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giovedì 31 dicembre 2015

Un anelito del cuore mi fa dire: Happy New Year a TUTTI!

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Così scrivevo alla fine del 2009 e questo vale anche per ora nel 2016. Non è cambiato niente se non che sono 6 anni più vecchio e sempre meno in forma:

Fine di un Anno. Fine di un periodo e tempo di bilanci. Bilanci materiali e morali e personali. Forse dovremmo, più spesso, provvedere a fare un pò di bilanci in tutti i campi: nel sociale, nella vita pubblica e privata e non solo nelle aziende. Una volta si faceva l'inventario, sembrava di fare il bilancio ed invece era solo la giacenza di magazzino. Ed allora cominciamo a fare l'inventario del blogger: in magazzino ci sono tanti post, tanta passione e tante ore spese. Il risultato, come in qualsiasi campo di attività, avrebbe bisogno di miglioramenti , ed anzi mi riprometto di trattare, nel prossimo anno, salute permettendo , tanti altri argomenti e di addentrarmi nei meandri della Montagnola più spesso, sviscerandone i temi sociali e soprattutto storici. Attività di bilancio: tanta passione,tempo dedicato e nessun vantaggio personale per questo lavoro. Tutto gratis ed anche questo, ritengo, in un mondo come quello di oggi, sia una valore da mettere nell'attivo. Passività:tempo dedicato a fare post ma soprattutto a pensarli, perché il pensiero deve venire molto prima dell'esecuzione. Capitale sociale:zero euro, ma pieno di voglia di migliorare l'attività svolta e qualche idea. Conto economico tutto a zero. Il bilancio di un blogger "maverick" è così, ma questo mi rende particolarmente orgoglioso in questa fine d'Anno un pò uggiosa anche meteorologicamente. Anche se avessi fatto un piccolo servizio a qualche sparuto lettore sarei molto contento, per non parlare di qualche piccolo studente che, momentaneamente a corto di idee, abbia potuto trovare anche solo un piccolo spunto in questo blog. Sarebbe la mia soddisfazione più grande ed il mio unico scopo.
Forse sono troppo presuntuoso a pensare questo, ma io, su questo, trovo la forza di andare avanti anche per il prossimo anno.

E quindi non mi rimane che fare i miei migliori Auguri, in questa giornata speciale, a TUTTI VOI:

Thank you, Merci beaucourp, Muchas gracias, Vielen

 Dank, Большое спасибо; велике спасибі.... 



TO ALL

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CITIZENS OF THIS FINE  PLANET

Honest Maverick 




2016
A PRESTO........................................................... MY FRIENDS

domenica 6 dicembre 2015

I palcoscenici della vita!

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In un momento di tristezza, mentre si accompagnava nell'ultimo viaggio un conoscente di lungo corso, con il quale, fin da ragazzi,  avevamo vissuto, insieme con le nostre famiglie, tempi molto diversi e parecchie ristrettezze e poi, nel nostro molto mutevole percorso di vita,  la tecnologia  ed il benessere avevano completamente ribaltato le condizioni di vita, i miei sentimenti  mi riaffioravano sulla pelle in forma di lontani ricordi. Ma quel tratto di strada che stavamo facendo ora, l'avevamo fatto tante volte insieme. Ed allora mi venne spontaneo rivolgermi a mia sorella che mi stava accanto esclamando " ma i luoghi restano sempre gli stessi e noi non siamo altro che piccoli attori e comprimari che gli facciamo compagnia solo per una limitatissima porzione di tempo". E qualcosa, in questa mia affermazione piuttosto banale, non mi "torna" neppure ora. Qualcosa che va oltre la banalità! Ma il nostro rapporto tra esseri viventi ed i luoghi che viviamo si ferma solo ad un semplice ed occasionale incontro senza rapporto né dialogo oppure si stampa da qualche parte in un "data-base virtuale" che noi non conosciamo ma che. da qualche parte, esiste? Ed intanto voglio rivelare una mia sensazione che ho provato diverse volte quando sono ritornato in un luogo che avevo vissuto tanto tempo prima. A me quel luogo, nei miei ricordi, appariva più grande, più largo, più capiente. Forse per il resto era uguale, ma, nella realtà, era più piccolo. Mi sono domandato tante volte perché e non mi sono dato una risposta. Normalmente mi riferisco a luoghi dove la mano dell'uomo è stata quasi assente e quindi perfettamente riconoscibili. 
Forse il data-base di cui si parlava prima ha provveduto a "zipparli" un pò ?    
Sto scherzando, buttandola sullo scherzo, come quando si fa quando non  si trova una soluzione.
 Però quei muri, quelle strade e stradine a sterro molto vecchie qualcuno le ha realizzate e molte altre persone ci sono passate prima di noi. Ed allora cosa siamo noi? A mio modesto parere solo poveri attori di una commedia "drammatica" in cerca di risposte, di copione e di ruolo che ostinatamente vogliamo trovare. E che forse non varrebbe neppure la pena per la breve durata del nostro spettacolo!
Ma che, ribaltando completamente la frittata in una visione ottimistica, quei luoghi ci appartengono quasi sicuramente per sempre e lì aleggerà il nostro spirito. Quindi trasformiamo il "melodramma" in una commedia allegra, simpatica e soprattutto amichevole. E forse ci ritroveremo lì tra un pò di tempo con le "persone" che ci sono piaciute di più e con le quali abbiamo avuto più feeling. Staremo insieme senza tante inutili formalità e ci sorrideremo. Forse sarà la nostra più grande soddisfazione e..... ricompensa.
Ci risentiamo per gli Auguri

