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sabato 30 giugno 2012

Ma il mio Ologramma a quest'ora che farà?


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In una bellissima trasmissione tematica venivano spiegati, in modo molto semplice, i concetti scientifici e fisici che hanno rivoluzionato il mondo. Con il mio modesto Q.I. sono riuscito ad afferrare solo pochi concetti ma quelli, credo, di averli capiti e quindi provo ad esporli. 
Povero me! 
I grandi eroi della scienza moderna sono Newton ed Einstein. 
Ed ora sono nelle mie mani! Poveri loro!     
Il primo è famoso per l'aneddoto "Newton e la Mela" e comunque per la legge della gravitazione universale, e  per tantissimi altri concetti e studi.  (puoi cliccare per vedere bene!) (fonte Wikipedia)
Einstein, con la sua teoria della relatività ristretta e generale che, assieme alle teorie di Newton, hanno permesso il lancio di missili fino alla conquista della Luna. Senza le loro intuizioni e scoperte forse eravamo ancora molto più indietro (puoi cliccare per vedere bene!)  (fonte Wikipedia)

« Max Planck non capiva nulla di fisica perché durante l'eclissi del 1919, è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fosse stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale. Se avesse capito davvero la teoria avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto »(Archivio Einstein 14-459[10])
  

Da allora esperimenti più precisi hanno confermato le predizioni della teoria della relatività generale, che oggigiorno vengono usate persino  nel normale funzionamento dei sistemi GPS.
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Ma io che cosa ho capito dalla trasmissione TV? Provo ad essere molto sintetico anche perché penso che i miei concetti di Fisica non interessino proprio a nessuno. Comunque, proviamo.
Spazio,Luce,Tempo...ed una cosa è certa;  tutto è in movimento e niente resta immutato. E aver capito questo non è poco! E poi.......lo spazio è reale. Esiste proprio come entità. Assomiglia ad un bel tappeto di gomma su cui si appoggiano gli oggetti. Oppure ad un tappeto tenuto sospeso ai quattro angoli. Se in tale tappeto ci appoggiamo una bella palla di marmo (la Terra) essa provoca un affossamento (orbita?). E se in tale affossamento facciamo girare una pallina di marmo più piccola, in assenza di attrito, essa girerà all'infinito in tale affossamento provocato dalla palla Terra. Immaginiamoci che questo tappeto tenda ad essere infinito ed avremo l'Universo.
Qualche fisico si metterà di già a ridere. Ma io vado avanti lo stesso. Quindi  noi percepiamo la nostra dimensione, ma non ci rendiamo conto  se esistono e come sono le altre. Altri concetti fondamentali :
Velocità della luce 1 miliardo e 80 chilometri all'ora. Velocità costante ed assoluta.
Mentre lo spazio ed il tempo si adattano a questa costante.Un mistero concepibile facilmente? NO! Ma possiamo intuirlo andando in automobile. Se accelero, aumento la velocità tendendo a quella della luce (per ora inarrivabile tranne nel famoso esperimento del Cern ed insuperabile!), ma questo mi fa consumare meno tempo (il tempo si adatta) ma anche lo spazio. Basta fare l'esempio dell'autoscuola dove si studiano tempi e spazi di frenata in base alla velocità e quindi non mi dilungo. Posto ed assodato che lo spazio si deforma come un piano  di tessuto sul quale si appoggia un oggetto molto pesante, vengono da domandarsi altre cose.
Il Big Bang ha dato movimento allo spazio e in che senso. Espansivo all'infinito o in riduzione una volta che ha perso la forza iniziale, come un elastico che lentamente torna al suo punto si partenza.? Mi veniva da portare come esempio: avrei detto come una strombola molto lenta! Ma poi ho detto: ormai  non la conosce quasi più nessuno e, quindi,  ho soprasseduto!   Comunque sia, lo spazio è un tappeto in movimento  e quindi destinato, per definizione, ad una fine?. Disgregativa per allontamento o per avvicinamento? Molto intuibile anche se stupefacente una volta capito. Ma in questo tappeto la nostra Dimensione è Tridimensionale o solamente Bidimensionale?  Non lo so ma mi piacerebbe saperlo. E a questo punto occorre introdurre il concetto di buco nero.





