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lunedì 30 novembre 2009

Avere vent'anni a quasi sessanta.


"La Libera Università del Web è un gruppo di utenti di YouTube che ha come fine una migliore divulgazione e condivisione delle informazioni”. Ecco l’inizio del manifesto della Luw, appunto la Libera Università del Web, spazio virtuale dove chi ha una conoscenza approfondita su una qualche tematica – matematica, filosofia, lettere, economia, anche greco antico – la mette a disposizione attraverso video ospitati su Youtube e coordinati dai volontari che hanno dato vita all’iniziativa. Tramite registrazione, gli studenti che necessitano lezioni private (ma che magari non possono permettersele), gli studenti-lavoratori, i pensionati o chiunque ha voglia di proseguire la propria formazione, possono accededere agli appronfondimenti tenuti da cultori della materia. Alla base c’è lo stesso principio di Wikipedia, ossia la condivisione gratuita del sapere. “L’idea è nata nel febbraio 2009 e ha trovato molti consensi”, spiega Aleandro Volpi, uno dei promotori dell’iniziativa. “La nostra struttura sfrutta la piattaforma di YouTube dove si tengono in video tutti i corsi,

all’interno di playlist sui canali dei docenti. I nostri insegnanti, attualmente, sono tutti youtubers ed è possibile leggere nelle loro pagine personali i loro curriculum professionali e di studio”. La Luw finora ha attivato 13 corsi classificati in sei Facoltà: Filosofia, Studi Sociali ed Economici, Scienze Teologiche, Scienze Matematiche, Lettere e Sicurologia. L’utenza varia dai 13 anni fino ai 65 anni ed è distribuita tra uomini e donne. Avete mai pensato a YouTube come un luogo in cui si impartiscono lezioni private? La Libera Università del Web (Luw), che sfrutta la piattaforma del noto sito di video-sharing, propone proprio questo progetto. Vediamolo insieme. Quanto volte vi sarà successo di non riuscire a superare un esame all’università, di non essere preparati per l’esonero del giorno dopo, o semplicemente di non riuscire a comprendere un argomento? Da oggi, YouTube mette a disposizione degli studenti universitari (e non) un nuovo servizio, permettendo di prepararsi come in una lezione privata. Molti giovani si servono di internet, ed in particolar modo dell’enciclopedia online Wikipedia, per approfondimenti o ricerche su determinati argomenti, un gruppo di utenti di YouTube ha invece deciso di fondare la Libera Università del Web (Luw). Youtube.

L’obiettivo di Luw è quello di condividere le conoscenze (matematiche, letterarie, filosofiche, economiche, etc etc) gratuitamente. Il progetto ha inizio lo scorso febbraio, ma è stato subito apprezzato dal popolo di internet. La Libera Università del Web è basata sulla piattaforma di YouTube, che ospita i video didattici. I docenti hanno una propria pagina personale, su cui è postato il loro curriculum vitae, all’interno della quale sono archiviati tutti i video divisi per corsi di studio. Naturalmente sia i promotori sia i fruitori del servizio sono tutti utenti di YouTube. Al momento la Luw ha 13 corsi attivi appartenenti a sei Facoltà: Filosofia, Studi Sociali ed Economici, Scienze Teologiche, Scienze Matematiche, Lettere e Sicurologia. I fondatori pero’ assicurano che presto vi saranno lavori ampliamento, con l’inserimento di nuovi corsi dedicati anche alle scuole medie inferiori e superiori e agli istituti tecnici. Il pubblico di utenti di Luw è compreso nella fascia di età 13-65 anni, equamente diviso tra uomini e donne. I visitatori potranno anche esprimere un loro feedback sull’iniziativa e contribuire alla creazione del logo. fonte liberauniversitadelweb.it .(Tratto da goodnews)"

