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venerdì 28 settembre 2012

Il tartufo democratico e il destino di Poirot!




Picture of Creole French Fries Recipe
"Le patatine o patatine fritte sono un alimento a base di patate tagliate a fette di forma allungata e fritte in vari modi nei diversi paesi: in Belgio si usa il grasso bovino "Blanc de bœuf" in una speciale friggitrice, ma in generale sono gli oli vegetali (anche di arachidi) i più diffusi; in Italia e Spagna le patate sono cotte anche al forno finché non assumono la caratteristica croccantezza, e poi servite. Le varietà in commercio sono impacchettate per la vendita, di solito in buste. Le patatine fritte sono uno snack molto importante nel mercato dei Paesi di lingua inglese...........omissis....... (fonte Wikipedia)

A le Halle potevi trovare patate fritte anche alle tre di notte!  
Qualche volta potevi trovare anche “moules et frites”. Ma le frites c'erano sempre.  Non erano le FrenchFries ma assomigliavano molto più ......proprio alle "frites".  Ed erano splendide, colorate d'oro e fritte due volte nello splendido strutto di vacca. Non erano "Creole French Fries" ma erano dorate nella miglior tradizione del Belgio antico. Il primo chiosco delle patate fritte esisteva già nel 1830 con la nascita del Belgio. Si dice ed è riconosciuto da tutti che le patate fritte sono un cibo allegro, un cibo "per" e "alla portata" di  tutti. Un cibo che che ti mette sempe di buonumore. Un pò come cercare e trovare i funghi porcini. Le frites sono anche un cibo molto raffinato e non semplice da realizzare. Intanto è obbligatorio cuocerle due volte e poi portarle a "cantare" e questo  non è davvero facile. E' una vera e propria arte culinaria. Un segreto parecchio ben conservato. Una vera arte d'altri tempi.  Ed  infatti ora sta nascendo il museo delle "frites" proprio a Bruges, vicino alla place de la Bourse. Guarda caso una parola che si è diffusa in tutto il mondo e che è molto attuale ai nostri giorni. Come les frites. E la leggenda dice che alcuni secoli fa il Re ordinò, durante una passeggiata, di non svelare alla Regina che lui mangiava patate fritte, ma poi si accorse che anche la Regina, che era rimasta un pò più indietro, mangiava patate fritte e le prendeva dal cartoccio di una dama di compagnia. E pensare che nel Paese di origine delle patate, il Perù le patate vengono importate per poterle friggere. Poi qualcuno oggi ha il coraggio di chiamarlo cibo spazzatura. Junk food. A parte che oggigiorno la parola junk va molto di moda ed è usata impropriamente anche per altri aspetti, ma usarla per le FrenchFries con doppia frittura e cucinate con il metodo belga è un'eresia. Sarebbe come chimare Junk Food le ostriche dei mari del nord appena pescate. Certo non è cibo da mangiare tutti i giorni o quattro volte alla settimana come fanno molti giovani, ma è un cibo genuino, soprattutto se fritto con un ingredienti genuini e naturali. E credo che sia il tipo di olio o di grasso che si usa per friggerle a determinarne la maggiore o minore salubrità. Ma se anche il presidente Jefferson fece arrivare un cuoco da Parigi per poter avere le medesime patate fritte che aveva mangiato a Parigi quando faceva lì l'ambasciatore, credo che non ci siano dubbi sul fascino irresistibile o la bontà di una patata fritta come si deve. Ma ora c'è la globalisation..... anche delle patate fritte. Per prima cosa  esse sono ritornate dal luogo dove sono nate come sembra giusto: il Perù. Ma le friteries si diffondono dappertutto: in Giappone, a Jedda, lungo le strad di New York. Forse ci ricordano la cosa più importante: la felicità e la spensieratezza della nostra infanzia. E poi.....

LES FRITES AU KETCHUP? Si mille varianti per gustare la prelibatezza delle FRITES!
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"Les frites, il destino di Poirot Sono il simbolo commestibile di un Paese, più ancora delle enormi casseruole di cozze, del cioccolato e delle favolose birre. Belgio e patate fritte sono concetti inseparabili: i Belgi riescono nella difficile impresa di battere gli Statunitensi quanto a consumo pro capite di queste dorate e croccanti delizie che però, proprio nella loro patria, sono doppiamente in pericolo.

