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venerdì 30 aprile 2010

Cantava di poesia e guardava il sole tramontare


Una settimana per me molto impegnativa si sta chiudendo. Ma tra qualche giorno se ne aprirà un'altra
con nuovi problemi e nuove sfide. Dicevano i filosofi che bisogna essere contenti così, anzi felici perché
questa è la vita, piena si sfide. E piena di rovesci delle medaglie. D'altra parte bisogna rifarsi sempre alla
legge del contrappasso che, però, merita un post dedicato e lo faremo presto.
Domani è un giorno veramente importante nella nostra storia ed in quella di molti Paesi europei.
E' una giornata dedicata alla dignità dell'uomo. Perché il Lavoro è dignità, vita per tutti. Proprio per tutti.
E non è bello non avere lavoro per i giovani, e neppure per quelli di mezza età. E neppure sentirsi emarginati
perché qualcuno ti ritiene troppo vecchio per lavorare e ti priva di un bene molto importante. Senza giustifi-
cazioni, magari perché non appartieni a nessuno. E non è giusto neppure questo, combattere sempre in una
società non meritocratica, dove si guarda quasi sempre e solo all'appartenenza. Ricordiamo anche quelli
che sono morti sul lavoro. Perché loro sono gli eroi veri del nostro tempo. Uomini di grande valore anche
perché hanno sacrificato la vita per garantirsi il loro momento di dignità e forse dovrebbero essere ricordati
più spesso.Ricordiamoci anche quanto hanno combattuto i nostri nonni ed i nostri padri per il lavoro.
Per loro,forse, oltre che una questione di vita era anche qualcosa che apparteneva alla propria vita, oltre
che materiale anche e soprattutto morale.
E ricordiamo con quanta passione facevano i contadini, il fabbro, il falegname e l'uomo che andava a cavare
il marmo giallo sulla Montagnola.
E la sera non c'erano riconoscimenti particolari per il lavoro ben fatto.
Qualcuno cantava di poesia mentre ritornava a casa a piedi. Guardava il sole tramontare.
Ed anche questo dava un'infinita speranza di poter migliorare la propria condizione.

Salutiamo il giorno di domani
1-05-2010, come lo salutammo l'anno scorso:

La fête du Travail

Le capital
LES ENTREPRENEURS

LES MOYENS DE PRODUCTIONS


L ES T R A V A I L LE U R S

LA FÊTE DU TRAVAIL

LA FÊTE DE L'HISTOIRE DES HOMMES

BUON FINE SETTIMANA a Tutti
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giovedì 29 aprile 2010

Globalization o Localization?. "Glocalization". Forse.

Partiamo da questo punto: l'uomo moderno, con le sue molteplici esigenze potrebbe ricavare tutte le risorse per soddisfare i suoi bisogni localmente?. Per i sessantenni di oggi non dovrebbe essere una novità. Mi ricordo anch'io negli anni cinquanta quando si reperivano la maggior parte delle risorse a livello locale. Si comprava il latte direttamente dal contadino, le mele di prendevano quelle che le piante del campo vicino facevano. Di quelle selvatiche, piccole, come fanno da noi, ma buone. E così gli altri tipi di frutta. Ora invece molta frutta, prima di arrivare da noi, fa dei viaggi continentali e, a volte, intercontinentali. I fautori del localismo dicono che così si bruciano molte risorse inutili. Costi di trasporto, maggiore inquinamento, per avere una pera argentina sempre pronta nei supermercati. Certo è che, con il localismo bisognerebbe ridurre le nostre esigenze, molti sfizi. Ad esempio negli anni cinquanta si camminava molto di più a piedi oppure in bicicletta che già poteva essere considerato un buon lusso. Per non parlare del motorino. Mi ricordo ancora che avevo quattordici anni e i primi motorini di 50 di cilindrata stavano arrivando allora. Avevano marche che non esistono più e mi sembravano qualcosa di exstraterrestre. Poi, di questo periodo, aspettavamo con ansia che portassero i primi gelati. Arrivavano i primi di maggio ed erano le leccornie, piuttosto costose, che ci rallegravano la vita per i mesi estivi.
Ma veniamo alle cose più serie. Globalizzazione vuol dire possibilità anche per i Paesi più poveri di avere opportunità. Opportunità per le loro merci, i loro operai, in parole povere, per il loro sviluppo. Quindi, in teoria, globalizzazione significa meno egoismo. Ma per non avere contraccolpi, occorrerebbe,forse, di procedere moderatamente in un armonia di crescita e di sviluppo globali non forzati, ma graduali. Per quello che il motore del mondo e della crescita possono dare. Altrimenti si rischiano contraccolpi ed, in certi casi, smagliature nel sistema. Come quella di importare le stesse condizioni o simili dei Paesi che si vogliono emancipare perchè globalizzazione vuol dire, nel lungo periodo, uniformare anche le condizioni di vita.E quando si forzano le situazioni le criticità possono venire anche per i Paesi in via di sviluppo che hanno puntato tutto sulla globalizzazione e quest'ultima può, ad un certo punto, non soddisfare più le loro aspettative perché ingolfata da troppa ingordigia e troppa velocità.