Un buco nero in una rappresentazione artistica dellaNASA.(Fonte Wikipedia)


" Se una stella è molto massiccia, più di 6-7 volte il Sole, quando esplode come supernova dà luogo all'oggetto più strano e affascinante del cosmo: un buco nero. Il nucleo della stella crolla sotto il proprio peso e non riesce a controbilanciarlo nemmeno comprimendosi al massimo. Niente può fermare la caduta della materia verso il centro della stella, finché l'intera massa del nucleo non si concentra in un unico punto! L'oggetto che si forma, il buco nero, è qualcosa di così strano e così estremo che non può essere descritto con le leggi della fisica che valgono sulla Terra.




"Gli ologrammi sono definiti come figure (o pattern) d'onda interferenti ottenute tramite l'uso di un laser, aventi la specificità di creare un effetto fotografico tridimensionale: essi, a differenza delle normali fotografie, ci mostrano una rappresentazione tridimensionale dell'oggetto proiettato. Ogni parte dell'ologramma, poi, contiene l'intera informazione: tagliando in due parti l'ologramma entrambe mostreranno sempre l'oggetto per intero."(Fonte Wikipedia) 
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Ed ora riprendo a scrivere io e mi viene da pensare anzi  mi viene un dubbio atroce: sono me stesso o sono solo un ologramma di me stesso? E comunque una cosa è veramente certa: da qualche parte esiste l'altra parte per intero di me stesso. Mi interessa davvero parecchio sapere dov'è. Non solo per un confronto che reputo vincente a favore dell'ologramma, ma anche e soprattutto per vedere e verificare che i sogni, le aspirazioni, i mancati traguardi di quaggiù non si siano realizzati dall'altra parte. E forse allora l'altro, più che Ologramma, bisognerebbe chiamarlo truffatore! E lo manderei, con un bel "calcione", direttamente nella nostra  piccola e difficile dimensione. Ed io, ovviamente, verificate un pò alcune cosette, mi tufferei nell'Altra.   

Universi paralleli? Può anche darsi, guarda e clicca sotto. 


 http://www.koimano.com/articolo.asp?id=912 


Remerciements
Questo blog, proprio ieri, ha raggiunto i 10.000 accessi. Questo a me fa molto piacere, considerando oltretutto che ci sono visitatori da tante parti del mondo anche da Paesi piuttosto lontani! Non mi resta che ringraziare tutti i Visitatori che mi danno sempre nuova energia e nuova linfa per andare avanti nella difficile strada di mantenere sempre vivo ed attivo questo modesto blog. Grazie di nuovo.    
Honest Maverick says: many thanks to all my readers.


Honest Maverick productions



Enjoy:


venerdì 22 giugno 2012

La sindrome di Huckleberry Finn: qualcosa di molto attuale?


 

http://diario.cinefile.biz/?p=157
L'avevo pensato come l'Uomo degli Aforismi e non sarebbe stato davvero poco ....ma, invece, il suo ruolo  nella Storia..................


« L’uomo è più complesso di quel che pare: ogni uomo adulto rinserra in sé non uno, ma tre uomini diversi: prendete un Sor Giovanni qualunque. In esso c’è il Giovanni Primo, cioè l'uomo che egli crede di essere; c'è il Giovanni Secondo, quello che di lui pensano gli altri; e finalmente il Giovanni Terzo, ciò ch'egli è nella realtà  » (Mark Twain)


"Huckleberry Finn oggi, secondo me, dovrebbe proprio esistere".

