesi produttori, per soddisfare i palati di milioni di consumatori residenti nei paesi dove, purtroppo, il caffe' non crescera' mai. Il mercato del caffe' e' quindi un mercato mondiale dal volume di scambi enorme. A presiedere questo enorme via vai di chicchi e' preposta L'Organizzazione Internazionale del caffè (ICO) cui aderiscono quasi tutti i paesi produttori e quasi tutti quelli consumatori. L'ICO opera per sviluppare il consumo di caffe' nel mondo e per regolamentare il mercato. Il mercato del caffe' avviene ogni giorno a Wall Street, Londra, Parigi, Le Havre. Sono da citare in particolare le Borse americana ed inglese: la New York Coffee Sugar and Cocoa (Nycsc) che riguarda le quotazioni delle partite di arabica e la London Coffee terminal Market, relativa ai prezzi dei robusta.


Come tutte le commodities anche il caffè viene anche trattato future: ma questo è un classico, signori e dipende da una cosa semplice e vecchia che mi ricorda anche la mia gioventù, quando mia madre vendeva i conigli: un commerciante va dal contadino e vede la sua figlioletta senza scarpe; tieni gli dice ti dò mille lire e vai a comprare le scarpe a Gioconda, poi ad ottobre mi dai tutta la covata di conigli ed io ti darò 1500 lire. A volte i "future" sono più semplici di quanto si pensa e non serve un Master per capirli.

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venerdì 24 luglio 2009

Occorre essere ottimisti per diventarlo......





".......Partiamo da un presupposto, “ogni persona dispone di un potenziale incredibile”, questo è già stato accertato da chi studia la natura umana, lascio agli esperti il dimostrarlo, fatto sta che l’essere umano sia biologicamente sia cerebralmente ha un potenziale talmente grande che il misurarlo sfugge persino alla scienza. A volte le circostanze portano le persone a farne uso, magari in quel momento si trovano a non poterne fare a meno….vedi tante situazioni estreme, comunissimi individui eroicamente compiono gesti incredibili, impensabili anche per loro stessi, il più delle volte ciò accade inconsapevolmente, mentre in circostanze normali quel coraggio, quella forza, quella calma e freddezza di nervi, quella serenità, quell’entusiasmo rimane latente, addormentato da qualche parte. Qual è la fregatura di non poter accedere al nostro potenziale ogni qualvolta lo vogliamo rendere disponibile al momento? La fregatura è che nessuno ci ha mai insegnato a farlo. Abbiamo il libretto di istruzioni dei nostri elettrodomestici, del nostro telefonino, ma non aabbiamo il libretto di istruzioni di noi stessi. Che fregatura. E che devo fare; devo andare dallo psicologo?

Assolutamente no, partiamo da una cosa che ci sarebbe scritta nel nostro libretto di istruzioni, che ci potrebbe essere d’aiuto nello sfruttare al meglio quel potenziale Questa cosa è il dialogo interno. Ognuno di noi, in maniera conscia o inconscia fa a se stesso continuamente delle domande, su tutto, anche in questo momento mentre state leggendo il vostro cervello si pone domande alla ricerca di risposte per confermare se ciò che dico corrisponde a verità, per voi. La maggior parte della vostra realtà quindi dipende dalle cose che dite a voi stessi. ?

Che cosa dovrei fare per me stesso oggi, che invece, per qualche motivo sto rimandando e non sto facendo?

Che cosa mi trattiene o mi impedisce di fare questa cosa?.............."

Estratto- da goodnews- le-domande-potenti-rendono-le-risposte-potenti-

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Per contro, i fiduciosi a oltranza di cui stiamo discutendo hanno acquisito la convinzione - a volte per un caso altrettanto fortuito - di avere un grande potere sulle circostanze, e questa certezza d'essere al posto di guida li aiuterebbe a resistere anche dopo che gli altri si sono arresi da un pezzo.
Nonostante la paralisi causata dalla poliomielite, Franklin D. Roosvelt possedeva un'energia fisica eccezionale. Al suo ritorno nella capitale da un tour estenuante, con l'aria d'essere fresco e riposato, qualcuno gli domandò come potesse fare tante cose senza sentirsi stanco. "Lei" rispose Roosvelt "sta parlando con uno che ha speso due anni a tentare di imparare come si agita un alluce".

da "La forza dell'ottimismo" di Alan Loy McGinnis - Edizioni "Le guide de Il Sole 24 ore"

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Oltretutto la forza di attrazione di cui abbiamo parlato in un precedente post, ci riferiva che pensare positivo porta positività e viceversa. Sognare qualcosa e volerlo intensamente prima o poi favorirà il raggiungimento di quella cosa. Per essere ottimisti occorre diventarlo con la forza di volontà; è come andare in una palestra dello spirito e far finta di camminare in un tappeto fatto di petali di rose, con tanti fiori ed anche qualcosa di più profano.

Ed allora in questi afosi pomeriggi festivi alleniamoci a sognare qualcosa, a reiterare quel sogno e a volerlo intensamente.......