Ed allora guardiamo il bellissimo video di Current TV su: "Globalization problems".
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Enjoy Current TV videos


mercoledì 28 aprile 2010

Artificial intellingence?A volte basterebbe migliorarci.

L'intelligenza è la capacità di processare informazioni e prendere decisioni. L'uomo ha sempre tentato di replicare quel grande ed insuperabile computer che è il cervello umano. Questo infatti è capace non solo di elaborare informazioni, processarle, ma individuarne anche le variabili. Ci ricordiamo tutti le partite a scacchi tra l'uomo ed il computer. Qualche volta vinse il computer ma molte volte ebbe la meglio l'uomo. Quindi il cervello umano è qualcosa di misteriosamente meraviglioso, complesso, potente, impossibile da replicabile. Solo che a volte è portato fuori strada da tanti fattori come l'ambiente esterno, il sentimento, la sete atavica di ottenere più degli altri, un senso di invidia o meglio di dimostrazione.Ma ora anche i robot fanno i progressi. Come si può vedere nel video un robot giapponese, frutto di studi approfonditi, è riuscito ad avere ben sette sentimenti umani. Solo sette ma forse sono quelli più importanti perché verrà adibito all'assistenza degli anziani. Quindi in futuro al posto delle badanti potremmo avere un robot. Lo sapevo di essere nato sfortunato. Adesso molti anziani hanno una bella ragazza ucraina bionda e con gli occhi azzurri. Quando toccherà a me avrò tutto il giorno una macchina, magari obbediente ma non con le forme avvenenti delle badanti in carne ed ossa. A parte gli scherzi gustiamoci la lotta dell'uomo, durante i secoli, per cercare di replicare se stesso con una macchina artificiale.
Una sfida assurda ed affascinante. Ma quanto utile? Forse invece di tentare di replicarsi avrebbe dovuto studiare come migliorarsi, ma questo è un altro discorso, molto più complesso che costruire una macchina che tenta di scimmiottare l'uomo. Ne riparleremo in seguito.
Ma smettiamo di angustiarci e gustiamoci il bel video CURRENT TV, intitolato "Intelligenza artificiale".
Enjoy CURRENT TV videos


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martedì 27 aprile 2010

Care the planet! Anche quello che ti è vicino.

