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lunedì 12 aprile 2010

In vino non solo veritas!

"......omissis........A crescere in modo esponenziale sono state le attività indotte che si sono estese negli ambiti piu’ diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi) che potenzialmente possono offrire da 2,4 a 3,2 milioni di tonnellate di biomasse ogni anno.............omissis" (fonte goodnews). Di cosa stiamo parlando?. Di una delle cose più antiche del mondo, compagno dell'allegria e della spensieratezza degli anni giovanili e balsamo di vita negli anni molto grigi delle persone più anziane.Una cosa vecchia di più 300.000 anni,anzi sembra che i primi degustatori del nettare di Bacco siano da far risalire al neolitico. Si pensa che la scoperta fu casuale e dovuta a fermentazione naturale avvenuta in contenitori dove gli uomini riponevano l'uva. Ha assunto anche un significato mistico e religioso, basti pensare anche all'uso che ne viene fatto in molte cerimonie religiose. Perchè esso fa venire in mente cose buon e genuine: la bella pianta da cui deriva, il lavoro costante dell'uomo che seleziona i vitigni, li tiene puliti, li zappa, provvede a concimarli, zapparli, curarli con la migliore diligenza. Eppoi quando si degusta un bicchiere di onesto vino rosso vengono in mente molte cose: i nostri progenitori più diretti, i ricordi ed i fatti dei nonni che ci venivano detti dai nostri genitori, la nostra prima sbronza, il pranzo delle feste, della prima Comunione e mille altre occasioni. Quindi è un compagno di vita dell'uomo, qualcosa a cui si rinuncia veramente male. E testimonianza di ciò possiamo ricordare che con il crollo dell 'Impero Romano la viticoltura entra in una crisi dalla quale uscirà solo nel medioevo, grazie soprattutto all'impulso dato dai monaci benedettini e cistercensi. Nella stessa Regola, San Benedetto afferma:
« Ben si legge che il vino ai monaci assolutamente non conviene; pure perché ai nostri tempi è difficile che i monaci ne siano persuasi, anche a ciò consentiamo, in modo però che non si beva fino alla sazietà. »
Ed è come una miniera di ricchezza inesauribile se è vero che:
E come diceva il grande Mario Soldati "Il vino è la poesia della Terra". Se poi il poeta diceva:

«Chi non beve vino ha qualcosa da nascondere.»(Baudelaire) allora il cerchio si è veramente chiuso: oltre a dare tanto lavoro, gioia, voglia di vivere il vino ci fa diventare davvero tutt'uno con la nostra Madre Terra in un rapporto che assomiglia a quello di mamma e bambino e che ci da l'opportunità di farci gustare il suo "latte" prelibato per tutta la vita. Verrebbe da dire:grazie di esistere.

(Chi beve bene dorme bene, chi dorme bene non pecca, chi non pecca va in cielo, quindi chi beve bene va in cielo!).(proverbio anonimo).

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