Forse quel favoloso montepremi della Lotteria questa volta non ci sfuggirà...e poi, se dovesse andar male pensiamo a quanto siamo fortunati a vivere nella nostra Montagnola e, per questo, la nostra lotteria l'abbiamo già incassata.


Nel frattempo....


BUON FINE SETTIMANA A TUTTI E BUONA DOMENICA



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giovedì 23 luglio 2009

Col cavolo..........signori!



























Col cavolo...........e tutti a ridere: è l'espressione accettata anche in TV e che significa cose ancora peggiori che si dicono con alri termini. E pensare che questo ortaggio è tra i più nobili in natura, con proprietà di grande interesse medico (see under) ed, addiritttura, pare che la sua struttura sia creata secondo le proporzioni dei numeri di Fibonacci e della formula aurea. Ed allora bisognerebbe aver più rispetto per questo ortaggio, che è sempre stato considerato nel gergo popolare come di scarso valore, come mette in evidenza il famoso detto riportato anche dal Vohabolario Fiorentino. Anche negli orti degli anni 50, che erano molto diversi da quelli attuali, perchè c'era di tutto, dai capanni di scopi alle gabbie con i conigli, il cavolo faceva sempre la sua bella figura e produceva sempre il suo fiore come un piccolo capolavoro della natura. Ma tutti, anche allora, continuavano a prendere poco in considerazione quell'ortaggio:" è una testa di cavolo....." si sentiva dire anche allora. E' proprio vero che il genere umano, a volte, non apprezza le cose migliori. Ed allora ecco una "scheda professionale" del cavolo come per i migliori professionisti (questa volta della natura).


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Cavolo
Con il nome di cavoli si identificano una serie di varietà della stessa specie, tra cui ricordiamo: il cavolfiore (brassica oleracea var. botrytis), il cavolo broccolo (brassica oleracea var. italica), il cavolo cappuccio (brassica oleracea var. capitata), il cavolo verza (brassica oleracea var. sabauda), il cavolo di Bruxelles (brassica oleracea var. gommifera), il cavolo cinese (brassica pechinensis), il cavolo rapa (brassica oleracea var. gongyloides).
La storia
Il cavolo è originario del bacino del Mediterraneo, ed è una coltura molto antica. I Romani ritenevano che avesse il potere di scacciare la malinconia e la tristezza; sempre i romani usavano mangiarlo crudo, prima dei banchetti, per aiutare l’organismo ad assorbire meglio l’alcool. Ancor oggi, in alcuni paesi dell’Europa dell’est, se ne mangiano le foglie crude dopo aver esagerato con la vodka. Peraltro, Catone attribuiva la proverbiale salute di ferro dei romani alla grande quantità di cavoli che caratterizzava la loro dieta.
Aspetti nutrizionali e virtù terapeutiche
Il cavolo, per la vastità delle sue indicazioni terapeutiche e per l’efficacia della sua azione, è degno di far parte del gruppo di verdure-piante medicinali di maggiore utilità terapeutica, insieme ad aglio, cipolla, carota e salvia. Contiene vitamine A, B1, B2, B6, C, D, E, K, PP; arsenico, bromo, calcio, cobalto, ferro, fosforo, iodio, rame, manganese, magnesio, potassio, zinco, zolfo, clorofilla, diversi aminoacidi, mucillagini e saponine.
Grazie alle sue spiccate proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e depurative, dall’uso quotidiano di cavolo crudo o del suo succo centrifugato (anche per uso esterno) possono trarre beneficio varie malattie e disfunzioni come astenia, acne, ascessi, artrosi e artriti, cistiti, emorroidi, infiammazioni delle vie aeree (faringiti, tonsilliti, laringiti, tracheiti, bronchiti, polmoniti), insufficienza epatica, ulcere gastriche, duodenali e peptiche, enteriti, coliti, parassitosi intestinali, stitichezza. E’ inoltre efficacissimo nel prevenire e curare dermatiti, ascessi, punture di insetti.
Da tempo, inoltre, si conoscevano le virtù anticancro dei cavoli; ora ne è stato scoperto anche il perché. Questi ortaggi sono infatti ricchi di indoli, sostanze che agiscono inattivando chimicamente gli agenti cancerogeni, soprattutto per i tumori al colon e al seno, in quanto influenzano il metabolismo degli estrogeni.
Una ricerca compiuta su 600 uomini all’università dello Utah ha messo in rilievo che un consumo regolare di cavoli riduce fino al 70% il rischio di tumore al colon, come pure la formazione di polipi al retto. Addirittura, basta consumare cavoli una volta ogni 1-2 settimane per ridurre questo rischio di quasi il 50%. Anche l’azione antiulcera è stata documentata: i cavoli contengono un’altra sostanza, il gefarnato, usato da tempo come base di farmaci antiulcera.
Questo composto ha il potere di rinforzare la mucosa dello stomaco proteggendola dagli attacchi degli acidi. Sembra inoltre che il cavolo abbia proprietà antibiotiche, specie nei confronti dell’ Helicobacter pylori, il batterio ormai ritenuto la causa principale delle ulcere. Una curiosa indagine compiuta negli Stati Uniti tra 100 detenuti della prigione di San Quintino sofferenti di ulcera ha mostrato che con due sorsi di succo di cavolo al giorno l’ulcera è guarita nel giro di tre settimane.
E’ importante ricordare, peraltro, che qualsiasi tipo di cavolo è più digeribile, più salutare e gradevole crudo che cotto.