Global warming, controllo delle emissioni di Co2 e metano per evitare che il riscaldamento globale provochi lo scioglimento dei ghiacciai, l'aumento del livello delle acque, il proliferare di uragani e di Tsunami. Se ne parla da tanti anni ma i progressi sono ancora pochi. Il problema è che ridurre le emissioni pericolose provoca una decrescita, una diminuzione della produzione e quindi anche meno lavoro. Allora la sfida dei prossimi decenni è coniugare ecologia ed economia. Coniugare quindi la decrescita con una nuova via di benessere dell'uomo che non sia regolata solo dall'aumento della produzione, ma che la felicità possa dipendere anche da una qualità di vita diversa, forse meno ricoperta di beni da consumare, ma di natura da godere. I problemi sono molti complessi ed interconnessi; ad esempio sviluppare le energie e la ricerca sulle energie alternative potrebbe avere due effetti positivi: incrementare il lavoro su tali settori e risolvere il problema delle emissioni. Senza a volte cadere in contraddizioni come quella di puntare, ad esempio, sul cibo a chilometri zero. Va benissimo nel lungo periodo, ma se viene fatto in fretta avremo,ad esempio, una diminuzione di manodopera nell'industria alimentare. Potremmo fare mille esempi di questo tipo. Nel 2012 scade il protocollo di Kyoto e dovranno essere trovati alcuni obiettivi ed aggiustamenti da raggiungere tra tutti i Paesi del Mondo, se non si vorrà andare avanti con questo andazzo. Ma anche nel nostro piccolo vediamo che così le cose non vanno. Stamani ad esempio ero andato a lavorare un piccolo orto con mio cugino vicino ad un fiume. Abbiamo notato che in confronto ad un anno fà molti di quegli orti erano stati abbandonati e le macchie stavano prendendo sempre più piede. Poi, mentre stavamo per venire via, abbiamo buttato l'occhio vicino ad un capanno, fatto di lamiere rugginose, con un tetto, molto ecologicamente, di eternit. Ma non era finita qui:guarda, mi dice mio cugino, qui tra le macchie c'è di tutto. E se vuoi un paio di sci, eccoli qua. Mi sono girato ed ho visto un paio di sci, di una marca conosciuta, abbandonati tra la macchia mediterranea.Alla barba della nostra tanto decantata coscienza ecologica. E per chiudere allego un bel video di CURRENT TV, molto esaustivo ed approfondito,intitolato "come salvare il pianeta". Dal basso della mia vena polemica, che si agita dentro di me, mi verrebbe da dire: con qualche pomodoro a chilometri zero, qualche maiale anch'esso a chilometri zero, molta pubblicità e qualche termine di moda, il tutto aiutato dal riutilizzo di tutta quella robaccia abbandonata che c'è nella nostra macchia. E magari potremmo anche andare a sciare a kilometri zero.
Ma non pensiamoci più e godiamoci il bel video con l'intervista a Mr. AL GORE.

Enjoy video - CURRENT TV - come salvare il pianeta.


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lunedì 26 aprile 2010

Dove posso esprimere il mio pensiero? nel Web obviously! Ed ora anche in TV.

