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venerdì 30 settembre 2011

C'è il giannaccio!........ Ohibò a barn owl !!!



Sarà anche un barbagianni, ma è pur sempre di nobile stirpe. Sentivo le persone anziane o i vecchi cacciatori che ce l'avevano con il giannaccio ed io, sono sincero, non riuscivo nella mia mutevole indole frettolosa, ad individuare bene questo animale. Anche perchè ho poi scoperto che non è poi un animale tanto "antico" ma ha abitudini piuttosto moderne. Quelle che sono state riprese, forse per effetto dimostrativo, da molta gente  dei nostri tempi. Non si fà vedere di giorno,  diventa assolutamente un "desaparecido" per poi scatenarsi  freneticamente di notte, in danze e scorribande furibonde, magari dopo un primo spuntino, appena calato il sole.Ed una prova del suo scatenarsi notturno l'ho avuto l'altro giorno, quando mi misi le mani nei capelli, non appena arrivai di mattina presto al mio orto. Anzi, per precisione, al capanno degli attrezzi. Girai in alto gli occhi  e mi resi conto che le tegole del tetto erano tutte fuori posto. Spostate di un metro o forse più. Qualcuna buttata per terra  mezza rotta e dava una visione perfetta della forza violenta o meglio arruffona che era stata utilizzata. Mio cugino esclamò : " c'è il giannaccio", ed io preso dalla rabbia non approfondii e cominciai a salire sul tetto per cercare di riaggiustarlo. Poi cercai di approfondire tutto: il giannaccio è il barbagianni reale. E' un animale completamente notturno, cioè di quelli che di giorno non si vedono mai. A differenza della civetta. Al calar delle prime tenebre fa l' happy hour con qualche piccolo verme che trova nelle immediate vicinanze del suo rifugio. Poi quando la notte è più fonda si lancia in una caccia selvaggia al secondo piatto in cerca di porzioni più consistenti. Ed allora non esita a sfasciare anche qualche tetto per cogliere le lucertole ed i topi nel sonno. Una agguato feroce, concitato e faticoso in cerca del cibo e della sopravvivenza. Perchè anche il giannaccio sa bene che la vita richiede sacrificio. E' una continua ricerca di risorse per tirare avanti. Per tirare a campare. Ed allora si capisce anche perché i nostri vecchi di Toscana lo definivano in senso dispregiativo, ma non troppo. Intanto lo avevano graziato dal nome ufficiale che induce molto spesso ad un'immediata ilarità se non peggio. Perché forse quell'animale, in fondo, non lo meritava neppure. Quando occorreva sapeva il fatto suo. Era solo un pò arruffone e scapestrato. Da cui togliendo la barba che non c'entra nulla, rimaneva solo da chiamarlo affettuosamente  "giannaccio".
Ed ecco qualcosa che forse pensa anche il giannaccio quando fa enormi fatiche per qualche topo in più:   


Non ti fidareragazzo miodi quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla seraPer il solito, o sono matti o imbroglioni! (Carlo Collodi)


Honest Maverick productions(surely a little barn owl)- Hard wild series- 
(My life for dreams)
enjoy:

lunedì 26 settembre 2011

We choose the Moon!!!





Qualcosa di straordinario da provare. Quando l'Uomo andò nella Luna eravamo piccoli, più poveri materialmente, ma tanto più ricchi moralmente. Tutti quanti, proprio tutti! E guardavamo a quella missione come una conquista comune dell'umanità. E poi pensavamo: se ora è così chissà nel 2000 cosa succede?.
Guardavamo la Luna dalle scale sconnesse, sotto la casa c'era il pollaio. E sotto il fico noi ragazzi avevamo il carretto fatto di legno, con il freno a mano. Ci sembrava qualcosa di tecnologico con qualche cuscinetto a sfera per aumentarne la velocità. E comunque avevamo tanta speranza che quel carretto, a breve, si trasformasse in una 1100. Eravamo anche adeguatamente "armati"  con una  strombola di precisione.Ma soprattutto eravamo armati di tanta e tanta speranza e voglia di fare. S intravedevamo mille possibilità da prendere a volo.
E sognavamo leccando un gelato che ogni tanto potevamo permetterci. Ed intanto l'Uomo andava sulla Luna!.


Honest Maverick 
 (midweek unusual post

enjoy:

we Choose the Moon (click here) and then enjoy the video
  



venerdì 23 settembre 2011

A-Socialità! ......associalità resa difficile?