"Anche Mark Twain, in una lettera, scrive che verrà alla ribalta Huck Finn ogni volta che i benpensanti cercheranno di ostacolarlo. Invece "lui rimetterà di nuovo il panico nei giardini d'infanzia". La sua esistenza è necessaria perché egli è il personaggio della scelta, è colui che cerca il valore e il senso per sé, nelle sue azioni, nella sua esperienza. Finn rappresenta la negazione di tutti i luoghi comuni, del conservatorismo, delle regole oppressive di una collettività, di una comunità, perché lui è il tentativo di pensare con la propria testa. È un personaggio che, a rischio della propria pelle, cerca nella storia, nei fatti, nella quotidianità un modo di essere sempre innovativo, prendendosi pienamente la responsabilità. Tra l’altro il suo essere un parìa, il suo essere un personaggio che viene dalla marginalità, gli consente di conoscere la sofferenza in una società sempre più ingiusta, ineguale e ipocrita e di sopravvivere ad essa. Huckleberry Finn è un romanzo per persone che hanno uno spirito giovane, per tutti coloro che non cadono nell'ammuffimento del pensiero, della quotidianità e che si interrogano sul da farsi in ogni situazione, pensando con la propria testa e cercando una soluzione che abbia una valenza positiva. La nostra civiltà ci propone valori positivi che sono ideologizzati e che dobbiamo accettare forzatamente senza avere il privilegio di sperimentarli di persona, di sottoporli ad un'analisi individuale.  La tradizione viene rifiutata perché oppressiva, perché simile quasi alla morte e la modernità è un qualcosa invece che, giocando sulla vita, sempre di più ci porta verso la morte, cioè ci porta verso l'autodistruzione. Finn allora si interroga sui valori su cui fare affidamento, sulla strada da percorrere, non adagiandosi sui principi preconfezionati appartenenti ad un pensato che non è il suo. Egli deve operare una scelta che gli consenta di mantenere il grande valore dell'avanzamento pacifico ed esteso a tutti nella storia. È qui che Huck Finn è emblematicamente moderno, ma egli è anche avvantaggiato dalla sua condizione di reietto che gli permette di reinventare, perché non ha coperture, non ha appigli. Egli avverte il bisogno di scoprire nuove strade, che non vengano chiuse da una condizione di benessere o di comodo come quella di stare all'interno della comunità, che invece gli farebbe pensare ciò che gli è più conveniente rispetto al suo egoismo, alla sua condizione.L’autore assume sempre un atteggiamento di ironia nei confronti della società e i suoi scritti nascono per parodiare, per prendere in giro una letteratura rivolta ai ragazzi che è più simile a dei manuali scolastici con linguaggio e modalità istruttive comiche. Questa ironia che denota l’autore deriva dalla sua condizione di uomo che, all’interno della società, non sta da nessuna parte. Lui è un uomo del Sud, nato e vissuto nel Missouri, che conosce il bene e il male del Sud, come i valori di solidarietà che nascono dagli stretti legami, ma anche lo schiavismo e le condizioni di oppressione. Nello stesso tempo ha visto il Nord, ha visto che il progresso spesso coincide con la corruzione, come scrive nel suo libro L'età dell'oro. Egli morirà domandandosi: "che cos'è l'uomo?" in un clima di grande tristezza in cui perderà molti suoi cari e le sue finanze subiranno dei crack. Sembra paradossale che un individuo che continuamente esprime ilarità finisca invece così tragicamente.Non credo che ci sia il bene e il male, c'è però, come idea fissa, la condizione dell'oppressione. C'è l'oppressione di Jim, c'è l'oppressione del fiume che li porta a Sud, quando invece loro vogliono andare a Nord, c'è l'oppressione del battello che gli spacca la zattera, c'è l'oppressione dei balordi che salgono sulla zattera. E c'è l'oppressione di Tom, alla fine, di raccogliere la gloria e catalogarla, perché non può lasciare che le cose accadono normalmente, deve metterci sempre una sigla, un nome. Quindi più che il bene e il male, concetti che vengono tendenzialmente superati e reinventati di volta in volta, credo che il tema sia proprio l'oppressione della libertà dell'individuo e del suo pensiero, che è poi Mark Twain. Il mendicante, la figura della canaglia, del truffatore sono figure in quel tempo molto frequenti negli Stati Uniti, sono i venditori di fumo, quelli che vendono i prodotti più strani semplicemente per truffare la gente. E sono degli strumenti nelle mani di Mark Twain per parlare anche del teatro, dell'arte, di questa maniera rocambolesca di rappresentare, di darsi titoli, di inventarsi curriculum che poi non sono veri. Anche questo, che apparentemente sembra un qualcosa legato solo al tempo, si scopre poi, come è classico di un capolavoro, che trascende il suo senso e arriva fino a noi. Sì, su un piano formale Huck Finn fornisce la figura a tanti giovani ribelli, specialmente americani. Pensa alle illustrazioni di Rockwell oppure a le simpatiche canaglie di Micky Roonie, il ragazzo povero che si dibatte. Il momento che Mark Twain vive è proprio l'emblema della modernità, cioè rappresenta in auge quello che, sviluppandosi, saranno i cent'anni successivi e dunque necessariamente troveremo dei personaggi che si rifanno a quel modo di relazionarsi con la realtà."