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Un sogno che, per me, si sta avverando con 40 anni di ritardo. La voglia di studi universitari che avevo quasi 40 anni fà e che non mi fu permessa perché mi ero diplomato con il massimo dei voti (nel 1971 non era facile) e dovevo, per forza e soprattutto perchè le condizioni economiche familiari non permettevano altrimenti, andare a lavorare. Andai a lavorare a circa 200 chilometri da casa a 19 anni a retta da un' anziana signora di circa 70 anni e la sera, per andare a dormire dovevo passare dalla terrazza. Era nel 71 e la sera non si poteva uscire da lavoro prima delle 7. Bisognava pagare l'apprendistato. Il mio senso di ribellione era abbastanza forte e per una periodo di tempo provai ad uscire in orario. Mi chiamarono alla direzione di zona, dove un energumeno di dimensione notevoli, semianalfabeta, ma direttore, mi reguardì dicendo che dovevo uscire con il mio responsabile, quindi per ultimo, altrimenti.......Provai a preparare gli esami ed il sabato andavo all'Università per qualche lezione fino a che un professore, anche lui di stazza molto grande ma forse con le dimensioni del cervello non proporzionate, mi disse, a chiare lettere, che non sopportava gli studenti lavoratori perché rubavano il posto ai veri studenti. Nel lavoro poi, a metà degli anni ottanta, le cose erano cambiate e vedevi gente passarti avanti come missili dell' ESA senza apparenti ragioni e la gente a cui avevi passato i compiti a scuola per 5 anni di fila, comandarti a bacchetta con la faccia dei bronzi di Riace o, più spesso, fare finta di non conoscerti. E fuori si parlava di giustizia, fantasia al potere, ed amenità del genere. Mi sono sempre domandato, fin dai miei primi 19 anni come mai quella società in cui ti eri trovato a nascere, dove c'erano mille pulsioni, non riuscisse a garantire gli studi completi ad un cittadino che si era diplomato con il massimo dei voti . Cosa dovevo fare di più? Lo domandai a tutti quando mi capitava l'occasione; nelle sezioni di partito, in parrocchia, a qualche pezzetto grosso: nessuno mi seppe rispondere. O meglio ho sentito solo dirmi, quasi da quando sono nato: che ci vuoi fare, il mondo è fatto così. Chissà quante crisi di ansia e di panico mi dovevano capitare se fossi vissuto nel mondo di oggi, perché a 20 anni, in quelle condizioni, bisognava avere buoni attributi per non dare di fuori, considerato che mi aspettavano anche 15 mesi e 6 giorni di naia obbligatoria. Ed allora dico ora e lo grido: viva Internet, viva l'università on line, viva you tube, la libera istruzione, il libero insegnamento e soprattutto la libertà quella vera dove non c'è da ringraziare nessuno né piagnucolare sempre per ottenere qualcosa. E a chi non piacciono queste cose innovative è perché forse ha la concezione di quel professore a cui non piacevano gli studenti lavoratori. E mi ricordo ancora con quale espressione di schifo me lo disse ed anche la mia voglia di mettermi a piangere e disperarmi. Ma una sola cosa non mi è mai mancata: la dignità e quindi non lo feci, ma da quel sabato non ebbi più vent'anni. E quindi, da parte mia, dò il benvenuto a quello che, quando ero giovane, mi pareva un sogno, una cosa da "extraterrestri". Ed allora: Forza YouLuw o come ti chiami.

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venerdì 27 novembre 2009

L'uomo è diverso da sè stesso?

Ci hanno sempre insegnato che l'uomo è superiore agli altri esseri viventi perchè ha un'intelligenza superiore, il libero arbitrio, la socialità, la facoltà di comunicare con i suoi simili, etc. Ritengo che, in questo millennio, quest'ultima facoltà si sia un pò affievolita, perchè molto spesso si ha la sensazione di essere completamente soli tra miliardi di persone. Anche quando trovi da dialogare con una persona ti accorgi, molto spesso, che è una conversazione artefatta dalla muraglia delle convenzioni, dalla paura di troppa esposizione, di mancanza di calore. Ecco proprio questo: mi sembra che oggi ci sia poco calore: tante gru montate per costruire, attrezzature modernissime per colare il cemento, facilità di esecuzione dei lavori materiali, etc. Ma forse non c'è la medesima preoccupazione di costruire l'uomo in rapporto a sè stesso ed ai suoi simili. Forse si sta affermando la cultura del branco (ci ricordiamo dei lupi selvatici?), ma il branco non è società e neppure socialità. Il branco è la cultura del club che esclude molti e raccoglie pochi. Vorrei concludere questo post di fine settimana con un passo che a me è sempre piaciuto molto, anche se mi sento molto inadeguato ed indegno, per mille motivi, anche per il solo fatto di proporlo :