E dunque, perché nei paesi anglosassoni le patatine fritte prendono il nome di french fries? E' il destino di Poirot, come dicevo, mai rassegnato ad essere considerato francese anziché belga dagli Inglesi con i quali entra in contatto. L'origine del nome viene da alcuni rintracciata durante la Prima Guerra Mondiale, quando soldati americani avrebbero frettolosamente definito francesi quelle squisite pepite dorate che venivano servite da Belgi francofoni, ma in realtà se ne sa ben poco e, come nei più appassionanti romanzi gialli, inclusi quelli che hanno per protagonista Poirot, esistono svariate ipotesi, persino una pista messicana. Il fatto che anche in Messico si parli di papas a la francesa dà da pensare: bisognerebbe appurare se ciò dipenda dall'influsso americano o piuttosto, come suggerisce qualche acuto estimatore delle frites, il percorso sia stato inverso. Non dimentichiamo che nel 1862 l'esercito francese intervenne in Messico stabilendovi poi come regnante Massimiliano d'Asburgo: i Messicani potrebbero aver conosciuto a quei tempi les frites, e averle legate indissolubilmente, nella denominazione, all'esercito invasore. Un piccola notazione per amore del paradosso: Massimiliano aveva sposato Carlotta del Belgio. "
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Si fa presto a dire patatine fritte. Ma la cosa è più complessa.   Ma poi per quanto mi riguarda da vicino devo proprio dire che si  tratta di un vero cibo democratico. Di quelli che costituivano anche quando eravamo piccoli  una delle ragioni per cui voler vivere ad ogni costo. Una bella "leccornia" a portata di mano. Mentre le altre leccornie, (ad esempio i pomi, i gelati, le caramelle etc) bisognava andare a comprarle, le patate fritte erano a portata di mano. Bastava che la mamma avesse voglia di friggerle perchè la materia  prima era sempre a portata di mano. O nell'Orto o nella stalla e quei vecchi pomi marroncini con qualche piccolo occhio già cresciuto si trasformavano in una prelibatezza a buon mercato. Ed il tutto forse dipendeva anche dalle materie prime utilizzate per la frittura. Era a discrezione ed in nostre mani: sià che si volesse utilizzare  l'olio di oliva dei nostri ulivi di mezza collina, sia che si volesse utilizzare il lardo contenuto nel vecchio vaso di coccio verdolino. Era lardo bianco come il latte. Ce l'aveva dato quel bel suino che si teneva sotto casa e che grugniva contento quando gli si portava le bucce e gli avanzi del pranzo e della cena. Ed il cerchio di completava, in un circolo virtuoso e, più che altro, veramente  sostenibile. Ovviamente a scanso di equivoci  il maiale aveva la cinta. Ma, povero maiale, non aveva mai assaggiato le patatine fritte. Quelle non avanzavano mai!
Termini universali sulle patatine fritte:  French fries, Les Frites, Chips,Hot chips and Packet chips, Crisps ......e, molti molti altri. Perchè le patate sono un cibo universale. Democratico e a Buon Mercato. Un Tartufo a portata di tutti. Vive  vive les FrechFries! 
http://www.cucchiaio.it/ristoranti/le-vent-du-nord-milano-6-3/

Honest Maverick productions
 



        
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venerdì 14 settembre 2012

La sindrome del trattore giocattolo? Ritornare alle cose piccole e semplici!



(COME COSTRUIRE UN PANNELLO SOLARE CON BOTTIGLIE DI PLASTICA).
 http://ecocosas.com/arq/calentador-solar-gratis-con-botellas-pet/

 La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione. Isaac Newton

La perfetta semplicità è inconsapevolmente audace.
George Meredith, La prova di Richard Feverel, 1859
 