mercoledì 22 luglio 2009

Il destino




"Il gufo che si nutre di topi nel suo rifugio, disse all'usignolo:"smettila di cantare fra le tue belle fronde, e vieni qua nel mio buco, affinchè io ti mangi" e l'usignolo rispose:" io sono nato per cantare qui, e per farmi beffe di te". Non abbiate paura, signori: noi avremo sempre passioni e pregiudizi, poichè il nostro destino è di essere sottomessi alle passioni ed ai pregiudizi: avremo un bel sapere che non dipende da noi avere meriti e talenti più che non dipenda dalla nostra volontà avere bei capelli e belle mani, o essere convinti che non bisogna vantarsi di nulla: continueremo tuttavia ad essere ambiziosi.
Ma spesso il savio soccombe al suo destino, invece di farselo; ed è il destino che fa fare a certi uomini la figura dei savi."(Voltaire - estratto da dizionario flosofico)
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E poi Voltaire continua anche dicendo "un contadino crede che sia grandinato per caso sulla sua vigna; ma il filosofo sa che il caso non esiste, e che era impossibile, data la costituzione di questo mondo, che non grandinasse in quel giorno su quel tal posto".
Ed allora, leggendo quanto sopra, mi è venuto in mente che dovrei vivere ancora più tranquillamente ed in pace con me stesso senza rimuginare spesso sul passato e su vicende che ho accettato a malincuore o pensando a presunte ingiustizie subite o fatte. Io, essendo un microscopico pezzettino dell'ordine di questo mondo, sono stato (e spero di essere ancora un pò) utile così per far sì di non intralciare il supremo disegno che ci soverchia.
Ed anche qualche altro attore del momento saprà, prima o poi, che la sua parte ed il suo copione sta per terminare ma se legge Voltaire non si dovrà rammaricare perchè è stato anche lui molto utile così com'è stato.
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martedì 21 luglio 2009

The magnificent desolation.....but many years later




There was still the Cold War, which felt even in Italy with the opposition between the West and the Iron Curtain. There was also to challenge the universe .... the Russians seemed to continue but then that day in July of 1969 three Americans arrived in the moon. Even in small countries there was spasmodic and I remember in front of a small television in white in black with my uncle Francis, who was the owner, to live in direct the adventure even then seemed impossible. From time to time I went out of my house and onto the landing of the stairs to see visually where the men were coming, it seemed impossible to me but then the facts led to an adventure who even now seems unreal.

In those moments it seemed to me that there was a feeling among the Moon, our Montagnola and hopes for the future that you saw in the distance.

The strength of will, the acceptance of risk to win the challenge, brought to a success the man forty years ago. And to think that the processor of the computer from which I am writing is 20 times more powerful than processsor of the lunar module.

And the magnificent desolation of which Buzz Aldrin spoke and which he repeated in a great interview today on NatGeo made us dream and we said a push to give us all to be done because we thought: who knows where we come in two thousand that seemed very far away.

But then we realized that maybe Buzz spoke of the magnificent desolation of the 2000s.


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lunedì 20 luglio 2009

Magnifica desolazione ......ma molto più tardi





C'era ancora la guerra fredda, quella che sentivamo anche in Italia con la contrapposizione tra il mondo occidentale e la cortina di ferro. C'era sfida anche per il cosmo....i russi sembravano avanti ma poi quel giorno di luglio del 1969 tre americani arrivarono nella luna. Anche nei piccoli paesi c'era un'attesa spasmodica ed io mi ricordo davanti ad una piccola televisione in bianco in nero assieme a mio zio Francesco che ne era proprietario a vivere in diretta quell'impresa che anche allora appariva impossibile. Ogni tanto uscivo di casa e mi affacciavo nel pianerottolo delle scale per verificare visualmente dove quegli uomini stavano arrivando; a me sembrava impossibile ma poi i fatti portarono l'uomo ad un'impresa che anche ora pare irreale.

In quei momenti mi sembrava che ci fosse un feeling tra la Luna, la nostra Montagnola e le speranze per il futuro che si intravedevano in lontananza.

La forza di volontà, l'accettazione del rischio per vincere quella sfida, portarono a termine un'impresa che a quant'anni di distanza l'uomo forse non saprebbe ripetere. E pensare che il processore del computer dal quale sto scrivendo è 20 volte più potente del processsore del modulo lunare.

E la magnifica desolazione di cui Buzz Aldrin parlò e che ha ripetuto in una magnifica intervista rilasciata oggi a NatGeo ci fece sognare e ci dette una spinta a tutti a darci da fare perchè pensavamo: chissà dove arriveremo nel duemila che ci pareva molto lontano.

Ma poi abbiamo capito che forse Buzz parlava della magnifica desolazione degli anni 2000.


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