"Quasi tutti i giorni mi è capitato questo: ho incontrato un uomo, o una donna, o un fanciullo, o una fanciulla desolati, abbandonati a sè stessi ed immersi in un mare di dolore:soli tra due mliadi e mezzo di fratelli. Che fare? Che cosa devo fare io?Ma che c'entro io quando due miliardi e mezzo di fratelli non sanno fare nulla per questi caduti nella desolazione? Hanno già fatto per altri: "ma sono troppi", si dice. Ed intanto si sentono motociclette, macchine aerei che passano; la radio, la stampa annunciano grandi avvenimenti. Quel disgraziato mi guarda, mi racconta: racconta piange. racconta, continua a guardarmi e pare che pretenda da me la sua soluzione; è forzatamente solo tra due miliardi e mezzo di fratelli. Continua a guardarmi, racconta. Pare che dica:" Se tu fossi con me non sarei più solo, saremmo in due." E la mia prima reazione è sempre stata quella di rispondere a me stesso:"Già, e così non saremmo più uno, ma due disgraziati, soli tra due mliardi e mezzo di fratelli". E' una pillola troppo amara da ingoiare. Poi ho deciso e mi sono fatto un disgraziato come loro......." (Don Zeno di Nomadelfia-L'uomo è diverso- Ed. Nomadelfia).

Un piccolo passo che ricorda un grande uomo, una bella storia, una grande opera. Solo un piccolo passaggio per ricordare una storia di cui abbiamo sempre sentito parlare, sin da quando eravamo bambini, anche perchè avveniva non molto lontano da noi. Ma di una cosa sono convinto: tra mille cose che ci viene insegnato in questo libro ci sono, tra l'altro, due valori fondamentali: il calore e la fraternità. Perché senza di questo, forse, lascerebbe con l'amaro in bocca anche possedere il più bel grattacielo del mondo e cento automobili di lusso.
Chissà? ...Non sarà mica perché,.......l' uomo è diverso da sé stesso?
Ma potrebbe anche darsi, come mi viene detto di solito, che mi sbagli ed allora non mi resta che augurare:

UN BUON WEEK END E BUONA DOMENICA A TUTTI

giovedì 26 novembre 2009

Forse i nostri Avi si sentivano tutti un pò contadini.

Oggi è il Thankgiving Day; grande festa negli Usa che dà inizio allo shopping natalizio. E' un giorno di demarcazione tra l'autunno della raccolta dei prodotti agricoli e quello del riposo pre-invernale e di preparazione al Natale. Pur non essendo una nostra festa, da alcuni anni ho fatto caso anch'io che, dopo oggi, l'atmosfera cambia ed anche il cielo assume piano piano quell'aria un pò natalizia, fatta di vischio, ginepri e voglia di dolci fatti in casa. Ma andiamo all'origine di questa festa, attraverso un proclama di uno dei più grandi personaggi della Storia, dimenticandoci per un momento lo shopping, la tristezza dei tacchini che, in quella parte del mondo, hanno passato giorni di grande passione.

Proclama Abramo Lincoln-1863

(tratto da Wikipedia)

« L’anno che si avvia alla fine è stato ricolmo della benedizione di campi fruttuosi e di cieli salubri. A queste munificenze, di cui godiamo così costantemente da essere portati a dimenticare la loro fonte, se ne sono aggiunte altre di natura così straordinaria da non poter che penetrare e addolcire anche i cuori abitualmente insensibili alla Provvidenza sempre vigile di Dio Onnipotente. In mezzo a una Guerra civile di ineguagliata portata e severità, che talvolta è sembrato invitare e provocare l’aggressione degli Stati stranieri, è stata preservata la pace con tutte le nazioni, è stato mantenuto l’ordine, sono state rispettate e obbedite le leggi ed è prevalsa l’armonia ovunque tranne che nel teatro del conflitto militare; mentre quel teatro si è grandemente ristretto con l’avanzare degli eserciti e delle marine dell’Unione. La necessaria deviazione della ricchezza e delle forze dai campi dell’industria pacifica alla difesa nazionale non hanno arrestato l’aratro, le navette o le navi; l’ascia ha allargato i confini dei nostri insediamenti e le miniere, di ferro come di carbone e dei metalli preziosi, hanno prodotto ancora più abbondantemente di prima. La popolazione è aumentata costantemente, nonostante le spoliazioni sul campo, l’assedio e il campo di battaglia; e al Paese, che gioisce nella consapevolezza di un aumento di forza e vigore, è permesso aspettarsi che continuino gli anni di grande aumento della libertà.
Nessuna mente umana ha congegnato né alcuna mano mortale ha elaborato queste grandi cose. Esse sono i doni generosi dell’Altissimo Dio, il quale, mentre ci tratta con ira per i nostri peccati, si è nondimeno ricordato della sua misericordia. Mi è sembrato giusto e appropriato che essi fossero riconosciuti con solennità, riverenza e gratitudine, con un sol cuore e una sola voce, dall’intero Popolo americano. Invito pertanto i miei concittadini in ogni parte degli Stati Uniti, e anche coloro che si trovano in mare e che soggiornano in terre straniere, di designare e osservare l’ultimo giovedi di novembre prossimo, come giornata di ringraziamento e Lode al nostro Padre benefico che abita i Cieli. […] »(tratto da Wikipedia)