Vorrei fare un post irriverente. Ma non ci riesco quasi mai. Nel nostro mondo moderno o postmoderno, come lo chiamano molti,  tutti noi,  nei fatti, siamo molto "tradizionali". Alcuni esempi?  Eccoli, secondo il mio  parere. Ad esempio, se noi costruiamo in muratura, prendiamo in considerazione i medesimi materiali di sempre  e, quasi sempre, gli stessi metodi di costruzione. Se pensiamo a problemi energetici, pensiamo sempre in grande. O meglio a grandi congegni. Se costruiamo un'automobile la costruiamo pesante. Con materiali che richiamano alla robustezza. Salvo poi, dopo tanto e tanto tempo e dopo tanti e tanti danni, avere dei primi dubbi e dei primi ripensamenti. E ci viene in mente, ad esempio, che esiste anche l'alluminio. Il riscaldamento? Fino ad oggi congegni complicatissimi e lavori costosi per quialsiasi tipo di riscaldamento tu richieda. E poi se domandi di qualche innovazione che possa far risparmiare almeno nel lavoro e nei costi di installazione, ti senti quasi sempre rispondere che l' "innovativo"  non funziona, o non funziona a dovere o, peggio ancora, che è una vera e propria bufala. Ritornando quindi al punto iniziale: bisogna, quasi per forza, realizzare le opere in maniera tradizionale. Ma soprattutto con la mentalità della tradizione. Rifuggendo le innovazioni "rivoluzionarie", quelle sostanziali.  Sono accettate solo quelle minimali, solo quelle che fanno funzionare meglio il "tradizionale". Di questo passo, credo, che si rinnovi molto poco e/o in maniera davvero lenta. Mi riferisco ad esempio ad una innovazione che, forse, si prospetta nel  futuro modo di riscaldarsi. Premetto solo alcune cose: io non mi intendo di fisica, non mi intendo di riscaldamento né delle problematiche connesse a questo. Ma mi fido del più grande fisico e scienziato che l'umanità abbia avuto che asseriva una cosa che a me, a naso, a semplice naso, torna: "è assurdo propagare il calore per conduzione, quando abbiamo l'esempio del Sole che trasmette il calore per irraggiamento". Ed allora perchè non imitare quella grande lampadina senza led che ci accompagna da quando siamo nati  e che ci trasmette il calore attraverso i suoi magnifici raggi. Mille poesie e mille canzoni sono state scritte sui raggi del sole. Welcome Sunshine.......... Ma allora, per traslazione, perchè non imitare, nei nostri congegni, il metodo del nostro grande Fratello Sole? Trasmettere il calore per irraggiamento! E vedo che stanno nascendo, come i primi funghi, qua e là, e sporadicamente, i primi apparecchi per riscaldarci tramite irraggiamento. Aumentando quindi l'efficienza del calore e dimuinendo i consumi. Appena l'ho fatto presente a qualcuno, perchè mi poteva interessare, sono stato guardato con ironia. Poi quando ho fatto vedere i primi dispositivi, ovviamente trovati sul web, la cosa si è un pò rivoltata a mio favore. Ma c'era sempre la ritrosia del web. Poi quando ho fatto parlare il mio tecnico con la ditta che offriva tali congegni (per telefono ovviamente e non per web), allora la cosa cominciava a diventare interessante. Proprio allora mi è venuto in mente una cosa.  In modo spontaneo. Mi è venuto in mente Meucci ed i suoi sacrifici per far accettare a tutti la sua scoperta. Che ovviamente scappò dalle sue mani e portò onore a qualcun altro. Ma oltre a lottare per la scoperta, quanto ci fu da lottare per far accettare quel nuovo "aggeggio". E  per tanto tempo  era considerato più "conveniente" prendere il treno o la diligenza,  farsi cinque giorni di viaggio e discutere la faccenda guardandosi negli occhi. In maniera tradizionale. Come il calore per conduzione! Che è proprio difficile da immaginare in maniera diversa. Ma neppure il grande Meucci avrebbe mai pensato che, un pò di tempo dopo, sessanta milioni di suoi connazionali non potessero più fare a meno della sua invenzione. E che se la fossero portata sempre dietro come il  fazzoletto da naso. Anzi al suo posto. Perchè ormai quello è un optional  fatto di carta. Ed invece  il telefonino è una faccenda molto seria dalla quale non ci si può più allontanare. Mai, neppure per un momento. Si rischia quasi un piccolo attacco di panico! Che bello avere avuto tanti bei inventori, tanto e tanto tempo fa e che la sapevano proprio lunga. Altrimenti saremmo ancora senza telefonino. E, senza questo............. ma come si sarebbe fatto ai tempi d'oggi?  
 Ad maiora.  
 Ps: per motivi personali il prossimo post sarà pubblicato tra 15 giorni. Mi scuso per l'inconveniente dovuto a cause di forza maggiore.  Ciao e a presto.    

Honest Maverick productions              
    CAT ruspa con cingoli (2443)

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venerdì 7 settembre 2012

Sette piccioni in fila indiana!

