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domenica 23 marzo 2014

I pericoli di uccidere le illusioni!

 
Badate, volendo estirpare un'illusione, di non uccidere un'anima”.

(Arturo Graf, Ecce Homo, 1908)

Forse, per l'epoca in cui sono nato io, non sono stato sicuramente l'unico ma, posso dire che ho vissuto l'epoca dell'uccisione delle illusioni, quelle importanti, di quelle che lasciano il segno. E le illusioni importanti sono quelle dell'adolescenza quando ti devi fare una vita ed una professione. Eravamo figli di genitori che avevano patito la fame nel vero senso della parola. Gente che aveva conosciuto solo lavori materiali e quelli più modesti. Contadini e boscaioli. I loro genitori erano quelli che lavoravano da "sole a sole". E tutto questo quando non c'era da fare la guerra. Per loro il riscatto sociale dei figli era poter dare loro una buona istruzione ( anche se questo comportava per  loro sacrifici immensi) e poi subito a lavoro. Il massimo per loro, ed era ragionevole, era il lavoro fisso per i figli specialmente quello d'ufficio. Il loro sogno e la loro aspirazione agognata dalle loro precedenti generazioni e guardata con sommo desiderio sin dall'Ottocento. Perché era gente, come mio nonno, che non sapeva nè leggere nè scrivere, oppure che sapeva solo leggere come mia nonna e che, sempre mio nonno, quando andava allo scrittoio a fare i conti con il fattore, non poteva controbattere alcunché per contestare al fattore i suoi "ameni" conteggi quasi sempre a sfavore di chi prestava l'opera; l'operario appunto. Ed in famiglia mia si è sempre raccontato che, in una di queste occasioni parecchio concitate, a mio nonno, in una sola nottata, i capelli diventarono tutti bianchi  per l'arrabbiatura che aveva preso, perché a suo dire  (e c'era da credergli) era stato "truffato" dal fattore per circa la metà del compenso del suo lavoro, ma non poteva contestare i conteggi perché non sapeva nè scrivere e neppure leggere. Era sicuro di questo nell'anima ma non poteva esprimerlo.Nè tantomeno dimostrarlo. Una frustazione doppia.  Era stata estirpata un'illusione dalla sua anima. L'illusione di poter disporre del giusto compenso. E non era solo una questione economica, ma anche di giustizia e di verità. Ma la stessa cosa, anche se in forme e proporzioni completamente diverse, doveva succedere a suo nipote, allorquando, diplomato con il massimo dei voti  fu contattato per essere assunto in un ottimo posto Ovviamente non si poteva, se non in forma di  "scandalo" e di "rinuncia economica" che la tua famiglia non poteva permettersi, rifutare un simil impiego che, anche oggi, cinquant'anni dopo, sarebbe  molto buono. Quindi l'illusione di produrre olio di oliva e di raccogliere i prodotti boschivi e tutti i frutti del proprio territorio e di commercializzarli dappertutto, restò tale. Semplicemente un'illusione antieconomica ed adolescenziale.Come quella anche di frequentare l'università in modo serio.  Due chimere. Peccato che l'anima in quel periodo cominciò a fare le bizze: oltretutto doveva viaggiare troppo per i suoi gusti e fare anche il militare obbligatorio che, senza "l'appoggino",  ti toccava nei peggiori "posti" nei lunghi 15 mesi che ti dovevano formare come uomo. E dopo ti aspettava il lavoro buono ma lontano da casa perchè il tuo "Territorio" non sapeva che farsene di te e quindi le chimere dell'anima non furono solo tenute da parte, ma semplicemente uccise. Dopo 40 anni da questa storia mi sono poi risvegliato ed ho scoperto una cosa: considerato tutto aveva sempre avuto  ragione l'anima. Alla quale bisogna sempre dar ragione. E non ascoltare nessun altro tranne che Lei. Lei che è sempre attaccata al nostro corpo fino alla fine con quella forma di energia misteriosa, e da capire fino in fondo, che ti indica anche la giusta strada da prendere. Ed anche quando  non viene ascoltata cerca comunque di curarti le ferite e ti da la forza di proseguire. Si fa sempre carico delle tue ferite e per questo ha dovuto rinunciare un pò a se stessa. In maniera irreversibile.
D'altra parte  lo dicono in tanti; "l'estirpazione delle illusioni rischia di uccidere l'anima!". E credo che se l'anima non è morta del tutto è già stato un successo.

Honest Maverick productions





 
enjoy:
 

sabato 8 marzo 2014

Buona Giornata Internazionale della Donna!

 

Tre  link per questa giornata speciale: International Women Day

Hope! per il mondo del futuro!
MIlle ricordi di Donne!

