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venerdì 22 giugno 2012

La sindrome di Huckleberry Finn: qualcosa di molto attuale?


 

http://diario.cinefile.biz/?p=157
L'avevo pensato come l'Uomo degli Aforismi e non sarebbe stato davvero poco ....ma, invece, il suo ruolo  nella Storia..................


« L’uomo è più complesso di quel che pare: ogni uomo adulto rinserra in sé non uno, ma tre uomini diversi: prendete un Sor Giovanni qualunque. In esso c’è il Giovanni Primo, cioè l'uomo che egli crede di essere; c'è il Giovanni Secondo, quello che di lui pensano gli altri; e finalmente il Giovanni Terzo, ciò ch'egli è nella realtà  » (Mark Twain)


"Huckleberry Finn oggi, secondo me, dovrebbe proprio esistere".

"Anche Mark Twain, in una lettera, scrive che verrà alla ribalta Huck Finn ogni volta che i benpensanti cercheranno di ostacolarlo. Invece "lui rimetterà di nuovo il panico nei giardini d'infanzia". La sua esistenza è necessaria perché egli è il personaggio della scelta, è colui che cerca il valore e il senso per sé, nelle sue azioni, nella sua esperienza. Finn rappresenta la negazione di tutti i luoghi comuni, del conservatorismo, delle regole oppressive di una collettività, di una comunità, perché lui è il tentativo di pensare con la propria testa. È un personaggio che, a rischio della propria pelle, cerca nella storia, nei fatti, nella quotidianità un modo di essere sempre innovativo, prendendosi pienamente la responsabilità. Tra l’altro il suo essere un parìa, il suo essere un personaggio che viene dalla marginalità, gli consente di conoscere la sofferenza in una società sempre più ingiusta, ineguale e ipocrita e di sopravvivere ad essa. Huckleberry Finn è un romanzo per persone che hanno uno spirito giovane, per tutti coloro che non cadono nell'ammuffimento del pensiero, della quotidianità e che si interrogano sul da farsi in ogni situazione, pensando con la propria testa e cercando una soluzione che abbia una valenza positiva. La nostra civiltà ci propone valori positivi che sono ideologizzati e che dobbiamo accettare forzatamente senza avere il privilegio di sperimentarli di persona, di sottoporli ad un'analisi individuale.  La tradizione viene rifiutata perché oppressiva, perché simile quasi alla morte e la modernità è un qualcosa invece che, giocando sulla vita, sempre di più ci porta verso la morte, cioè ci porta verso l'autodistruzione. Finn allora si interroga sui valori su cui fare affidamento, sulla strada da percorrere, non adagiandosi sui principi preconfezionati appartenenti ad un pensato che non è il suo. Egli deve operare una scelta che gli consenta di mantenere il grande valore dell'avanzamento pacifico ed esteso a tutti nella storia. È qui che Huck Finn è emblematicamente moderno, ma egli è anche avvantaggiato dalla sua condizione di reietto che gli permette di reinventare, perché non ha coperture, non ha appigli. Egli avverte il bisogno di scoprire nuove strade, che non vengano chiuse da una condizione di benessere o di comodo come quella di stare all'interno della comunità, che invece gli farebbe pensare ciò che gli è più conveniente rispetto al suo egoismo, alla sua condizione.L’autore assume sempre un atteggiamento di ironia nei confronti della società e i suoi scritti nascono per parodiare, per prendere in giro una letteratura rivolta ai ragazzi che è più simile a dei manuali scolastici con linguaggio e modalità istruttive comiche. Questa ironia che denota l’autore deriva dalla sua condizione di uomo che, all’interno della società, non sta da nessuna parte. Lui è un uomo del Sud, nato e vissuto nel Missouri, che conosce il bene e il male del Sud, come i valori di solidarietà che nascono dagli stretti legami, ma anche lo schiavismo e le condizioni di oppressione. Nello stesso tempo ha visto il Nord, ha visto che il progresso spesso coincide con la corruzione, come scrive nel suo libro L'età dell'oro. Egli morirà domandandosi: "che cos'è l'uomo?" in un clima di grande tristezza in cui perderà molti suoi cari e le sue finanze subiranno dei crack. Sembra paradossale che un individuo che continuamente esprime ilarità finisca invece così tragicamente.Non credo che ci sia il bene e il male, c'è però, come idea fissa, la condizione dell'oppressione. C'è l'oppressione di Jim, c'è l'oppressione del fiume che li porta a Sud, quando invece loro vogliono andare a Nord, c'è l'oppressione del battello che gli spacca la zattera, c'è l'oppressione dei balordi che salgono sulla zattera. E c'è l'oppressione di Tom, alla fine, di raccogliere la gloria e catalogarla, perché non può lasciare che le cose accadono normalmente, deve metterci sempre una sigla, un nome. Quindi più che il bene e il male, concetti che vengono tendenzialmente superati e reinventati di volta in volta, credo che il tema sia proprio l'oppressione della libertà dell'individuo e del suo pensiero, che è poi Mark Twain. Il mendicante, la figura della canaglia, del truffatore sono figure in quel tempo molto frequenti negli Stati Uniti, sono i venditori di fumo, quelli che vendono i prodotti più strani semplicemente per truffare la gente. E sono degli strumenti nelle mani di Mark Twain per parlare anche del teatro, dell'arte, di questa maniera rocambolesca di rappresentare, di darsi titoli, di inventarsi curriculum che poi non sono veri. Anche questo, che apparentemente sembra un qualcosa legato solo al tempo, si scopre poi, come è classico di un capolavoro, che trascende il suo senso e arriva fino a noi. Sì, su un piano formale Huck Finn fornisce la figura a tanti giovani ribelli, specialmente americani. Pensa alle illustrazioni di Rockwell oppure a le simpatiche canaglie di Micky Roonie, il ragazzo povero che si dibatte. Il momento che Mark Twain vive è proprio l'emblema della modernità, cioè rappresenta in auge quello che, sviluppandosi, saranno i cent'anni successivi e dunque necessariamente troveremo dei personaggi che si rifanno a quel modo di relazionarsi con la realtà."