Un libriccino in Inglese quando i libri erano davvero rari, figuriamoci poi, quelli in inglese. Una casa modesta dove, al limite, capitava qualche romanzo a puntate avanzato dal laboratorio della sarta Pia ma quando proprio l'avevano letto tutti. Qualche rara rivista comperata in città, nei rari viaggi al mercato settimanale della mamma e qualche Corriere dei Piccoli e qualche Domenica del Corriere capitata  lì per caso dal negozio del Barbiere che apriva solo il sabato sera e la domenica mattina. Quasi come premonizione di un decadimento annunciato della Campagna nei confronti della Città. Una rassegnazione abulica che dopo è finalmente sfociata nella desolazione di oggi giorno. E poi questo romanzetto che rivoltavo tra le mani, di anno in anno, pensando comunque che fosse qualcosa di prezioso. Poi quando cominciai a studiare qualche vocabolo di Inglese, alle medie, cercai di leggerlo. Ma  non arrivai neppure alle prime dieci pagine. Un inglese completamente diverso, quasi incomprensibile. Lo richiusi perchè non mi volevo scoraggiare ancora di più. Poi alla fine l'ho voluto vedere bene e, grazie anche ai nuovi strumenti tecnologici, tanto vituperati, ma che hanno permesso e permettono lo sviluppo della cultura, ho capito che quello era dei più bei romanzi dell'era moderna. Non lo dico io ma anche Hemingway e se lo dice lui io ci credo ad occhi chiusi. Forse è davvero il primo libro moderno dove si vogliono mettere in risalto figure come i "venditori di fumo", la voglia di darsi arie e titoli non guadagnati e di inventarsi curriculum che poi non sono veri. Ma forse il massimo della modernità si raggiunge in questa opera quando Finn morirà domandosi:"che cos'è l'uomo" in un clima di grande tristezza. Nel clima  anche di contrappasso perchè un  individuo che continuamente esprime ilarità finisce invece così tragicamente. E la più grande tragedia è quella di non aver capito il senso della vita e neanche il senso di se stesso. Credo un male frequente anche oggi anche se Nessuno mai lo ammetterà. Che strano davvero! Un libro veramente moderno. Ma la cosa più strana è che il libriccino in Inglese, si è scoperto, l'aveva portato nel 1911 la zia Isolina, come piccolo regalo, della Famiglia di Napoli nella quale Essa prestava servizio come domestica. Viene davvero da pensare che anche la modernità è come il vino. Se invecchia parecchio forse migliora! 
  
Honest Maverick productions
        
http://www.centrostudilaruna.it/mark-twain-ironia-e-liberta.html



Devo avere un’enorme massa di intelletto. A volte ci vuole perfino una settimana per metterlo in moto.


disse: "Tutta la letteratura moderna statunitense viene da un libro di Mark Twain, Huckleberry Finn. ... tutti gli scritti Americani derivano da quello. Non c'era niente prima. Non c'era stato niente di così buono in precedenza".

enjoy:

sabato 16 giugno 2012

Lealtà non è Fedeltà!

E....(di consequenza) anche ..... Fedeltà non è Lealtà?