International women day

Google Italy Blog: In anticipo: buona Giornata Internazionale della D...: Le donne sono storicamente poco rappresentate in molti ambiti: le scienze, i programmi scolastici, gli affari, la politica e, purtro...

 

domenica 2 marzo 2014

Panem et circenses di oltre 50 anni fa!


 


Era il tempo di quando eravamo molto più semplici di ora e ci accontentavamo delle cose giuste e genuine. Cose semplici come gli alberi di ginepro, le loro preziose bacche, l'unica muta da calcio (pantaloncini e maglietta stinta) e le preziose scarpe a cui tenevamo moltissimo e la nostra semplice vita quotidiana che però molto spesso rimpingiamo e che non esiste più svanita in un ricordo in bianco e nero. Poi uno scoppio improvviso di gioia, mondanità e si aprivano mille sentimenti di curiosità, di voglia di novità, di passione e di mille speranze. Speranze di divertimento ma soprattutto di vedere un mondo di novità, gente di mondo più avanti di noi che aveva visto tante cose. Prendevamo il meglio da questi  nuovi sentimenti e passavano dei giorni di gioia mista ad aspettative di un mondo migliore che rimanevano, anche dopo, quali speranze di mondi belli ed immaginari. E nessuno ci diceva che il vero mondo da sognare, da abbracciare e da preservare con cura era quello che avevamo. Un mondo bello per mille cose: il pane fatto in casa, la gioia di vivere in simbiosi  e quello spirito di comunione che era il bene più prezioso e che forse, ai nostri giorni, si è perso nei meandri del molto e del nulla. E tra le tantissime cose che si sono perse c'è anche quell'atmosfera bellissima che riuscivano a creare i piccoli circhi di Paese che poi, magari, hanno fatto anche successo, ma che, allora, creavano un'atmosfera unica ed una clima di aggregazione tra le persone che ora sono andati totalmente perduti. Erano i tempi della guerra fredda, tempi di divisioni artificiali specialmente in campagna. E in quelle splendide sere di spettacolo, anche di vero spettacolo, c'era anche la magia di verificare che quelle divisioni che sospettavamo parecchio forzate almeno in un piccolo Paese, venivano annullate da un ottimo spettacolo circense. C'erano tutti in quel tendone: i rossi, i bianchi ed i turchini.Tutti ad ammirare i grandissimi numeri dei mitici fratelli Caroli, grandi   artisti circensi della storia del circo internazionale.      
Honest Maverick productions.

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Eravamo già a Cetinale , quasi al pari del Leccio Bello, quando sentimmo un rumore inusuale ed intravedemmo una lunga fila di camion bianchi che non finiva più.
“Ragazzi, arriva il circo “ disse Vaschino con un’aria mista a contentezza e meraviglia.
Era domenica, si stava per andare a pranzo ed arrivava il circo.
Quante cose c’erano da fare quella domenica. Si voleva andare a vedere la partita della Coppa Brenna, c’era da fare l’inventario della cooperativa ed arrivava il Circo.
Troppe cose in una sola domenica.
Il circo Caroli  era un bel circo, di quelli che da noi non si erano mai visti. A mala pena entrava nella piazza della Chiesa. Noi ragazzi eravamo sempre laggiù, perché durante il giorno ci avevano i biliardini su cui si poteva giocare. Mi sembrava troppo in un colpo solo, la sera lo spettacolo con tutte quelle luci, il giorno i giochini. Poi quando fosse andato via,  ci sarebbe sembrato d’un tratto di nuovo tutto vuoto. Ci piacevano le ragazzine del circo, si faceva loro la corte e la sera si ammiravano lavorare e fare acrobazie. Gli spettacoli della sera erano sempre pieni di gente, il Paese era tutto riunito li. Ci avevano anche i leoni ed un cantante uomo che si trasformava da donna.
Un grande spettacolo in un grande paese. Prima dello spettacolo, la sera, mettevano la musica e  ricordo che  mettevano sempre la canzone “Si è spento il sole …..”. Tutte le volte che sento quella canzone penso al circo Caroli. Il Circo Caroli riunì tutto il paese, li sotto a quel grande tendone dipinto di stelle, non c’erano più differenze ideologiche. C’erano quelli di sinistra e quelli di destra, c’erano i notabili del paese e la gente comune, uomini e donne, ragazzi e bambine, tutti riuniti, in un misto di allegria ed ammirazione.
Forse se l’aria  che si respirava sotto quel tendone, ci fosse stata tutto l’anno, tutti ci avremmo guadagnato moltissimo.(Tratto da Ancajano- la porta di Jano- unpublished- rights reserved)
Honest Maverick productions
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