Un libriccino in Inglese quando i libri erano davvero rari, figuriamoci poi, quelli in inglese. Una casa modesta dove, al limite, capitava qualche romanzo a puntate avanzato dal laboratorio della sarta Pia ma quando proprio l'avevano letto tutti. Qualche rara rivista comperata in città, nei rari viaggi al mercato settimanale della mamma e qualche Corriere dei Piccoli e qualche Domenica del Corriere capitata  lì per caso dal negozio del Barbiere che apriva solo il sabato sera e la domenica mattina. Quasi come premonizione di un decadimento annunciato della Campagna nei confronti della Città. Una rassegnazione abulica che dopo è finalmente sfociata nella desolazione di oggi giorno. E poi questo romanzetto che rivoltavo tra le mani, di anno in anno, pensando comunque che fosse qualcosa di prezioso. Poi quando cominciai a studiare qualche vocabolo di Inglese, alle medie, cercai di leggerlo. Ma  non arrivai neppure alle prime dieci pagine. Un inglese completamente diverso, quasi incomprensibile. Lo richiusi perchè non mi volevo scoraggiare ancora di più. Poi alla fine l'ho voluto vedere bene e, grazie anche ai nuovi strumenti tecnologici, tanto vituperati, ma che hanno permesso e permettono lo sviluppo della cultura, ho capito che quello era dei più bei romanzi dell'era moderna. Non lo dico io ma anche Hemingway e se lo dice lui io ci credo ad occhi chiusi. Forse è davvero il primo libro moderno dove si vogliono mettere in risalto figure come i "venditori di fumo", la voglia di darsi arie e titoli non guadagnati e di inventarsi curriculum che poi non sono veri. Ma forse il massimo della modernità si raggiunge in questa opera quando Finn morirà domandosi:"che cos'è l'uomo" in un clima di grande tristezza. Nel clima  anche di contrappasso perchè un  individuo che continuamente esprime ilarità finisce invece così tragicamente. E la più grande tragedia è quella di non aver capito il senso della vita e neanche il senso di se stesso. Credo un male frequente anche oggi anche se Nessuno mai lo ammetterà. Che strano davvero! Un libro veramente moderno. Ma la cosa più strana è che il libriccino in Inglese, si è scoperto, l'aveva portato nel 1911 la zia Isolina, come piccolo regalo, della Famiglia di Napoli nella quale Essa prestava servizio come domestica. Viene davvero da pensare che anche la modernità è come il vino. Se invecchia parecchio forse migliora! 
  
Honest Maverick productions
        
http://www.centrostudilaruna.it/mark-twain-ironia-e-liberta.html



Devo avere un’enorme massa di intelletto. A volte ci vuole perfino una settimana per metterlo in moto.


disse: "Tutta la letteratura moderna statunitense viene da un libro di Mark Twain, Huckleberry Finn. ... tutti gli scritti Americani derivano da quello. Non c'era niente prima. Non c'era stato niente di così buono in precedenza".

enjoy:

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