Associalità è da  intendersi nel significato del verbo "associare" (composto della partic. AD a, verso e SOCIÀRE unire, da sòcius compagno), e quindi come contrario di asocialità. Il termine perciò indica la propensione dell'individuo alle norme del vivere sociale e ai problemi ad esso connessi, e la spinta verso la società e la collaborazione con gli altri (fonte wikipedia).
Quindi asocialità è il contrario ; ci vuole poco a capirlo ma con un pò di benaltrismo andiamo avanti:
".... omissis  Un disturbo di personalità è definito come un modello abituale di esperienza o comportamento che si discosta notevolmente dalla cultura in cui l'individuo appartiene....
......omissis.....
....non esiste una definizione universalmente accettata di personalità... omissis
....omissis
I cambiamenti patologici della personalità possono essere dovuti a diverse cause. Inoltre non è facile dare un giudizio di normalità o di patologia per questo settore della psicologia, anche a causa del contesto ambientale che influisce sulla comparsa e decorrenza del disturbo.....omissis" ( fonte wikibooks)

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Nella mia vita mi avevano definito in mille modi. Nelle mie lunghe peripezie ho conosciuto tante persone che hanno cercato di etichettarmi: La stragrande maggioranza  ha etichettato mentre altre (poche) non l'anno fatto mai, almeno apertamente. L'altra sera, ad una festicciola, una conoscente  mi etichettò davanti a qualche altro. Senza un particolare motivo, ma solo perché non volevo o non mi sentivo di partecipare all'ennesima conversazione di contorno "sgrillettante" ma senza originalità (quasi da sagra dell'ovvio con tendenza "andante allegro")  e così mi sento apostrofare, tra lo scherzoso e l'ironico "sei un asociale". Non è la prima volta che me lo hanno detto. Quando lavoravo mi definivano così. Ma lì forse c'erano anche altri scopi, forse non troppo nobili. Ci ho ripensato a quella frase, ho cercato di farmi un pò di autocritica silenziosamente, ho fatto le mie ricerche sul Web e forse ho trovato quello che cercavo.

Primo aspetto: 
Asocialità e rifiuto dell'ipocrisia
Preferisco essere asociale prima di scadere nell'ipocrisia. Normalmente nelle riunioni di persone non accomunate da un forte interesse comune (di qualsiasi tipo e anche non economico) le conversazioni scadono immancabilmente verso argomentazioni generiche dove, o si criticano gli altri, o si incensano o si giustificano le persone che ci stanno a cuore. Quante volte si sente dire "io quello non lo capisco proprio!!!). Se avessimo la facoltà di interloquire liberamente e fossimo in una società veramente "aperta" quelle persone andrebbero subito educate dicendo loro "guarda che nessuno ti obbliga a capire le altre persone" .....signorina Gertrude! 
     
Secondo Aspetto:
Asocialità e non sopportazione della maldicenza e superficialità
Peggio ancora è quando pur di conversare e fare le persone sociali  e "simpatiche" si trascende nella maldicenza o nel pettegolezzo! Sorvolo questo aspetto che è sintomo di grettezza. E prendo in considerazione l'aspetto meno drammatico della superficialità. Se passi da un argomento all'altro senza approfondire ma solo per cercare il consenso allora si scade inevitabilmente nella superficialità. E se entri in questa dimensione non puoi pretendere (perchè è una pretesa bella e buona ) che tutti ti stiano ad ascoltare e si divertano!. Quindi quelli che tu consideri asociali, molte volte lo fanno solo per una buona educazione, per non dirti  quanto sei patetico/a.


Terzo Aspetto:
Asocialità e non sopportazione dell'ingiustizia
Devi far parte per forza al nostro gioco.! Un gioco fatto molte volte di prevaricazioni su quelli che ne sono esclusi. Basta affacciarsi anche nel nostro piccolo per vedere tante forme di esclusione fatte a posta per aver motivo di discussione di quelli che partecipano. Non sopporti i favoritismi e non ne vuoi far parte da qualsiasi parte ne vengan fuori! Sei un asociale!. Hai criticato costruttivamente qualcosa o qualcuno e vieni emarginato solo per quello?. Quando ne sei escluso diventi un asociale nel piccolo gruppo, per l'associazione locale, per la combriccola di turno.
       
Credevo che questo fenomeno avesse una caratteristica limitata ad ambienti professionali,sociali od economici ed, invece, basta fare una piccola ricerca sul web per vedere sfilze di casistiche. Le propongo alcune. Ma vorrei terminare con una considerazione: non sarà per non dare modo di giustificarsi o di parlare al criticato di turno che si sono creati climi di "gelo polare" in molti aspetti della vita generale e locale?.  Ed è da notare quanta importanza viene data  a livello scientifico ai modelli organizzativi locali sull'influenza della personalità. 
Nella speranza di migliorarci tutti dobbiamo solo aggiungere due sole frasi "famose" che forse completano il quadretto un pò naif e che considerano moniti rivolti a me che mi son preso l'arroganza di scrivere quanto sopra:


- "attento tu che parli (nel mio caso scrivo) a cadere in un peccato ancora più grave, quello della superbia ;


-  "attento a non dimenticarti anche il bello che c'è nella tristezza";


Si.....ma poi attento a non denigrarti troppo che la moltitudine si auto- esalta e si difende con i denti anche senza meriti particolari.  e poi.....