Molte volte, in molti talk shows, in molti dibattiti visti alla TV mi viene sempre più voglia di poter dire la mia. A volte di ritrovo a parlare e a commentare da solo su cose che non condivido,e quando sono da solo mi arrabbio spesso. Mi alzo dal divano e mi sposto al computer e vado nel web dove ci sono mille possibilità di interazione. Sono molto più soddisfatto anche se un pò stancante. Ho detto mille volte in questo blog delle possibilità del web; l'ho detto in altre sedi a livello locale e mi hanno guardato un pò storto. Poi sabato sera ho sentito una trasmissione alla quale partecipava l'ex Vice presidente Al Gore. Sapevo che aveva creato la prima TV interattiva e mi ero sempre riproposto di approfondire, poi mi ha preceduto ed ha fondato anche la versione italiana della TV che ha presentato, al Festival del Giornalismo di Perugia. L'edizione italiana della sua Web Tv, Current, è basata un approccio diretto e senza filtri al giornalismo: nessuna censura, solo pura informazione giornalistica. Finalmente siamo quasi alla realizzazione completa della perfetta integrazione tra TV e Internet. Ed in un mondo futuro potremmo interagire con i presentatori dei programmi televisivi da pari a pari, avendo la possibilità di esprimere le nostre opinioni che, molte volte, ve l'assicuro, non sono da buttare via, né quelle mie nè quelli di altre persone comuni. Ma, in questo mondo di adesso, nessuno ti dà la possibilità di esprimerle. Perché possono parlare chi ha conseguito in precedenza qualche benemerenza. E poichè le benemerenze, da noi, vengono scambiate sempre tra gli stessi sono quest'ultimi gli unici a parlare come in un circolo chiuso e vizioso. Ecco, rieccolo: il circolo vizioso. The vicious Circle. Uno dei motivi per cui è stato creato questo blog.Circolo vizioso= cane che si morde la coda.Ed il circolo anche per oggi si è chiuso.Solo un'ultima cosa: a tutti i creatori di talk shows: perché non fate un programma talk show per cittadini comuni, anche quelli delle classi più basse anziché pretendere sempre la patente da vip. Una patente per cui non occorre l'esame e molte volte si vede. E questo si vede soprattutto nelle TV locali dove, spesso, il vippetto di turno, quello che si è messo più in mostra, quello con la faccia da "Cettola qualunque" si pavoneggia con l'aria da bullo consumato perché pensa di aver conseguito la patente di vip per grazia ricevuta o per backgrounds creati molto spesso a tavolino o per qualche poltroncina strappata con i denti. Ma poi, possono fare come gli pare, possono anche proseguire al'infinito come ora. Tanto ora c'è la Current TV.

Ps: questo blog ha creato link permanenti con Current TV, con Vanguard Current TV e Channel City sia per l'importanza degli argomenti trattati, con particolare riguardo anche all'ecologia e alla salvaguardia dell'ambiente, temi che sono stati e saranno sempre cari a questo blog, sia per l'accuratezza e la qualità degli altri argomenti trattati. E chiudo allegando il video Internet e giornalismo. Ad majora.


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venerdì 23 aprile 2010

Rimpiango quei piatti di coniglio fritto.


Siamo arrivati al week end con il tempo cambiato. Brutte nuvole e tanta pioggia, almeno in questo venerdì. Ma se ti affacci alla finestra senti che l'aria, sotto sotto, è primaverile ed il merlo nero dell'orto canta gioiosamente. Viene fuori solo un pò di uggia, ma questo è un sentimento di noi uomini. Forse conviene sfruttare queste giornate per pensare: ai giorni passati della settimana (ed io lo sto facendo già da qualche giorno perché per me ci sono stati giorni non troppo allegri) e pensare al futuro immediato. Intanto siamo alla vigilia di una festa importante, fondamentale nella mia esistenza, perché sono nato nei primi anni del dopoguerra, ma alcune delle conseguenze e qualche storia autentica l'ho sentita anch'io dai veri protagonisti. Il mio 25 Aprile è: il ricordo di mio babbo che ha combattuto in Jugoslavia per sette anni e fu ferito alla mascella e gli fecero le trasfusioni con il sangue di pecora; i pranzi di coniglio fritto, si beveva un bicchiere di vino e si mangiava un bacio di cioccolata della Boero; lo zio Marsilio che dovette andare in Francia perchè lui la pensava diversamente dopo aver preso anche qualche bastonata di avvertimento e non è mai ritornato con grande dispiacere di mio nonno "Bilancino" e mia nonna Palmira; un giorno in cui, dicevano i miei vecchi, ci si sente e si respira meglio.
"Una notte mi infilai in una capanna a due piani. Salii al secondo piano e fu una fortuna perché di sotto vennero gli slavi, ma non amici. Me ne accorsi dai loro discorsi.Stetti cheto ed al mattino di buon'ora fuggii. Dopo alcuni giorni mi catturarono i cetnici e mi portarono a Nevesinje, consegnandomi ai tedeschi. Dissero loro che ero un partigiano ma, vedendomi in quello stato, non ci credettero gran che. A Nevesinje c'erano altri prigionieri italiani.Poco fuori del paese c'era un cimitero.Una donna mi disse che lì erano stati uccisi molti prigionieri italiani.
Erano senz'altro della "Garibaldi" come me.......omissis.........."(tratto da Soli in Montenegro di Gestro-Bedini).