 


 


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Uno scenario di qualche settimana fa,quando la nostra terra era tutta crettata dal grande calore ed il sole infuocato sin dal primo mattino,offuscava la vita quotidiana non solo degli   umani, ma anche e soprattutto del mondo animale in generale. Un "affaire" che appare  risolto per quest'anno, ma che non fa male ricordare in questo cambiamento di stagione. Anche per non correre il rischio di dimenticare troppo in fretta.    
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Uno spettacolo che non avevo mai visto. Forse, anche perchè la siccità di quest'anno non è stata usuale dalle nostre parti ma, anzi, è stata una cosa eccezionale. E scrivo questo post in questa domenica di fine Agosto quando si è piovuto una mezza serata ed era dalla metà del mese di Maggio che non lo faceva. Ma gli effetti di questo si riscontrano anche visivamente nel piccolo mondo circostante. Basta vedere l'erba tagliata in precedenza e che ora sembra semplicemente  bruciata. Un piccolo mondo semideserto dove la terra è piena di cretti. Dove le colture tradizionali e le verdure estive sono tutte malate e piene di parassiti. I pomodori pieni di macchie e di insetti e tutti marci nelle estremità li ho ritrovati anche al supermercato stamani mattina con mio stupore. Per non parlare di zucche, zucchini, fiori di zucca e zucche invernali. Nonostante le innaffiature, niente, le piante tendevano a ritirarsi in sè stesse, quasi in un classico processo di autoprotezione e quasi a voler comunicare che questo non è il loro ambiente, il loro clima. In un clima semideserto le zucche non ci sono. I pomodri non ci sono. I fagiolini non ci sono. Tutto è diverso. Seccano le piante di agrifoglio, il gelsomino ingiallisce ed anche gli olivi soffrono. E tutto si ripercuote anche nel mondo animale. Due piccole scenette. Un gatto che tenta di acchiappare uno scoiattolo. Lo manca perchè il bellissimo roditore è molto veloce e si inerpicava, nascondendosi, nella vegetazione di un giovane cipresso. Ma poi il gatto viene verso di me, miagolando disperatamente con la bocca aperta. Lo guardo pensando che stia male. Poi mi accorgo che ha solo tanta tanta sete. Prendo la bottiglietta d'acqua. La taglio a metà e la povera bestia si avventa su quella molto voracemente. Ora sto meglio, molto meglio dello scoiattolo. Sono sicuro che pensa questo. L'altra scena è che le bestiole che nornalmente vivono nel sottobosco escono allo scoperto. E parlo di piccole bestiole e non dei grandi capi come i cinghiali ai quali vedo preoccuparsi, quasi quotidianamente, i vecchi cacciatori in pensione. Per portare l'acqua alle fonti. E non in senso figurativo ma effettivo. Nel vero senso della parola. Ma poi nell'orto mi accorgo anche di altri movimenti molto strani. Voli concitati di uccelli. E mi accorgo del  loro peregrinare verso le piccole riserve di acqua. Della conca e del piccolo fontino di acqua piovana che c'è sempre stato e che c'avevano trovato anche i miei vecchi.  Mi volto verso di questo e vedo dei piccioni in fila indiana che attendono il loro turno per andare a bere. Perchè il fontino è mezzo vuoto e ci si accede solo da uno scalino che ora  resta fuori dell'acqua per circa 15 centimetri. Ordinatamente i piccioni si dissetavano in trenta secondi e poi ripartivano verso il tetto dove normalmente stanno. Non avevo mai visto i piccioni così organizzati. Forse in un ambiente così infuocato comincia ad aleggiare un senso di circospezione, di paura od almeno di emergenza. E nell'emergenza occorre organizzazione. E quindi anche nel mondo dei columbidi qualcuno ha intimato organizzazione e parsimonia. Molto bene, ho detto. Forse tutte le specie tendono alla perfezione anche se noi non ce ne accorgiamo. E comunque poi tutti speriamo che l' "affaire" sicictà si risolva. Ad esempio oggi un pò ha piovuto. Sento un vento forte. Forse è foriero di tempesta ed acqua. Arriva qualcuno, apre la finestra e mi dice che, finalmente la temperatura è abbassata, ma ha smesso di piovere. Resto perplesso e per un attimo pensieroso. Forse non aveva tutti i torti  quando mia figlia voleva piantare una palma che qualcuno al mercato aveva esposto. Credo per vendere. Ma senza arrivare a questi eccessi di alcune cose sono sicuro. I piccioni dovranno aumentare la loro organizzazione. I vecchi cacciatori continueranno a portare l'acqua alle fonti. E quella giovane lucertola aspetterà che innaffi il geranio per arrivare a bere quasi in diretta con l'acqua che scende dall'innaffiatoio. L'altro giorno domandai ad un'amica di Facebook cos'erano quei bei frutti che aveva pubblicato nella foto. Ingenuamente e ignorantemente scrissi " Que belle apricots"... e lei, sicuramente ridendo, mi rispose " il sont des dattes, non apricots". E lei scriveva dalla Corsica. Mi vergognai un pò e capii perchè al mercato si prepraravano a vendere le palme. Ed ora sto pensando:"Olio di palma o d'Oliva". In futuro valuterò per bene. Di questi tempi bisogna organizzarsi. Come fanno persino i piccioni!
Honest Maverick productions