In un recente dibattito televisivo, prima delle ferie estive, una giornalista, parlando del ruolo di alcuni personaggi vicini agli uomini di potere, fece una distinzione che mi lasciò positivamente perplesso. Quantomeno mi fece pensare e mi procurò anche qualche emozione che mi spinse ad approfondire i concetti. E quando si va ad approfondire un argomento si nota subito che  questo non è mai semplice da capire e da spiegare come sembrava nell'immediato.  Questo per qualsiasi materia. Quindi anche nel nostro caso di oggi. Sembra, infatti,  che la Lealtà sia più adatta ad un essere che abbia  una propria coscienza, come l'Uomo, mentre la Fedeltà potrebbe andare bene anche per gli animali, oltre che per gli Uomini.  E qui viene al pettine il primo nodo: definire il concetto di coscienza. Per questo dovremmo navigare tra mari perigliosi, anche se noi ci vogliamo subito limitare. E ci facciamo bastare il concetto in ambito etico che, spesso, viene definito come la capacità di distinguere  tra il bene ed il male per comportarsi, quindi, di conseguenza. Ed allora, ritornando  alla nostra piccola discettazione  di oggi, ci sembra che  il concetto di Lealtà dovrebbe implicare il superamento di un conflitto interiore grazie ad una scelta che, normalmente, è di carattere  morale ed etica. Infatti, anche se molti dicono che Fedeltà e Lealtà sono sinonimi, io (e la giornalista) crediamo, invece, che la Fedeltà presenti meno implicazioni di carattere morale mentre la  Lealtà  presuppone, forse, anche una partecipazione ed una condivisione dei concetti o degli ideali per i quali si decide di essere Leali fino alla fine, perché  si condividono fortemente  ed  anche emotivamente quei  principi ai quali si intende restare Leali  nel successo e nelle difficoltà. Come ci raccomandano di fare, quando ci si sposa. Ne discende, quasi automaticamente, che la Fedeltà  si può  vendere  più facilmente al miglior offerente e si presta a farci  salire o scendere da molti carri e carrette,  perché, in antitesi al proprio nome, ha spesso un prezzo.  E, a questo proposito, potremmo fare mille esempi non solo dei tempi odierni ma anche di quelli passati. Quando la Lealtà, più che la Fedeltà, presupponeva ( ma lo presupporrebbe anche oggi)  una revisione continua e critica ed un aggiornamento continuo tra "tempi", "momenti" e "revisioni" e d i principi  ai quali abbiamo deciso di essere leali. Perché se la Fedeltà  è  quasi sempre un adeguamento pedissequo ad una persona o ad un personaggio e,  quasi sempre,  aprioristicamente,  la Lealtà è più intelligente e più critica  e quando si riferisce ad un ideale  verifica sempre che i relativi principi  restino validi al di la delle etichette e delle associazioni del momento. Senza mai restare ancorata alla persona o, peggio, al favore di comodo e momentaneo. Ed anche nel nostro mondo moderno,  sia in economia, in politica che nel vivere  sociale avremmo molto più bisogno di Lealtà che di  Fedeltà. Anche nel "chiacchierato" mondo economico, dove, almeno negli anni passati, abbondavano gli Yes Men (Tanta Fedeltà) ed erano invece pochi i "veri" manager (pieni di Lealtà ad un piano concordato). Poi quando l'impresa andava bene la Fedeltà prendeva i premi e la Lealtà molte volte era perdente. E quando l'impresa andava male la Fedeltà si eclissava (tanto aveva già preso i premi) e spesso alla Lealtà toccava la parte più ingrata (ovviamente anche senza i premi). Con un simile sistema le vie della crescita e del successo erano spesso  ardue e acciottolate. Anche perché c'era sempre tanta Fedeltà ma poca voglia di essere Leali.  Sarà anche per la scarsità di questa virtù che ci sono pochi aforismi sulla Lealtà e molti sulla Fedeltà.

Ma noi qualcuno lo abbiamo trovato:

La nostra vita è l’immagine fedele della nostra filosofia reale, non presunta. 

Franz Fisher


  e ,poi

Certe persone mentono in modo tale che non si può credere nemmeno il contrario di quanto affermano.Franz Fisher

Siamo quasi tutti buoni, finché non ci costa niente.Franz Fisher

ed infine il bello e più vero:

 Leali, cioè essere fedeli a se stessi 

ed infatti è questa la grande differenza:  molti pensano che hai tradito gli ideali e purtroppo non sanno di averli traditi loro credendo di restare fedeli. Ma quanto è complicata  la vita. A volte spinge quasi  fino  ai confini  all'ipocrisia!  E a quest'ultima...... 
qualcuno scherzosamente gli dedica persino una giornata nazionale. Per vedere basta cliccare.
Ad majora.......forse ne abbiamo proprio bisogno!

Honest Maverick productions

venerdì 1 giugno 2012

Eroismo dell'uomo: il coraggio di andare avanti!