Nulla è più terribile dell’ignoranza attiva.
Johann Wolfgang von Goethe
Una metà di me non sopporta l'altra. E cerca alleati! 
Gesualdo Bufalino
Non si pesano sulla stessa bilancia le offese che si arrecano e quelle che si subiscono.
Esopo


Dal Web:
"omissis.....La socializzazione in una società che deve ancora maturare tantissimo porta ad esaltare come relazione fondamentale il sesso e il potere con le drammatiche conseguenze note a tutte: molestie, abusi, sconcerie. L’intelligenza porta a mettersi in relazione quel tanto che basta per vivere in serenità. I più grandi geni della storia hanno tendenze asociali: non sono diventati capi nè hanno seguito i capi, non sono mai brillati per aspetto e posizione sociale ma hanno lasciato qualcosa di molto più profondo. Lo stesso Gesù Cristo era una sorta di asociale, diverso dagli altri e lontano dal mondo dei capi e del sesso, era angelo e non diavolo. Tra i diavoli ci mettiamo caporioni, maniaci, stupratori, arroganti, prepotenti, sfruttatori, tutte persone che cercano relazioni sociali per trarne ingiusto profitto. Molti eremiti, invece, sono diventati santi. Un profondissimo elogio a tutti coloro che vogliono stare tranquilli nell’ombra, vivendo nel profondo rispetto delle regole e degli altri ignorando tendenze e prassi sociali, coltivando la massima intelligenza allontanandosi da boria, futilità e bullismo. C’è il paradiso per i santi e l’inferno per i diavoli, ma ci sarà pure un mondo per gli asociali all’insegna della tranquillità e della purezza.....omissis."

"é che i miei colleghi organizzano sempre cene e uscite in discoteca e io dico sempre di no, trovo sempre qualche scusa...io proprio non ce la faccio a perdere il mio tempo con loro...quello che non sopporto è che dietro se ne dicono sempre di tutti i colori, parlano male, e poi organizzano le cene come a voler dire SIAMO TUTTI AMICI!
Io non ce la faccio a essere così ipocrita, non mi sento mai libera di dire la mia perchè i giudizi volano come se niente fosse, mi sento sempre il dito puntato contro....loro sono così! Non puoi parlare, non puoi sbagliare...senn sei giudicata e messa in croce!! Metter anche la testa sotto la sabbia ma io non me la sento di perdere tempo con sta gente... certo che un p ci perdo, perchè mi autoescludo dal gruppo! Ma per farne parte bisogna per forza essere ipocriti e falsi e fare finta di stare bene con loro? Ragazzi che sfogo...datemi una vostra opinione ciao".


Honest Maverick productions

enjoy::

venerdì 16 settembre 2011

COOPERATIVE - The FUTURE: un'idea per il mondo?



COOPERATIVE - The FUTURE- IN QUESTO CASO E' RIUSCITA,ANCHE SE HA ANCORA MOLTI BISOGNI.

Dalle carcasse delle "bombe a mano" a gioielli. No non sto scherzando; si parla di veri gioielli creati dalle piccole mani dei bambini cambogiani di strada. Di quelli che la mattina, quando si alza il sole, non sanno come fare per far star zitti quelli strani brontolii che sentono nello stomaco. I primi raggi del sole, per molti di loro, invece che essere una gioia, sono il preludio di un altro giorno da passare con qualche cosa da mettere sotto i denti e con mille altri problemi. Poi, come nelle favole migliori, qualche volta arriva un piccolo "angelo". In questo caso il piccolo angelo era Igino Brian. Un orafo affermato in quel di Valenza Pò dove viveva come tutti noi alla ricerca del benessere e nella ricerca quotidiana dell'incremento di quel benessere. Poi la "chiamata". E questa come avvenne lo dirà, se vuole, a tutti quelli che parteciperemo all' iniziativa. Ma la chiamata ci fu e fu perentoria. Basta Igino, ora devi fare l'"angelo laico". Devi lasciare tutto ed andare ad insegnare la tua arte a 10, venti, trenta ragazzi di un altro mondo perchè possano riscattare la loro dignità di essere umani. Sei chiamato al servizio di leva, quello che non finisce più. E lui è arruolato, va in Cambogia, inizia da niente, investe del suo. Il piccolo laboratorio prende forma in maniera embroniale.  A volte ci sono mille, diecimila difficoltà.
Sembra tutto perduto, l'angoscia sembra prendere il sopravvento. Ma mi diceva Igino, quando la disperazione era al massimo, inaspettatamente, arrivava sempre un piccolo aiuto che permetteva di tirare avanti qualche altro giorno. Ma le difficoltà erano molte. Perchè quei ragazzi molto spesso  avevano ed hanno bisogno di cure mediche, le stesse che per noi non ci danno problemi, ma in quel posto costano, mancano i medicinali, manca tutto specialmente senza i soldi. Ed allora  Igino sussulta, si fà in quattro, ma molte volte non basta. Ed allora accorreva qualche altro angelo laico. Ed in passato qualche medico è partito anche dalle nostre parti con qualche vecchio strumento che da noi era stato buttato nei magazzini. Ma il tutto veniva ripagato da un sorriso di uno di quei ragazzi. E poi la cosa è andata avanti. E' stata creata una COOPERATIVA (Cooperative - The Future ) dove si creano gioielli di tutti i tipi. Possono piacere o meno ma vengono creati da piccole mani bisognose che trasformano un metallo di morte  in un gioiello di vita e di grande speranza. Di questi tempi ci sembra davvero che non sia poco.
Per maggiori dettagli :   http://www.idaonlus.org/



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