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Mi sembra che non occorrano commenti alle parole di cui sopra; solo che ogni tanto forse dovremmo fare un Ringraziamento anche noi, non ai nostri simili che non c'entrano nulla anche se sono importanti, ma a Chi ci ospita su questo suolo tanto generoso. E non scordarci mai che gli avi di tutti noi erano, forse, molto più semplici e riconoscenti perché si sentivano un pò tutti contadini o comunque molto vicini alla natura. Forse sarebbe da fare un Ringraziamento anche a loro che ci hanno insegnato e raccomandato di stare sempre con i piedi per terra.

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mercoledì 25 novembre 2009

Il metodo Radio Fante...... col trascorrere degli anni

Mi capitava quando facevo il militare, negli anni 70 quando la leva era obbligatoria e che molti, anche allora, riuscivano ad evitare senza apparenti ragioni. Ma pensavo che fosse una caratteristica di quel mondo sentire le cose "sbaluginare" in lontananza, poi le voci si moltiplicavano, c'era un pausa, poi un accentuarsi di voci ed alla fine la cosa si avverava. Ritornato alla vita civile mi accorsi che la cosa avveniva, con simili caratteristiche anche nel mondo del lavoro. Anzi qui la cosa era perfezionata; si sentiva che, forse, ma non si era sicuri, che il tizio veniva trasferito o veniva promosso, poi una lunga pausa di silenzio, e poi si verificava il fatto precedentemente ventilato. La raffinatezza consisteva nella trasmissione dell'insicurezza della notizia e, soprattutto, di non sapere mai chi l'aveva detto per primo. E mi sono domandato sempre quale sia l'organizzazione di Radio Fante: ci doveva pur essere una cinghia di trasmissione delle informazioni che provenivano dai detentori del potere; ma questa cinghia era invisile, senza anelli di trasmissione, un miracolo della meccanica e soprattutto di sistemi di comunicazione. Poi ti accorgevi che coloro che riportavano la notizia, sempre eterni insicuri, paladini dei forse e del sapere a metà, ricevevano dei vantaggi, ovviamente a scoppio ritardato. Ma quello che sorprende di più è che la medesima metodologia viene spesso utilizzata ora (a mio avviso e speriamo che mi sbagli come al solito) anche per la vita di tutti i giorni: c'è una manifestazione, o una inaugurazione di un restauro o una commemorazione di un poeta delle nostre parti. Beh lo sai sempre dopo e se poi dici qualcosa ti senti dire: c'erano persino i manifesti!. Ah si, che troglodita che sono: non guardo mai i manifesti. A parte che a volte bisognerebbe fare gli allenamenti per la maratona di New York, perchè alcune cose sono attaccate là ed altre là, forse sentiamo la nostalgia del periodo medioevale che, nelle nostre zone è molto e ben rappresentato, ed aspettiamo il banditore a cavallo con la pergamena arrotolata e che legge ed annuncia al rullare del tamburo. Forse era molto più efficace perchè girava per il contado a gridare:udite gente, udite volgo, per ordine del valvassore, etc, etc . Ma poi, se , non interessa invitare tutti i cittadini ma solo quelli più rappresentativi, beh non importa; ce ne faremo una ragione, ormai ci siamo anche abituati da lustri. Credo invece che il metodo Radio Fante sia stato studiato per anticipare il marketing o, meglio, per tentare una piccola indagine di mercato sulle decisioni già prese e per vedere le prime reazioni della gente comune, quella che conta solo se sono in molti; poi c'è una pausa di "digestione" ed infine avviene la ruminazione, magari condita da qualche riunione di facciata, dove, la maggior parte delle volte, si ratificano le decisioni prese da tempo. E Radio Fante ha già fatto il proprio lavoro, è stato rimesso nel ripostiglio, pronto per la prossima "campagna di marketing" o "marketing investigation" come direbbe qualcuno con la "puzzetta" sotto il naso. Poi magari, invitato ad approfondire, non sà per bene cosa vuol dire ed aggroviglia le parole come se avesse in bocca delle noccioline americane ancora da sbucciare.
Anche stasera mi viene ancora spontaneo dire: ad majora
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