"Era giunta l'ora di resistere;era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini" (Piero Calamandrei)


E ricordando quel detto "Always forgive without forgetting", auguro a Tutti un Buon Fine Settimana e Buona Domenica.



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giovedì 22 aprile 2010

How can a group of people be happy?

Allora avevo proprio ragione. Come cento, mille altre volte. E oggi non voglio essere modesto. Per quasi quarant'anni regolarmente mi è stato detto subito che avevo torto e dopo due anni sono venuti a dirmi: ma allora avevi proprio ragione. Bella soddisfazione, non c'è che dire. Come ora. Quante volte ho detto in questo blog che la felicità non è data dalla ricchezza e che, forse, c'era molta più felicità negli ani 50 che ora. Tutti, anche in famiglia, a dirmi che non era vero, che dopotutto ora si stava tanto meglio (materialmente) e abbiamo tante più comodità. Ecco la riprova: un bell'articolo del Sole 24 ore, ed ecco fatto.

«Omissis ....Non c'è alcun dubbio che queste tendenze negative siano collegate a uno sviluppo nell'egoismo», spiega Layard. «Cinquant'anni fa, quando alla gente veniva chiesto "credete di potervi fidare della maggior parte degli altri?", il 60% diceva di sì. Oggi, soltanto il 30% la pensa in questo modo. Per realizzare una società più felice, dobbiamo invertire la corrente di individualismo ristretto e imparare ad accettare che il più grande nemico della felicità è preoccuparsi solo di sé stessi». Come? Pescando a piene mani nell'antica saggezza delle grandi tradizioni filosofiche e soprattutto applicando personalmente, nella vita di tutti i giorni, i precetti della psicologia positiva, anche in base a quanto insegnano gli studi neuroscientifici sulla natura umana. Se le lacrime del mondo sono sempre una quantità costante, dice quasi provocatoriamente Layard ribaltando il giudizio di Samuel Beckett, è soltanto per colpa di un'inadeguata conoscenza di cosa produca benessere. Invertire il corso degli eventi, secondo lo "zar", si può, anzi si deve, partendo dal presupposto che mai come in questo momento i giovani crescono per sperimentare la maggiore felicità che possono nel mondo. «Sappiamo dalle prove scientifiche che la resilienza può essere insegnata nelle scuole per ridurre la depressione e l'ansia negli adolescenti. Sappiamo che una struttura della mente ottimista può aiutare la gente a recuperare più velocemente dalle malattie. E la ricerca ha indicato che gli operai sono più contenti e mai meno produttivi se partecipano di più a quello che fanno. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ora, è di una spinta forte da più gente possibile per determinare un cambiamento reale». Auguri. E tanta felicità..........omissis".

(Fonte il sole24ore-per approfondimenti click above)

Ma non è finita qui. Alla luce di queste esperienze in Inghilterra è stato creato un movimento per la Felicità (Movement for happiness-click here). Ne prendo solo un pezzetto e lo lascio in inglese, perchè sto imparando ad essere sempre più (una parola che comincia per S, tanto la sapete tutti). Ci insegna cosa ci può portare alla vera felicità. E credo proprio che la strada intrapresa da noi tutti sia proprio quella sbagliata: But how can a group of people be happy?.Solamente un ultimo dettaglio: sembra il che il Movimento abbia avviato una ricerca, attraverso inserzioni, di un direttore operativo dotato di "visione", al quale andrà uno stipendio di 80mila sterline. Cifra non casuale, visto che, superata una certa soglia, a ulteriori incrementi di reddito non corrisponde un conseguente aumento del livello di soddisfazione percepita.

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