 





sabato 1 settembre 2012

Una giostra molto speciale: più di ottanta volte intorno al Sole!


 
 
Abbiamo comperato tutti il biglietto. Per quella meravigliosa giostra che supera di molto ogni più meraviglioso parco giochi del nostro Pianeta. Anche perché esiste un'attrazione favolosa e, più che altro, inimitabile: una specie di montagna russa che ci fa girare circa 80 volte intorno al Sole. Ed il bello che non c'è niente di prefissato. E' tutto aleatorio!. A dire il vero qualcosa di concreto c'è. C'è il Sole e quello è il punto di riferimento importantissimo intorno al quale dobbiamo per forza girare. Poi c'è il tempo: perchè per fare circa 80 giri intorno al Sole occorrono circa 80 anni. Tanti anni quanti sono i giri. Ma i giri più belli sono limitati: dall'ottavo al ventesimo! Nei rimanenti?.... o sei preso dall'incoscienza, dalle preoccupazioni o dalla noia o dalla vecchiaia. Ma se potessimo, agli ultimi giri, quasi tutti ricompreremmo il biglietto per una nuova corsa. Anch'io che sono sempre stato un pò pessimista. E poi in ognuno di questi giri ci sono le stagioni, i dispiaceri ma anche le gioie che hanno un valore molto superiore. C'è anche tanta routine giornaliera. Ma anche questa  può essere istruttiva. Perchè è nei contrasti che la giostra assume tutto il suo sapore: non ci sarebbe gioia senza dolore e non ci sarebbe creatività senza routine. Dalla giostra si vedono anche tanti paesaggi. Anche senza muoversi, comodamente, da quella poltrona che ti porta attraverso lo spazio. No! ho sbagliato. Non c'è spazio ma solo Tempo. Ma se il Tempo è il fratello dello Spazio ci sono tutti e due. C'è purtroppo una sola dimensione. Ecco l'unico difetto della giostra: ha una sola dimensione. Riusciamo a vedere solo in maniera semplicistica. E fatichiamo a credere alle cose che non vediamo. E giudichiamo tanto senza riuscire a capire fino in fondo. Ecco se c'è un difetto nella giostra é che ci porta a sfiorare tanti mondi, tanti confini che riusciamo solo a percepire ed intuire. Ma si ferma sempre un secondo prima. Quasi a sfidarci per vedere se riusciamo a capirne di più. I giri migliori? Quelli dei primi amori, dei primi baci. Dei primi approcci. Quando non hai ancora impegni e viaggi in un mondo fatto di emozioni a cui viene dato il nome di speranze. Ed  il giro peggiore? Quando si materializza l'Orco immaginario che spazza via quella bella atmosfera perchè ti dice una frase brutta e bella allo stesso tempo: datti da fare perchè la Giostra non è gratis. Il biglietto deve essere pagato in ogni modo. E forse, da un certo giro in sù, proprio quando ti diverti sempre di meno, ogni giro costa un pò di più.  Se non altro di fatica. Una bella Giostra, ma, qualche volta, un pò difficile a capire ed anche un pò crudele! Ma, nonostante tutto, io ripagherei il biglietto! Anche se il prezzo fosse triplicato. Anche se costasse il triplo o dieci volte l'inflazione programmata. Penso che il prezzo del biglietto non sarebbe importante. D'altra parte sarebbe per una sola volta nella vita. O, molto meglio, una volta per ciascuna vita. Sicuramente non nella stessa  dimensione! E forse, dall'altra parte,ci ritroveremmo davvero al Roxy Bar con le persone che ci piacciono di più. Ad majora, guys.....admajora davvero. 
Honest Maverick productions
 simmetria spazio tempo-lo dicono tutti!
Recensione, LA GIOSTRA DELLA VITA di Sherryl WoodsRecensione, LA GIOSTRA DELLA VITA di Sherryl Woods


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