Non c'è bisogno di filosofeggiare molto per poter riflettere sulla "tragicità" del destino umano. Ma qualche volta occorre considerare anche la parte migliore che emerge e che rende profumata la vita: la voglia di andare comunque e sempre avanti, rialzarsi, rinnovarsi ogni mattina e rimettersi in cammino. E possibilmente avere o mantenere qualche ideale magari di quelli più sani. Non importa quanto complicato, ma certamente autentico. Ah ecco la parola che manca in tutto questo: l'autenticità. E tutto questo mi fa ricordare un bel film, "Scent of Woman"- Profumo di  Donna. Molti mettono in rilievo, in quel film, il fatto che il protagonista voglia scegliere il luogo migliore per suicidarsi e poi la vita, invece, gli da l'occasione per pentirsene perché la stessa ci dice che vale sempre la pena di essere vissuta nonostante tutto. Non tralasciando quest'ultimo aspetto, a me, sono rimaste impresse anche alcune  altre cose. Come, ad esempio, andare alla ricerca delle cose genuine e cercare di gustarne le prelibatezze e poi adempiere anche agli obblighi che, inderogabilmente, la vita ti mette di fronte, quasi come immediato contrappasso. Ma gustarsi, almeno una volta nella vita, come fa il protagonista, una bella suite d' albergo, uno dei migliori whisky al mondo o un bel sigaro cubano stagionato e farsi fare la barba con la crema al cioccolato nel più prestigioso barber shop, è quasi un "obbligo" ovviamente se ne hanno le possibilità economiche, come nel caso del film. Tanto, subito dopo, la vita ti richiama subito al dovere. Nel caso di specie: evitare un'ingiustizia che si stava tentando a carico di un giovane studente che non aveva appoggi, raccomandazioni e che, quindi, era destinato a ricevere tutte le colpe di un'azione non legale fatta da persone e da compagni di università che avevano alle spalle famiglie influenti ed appoggi di tutti i tipi. E forse, anche per questo, la vita merita di essere vissuta. Come,ad esempio, per quell'arrosto "quasi commestibile" che il colonnello dice di trovare  e gustare sempre quando è a casa. Ma occorre avere anche molta sensibilità per recepire gli insegnamenti dalla vita. Che ce li fornisce ogni giorno anche se noi  non sempre li capiamo. Proprio questa settimana, in un momento  molto triste, nel quale ci eravamo ritrovati "vecchi ragazzi" degli anni 60, alcuni coetanei ed altri no, venni tacciato di essere "nato già vecchio", in contrapposizione al pregresso processo di " life spending" di altri, specialmente in riferimento al bellissimo periodo della gioventù. Premesso che non concordavo completamente con l'accusa perché sentivo di avere molti argomenti sufficienti a discolparmi, fu bellissima però un'altra cosa: il naturale ritrovarsi in un'unità di intenti, sorretta da vecchi sentimenti naturali, di voler far qualcosa di utile per il nostro territorio e per i suoi monumenti  ed il suo ambiente naturale. Sentivamo quasi un dovere morale di fare qualcosa. Di non poter invecchiare tranquilli senza fare qualcosa di importante. Anche se eravamo consci delle Diecimila e Centomila difficoltà. Ma perché ho detto questo?. Perché credo che questa sia la vita: è come un qualsiasi giorno: c'è il mattino, il mezzogiorno, la sera ed il tramonto. E tutte queste fasi hanno le loro pene ma anche i loro magnifici frutti. Basta saperli apprezzare, assaporare e gustare. Perché dopo averli assaggiati  sarà molto più lieve anche adempiere ai veri doveri e difficoltà che la stessa, inderogabilmente, ci presenta . Doni  e doveri e difficoltà autentici e reali. Come il bastone da cieco, di vero cuoio, del colonnello, il suo whisky preferito, quei sigari famosi ed i profumi migliori,  sempre riconosciuti,  delle donne incontrate. Un Chanel number cinq....okay.....un Montecristo number one e forse poi è più facile accettare l'onere morale di difendere il povero studente ingiustamente accusato. Un dovere ed un  "scent of Woman". Un profumo di ....Donna e di  Vita, ......appunto. L'eroismo dell'uomo è andare avanti comunque ed a ogni costo......parole di attualità in questi giorni  tristi.....dove vediamo che di Eroismo ce n'è davvero Tanto in quelle persone a noi molto vicine, non solo in senso geografico, che, pur disperate, vogliono andare avanti.......Comunque e Nonostante Tutto. Onore davvero e sentiamo di  voler essere e stare più vicini possibile. Senza retorica,....comunque e nonostante tutto! Come  in uno "Scent of Woman"  reale e non in celluloide.
Honest Maverick Productions
            


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