Honest Maverick Productions  
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sabato 21 novembre 2015

Biologico per forza! E in modo naturale!

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http://medbunker.blogspot.it/2015/09/leffetto-barnum-delle-ciarlatanerie.html

Definizione di prodotto biologico

Vediamo  cosa dicono :


http://wisesociety.it/alimentazione/biologico-significato-e-vantaggi/

Quant'é  difficile, per me, parlare di biologico! Adoperarsi per produrre modestamente un piccolo orto di casa per avere a disposizione un pò di insalata o qualche cavolo per consumo personale, per me, che sono in là con gli anni, sono cose che mi hanno seguito fin dai primi momenti di vita. 
Avevamo l'uscio di casa e, a pochi passi, le galline, qualche volta il maiale da ingrassare e poi il vero "wild habitat". Un bel cancello di legno come andava di moda allora e cioè ricoperto con la stessa tipologia di rete utilizzata per recintare il pollaio, quella rete ottagonale che non si vede quasi più. Ed al di là di quel piccolo cancello l'Orto. Importante o forse più importante della casa dove si viveva.
 L'Orto, il Forno, il Focolare ed il Pollaio  erano  le cose più importanti e fondamentali della vita di allora.
 Il cavolo lo mangiavano, anche allora, le lumache anche se ce n'erano molte meno di ora.
Ma alle lumache non  gli veniva dato niente se non qualche guscio d'uovo tritato, o cenere di stufa o di  camino che ce n'era in abbondanza. Nell'insalata di solito non veniva dato quasi niente. L'unica cosa importante per il nostro Orto era  il riciclo degli "scarti" del nostro arcaico ambiente descritto prima. Dell'utilizzo della cenere abbiamo già parlato. Ma noi avevamo anche un'altra grande ricchezza: il pollaio con le galline, il gallo, le uova e, poi, la pollina. Che prendevamo come una buona ricchezza naturale e l'adoperavamo per il concime, insieme al terriccio che andavamo a prendere direttamente dove nascono i funghi sotto i castagni. Il nostro ciclo produttivo era tutto biologico e non c'era niente senza essere sfruttato sia gli avanzi vegetali dell'orto, sia il terriccio che il materiale organico del pollaio. I tempi sono molto cambiati ed io porto molto rispetto ai mercatini biologici che tanto vanno di moda. E qui entra in gioco l'operatore commerciale del banchetto. A volte molto affabile e divertente che spiega, in modo esaustivo, le difficoltà di tali tipologie di coltivazioni, specialmente ai giorni nostri, quando è tutto  più complicato, a volte anche da inutili complicazioni. 
Molto spesso si tratta anche di prodotti provenienti dall'apicoltura di collina con molte varietà di manufatti e, qualche volta, anche di tipo quasi  innovativo come la grappa di miele. 
E' molto interessante ascoltare questi piccoli agricoltori che, molto spesso, uniscono a tutto il resto tanta passione. Forse un piccolo problema si verifica quando incontriamo, a dire il vero piuttosto di rado, qualche operatore  che, come si suol dire, tende  un pochino a far cascare le cose dall'alto. I suoi prodotti sono i migliori in quanto più biologici degli altri e, con un pò d'aria di sofferenza, si degna a rispondere  alle domande, mentre scuote un po' la testa come se dietro ci fosse il teorema di Laplace  Peccato, perché per lui e per il "biologico" è un'occasione persa. Ma non dipende dal biologico ma da chi lo rappresenta. E noi della "notte dei tempi" lo capiamo subito. Per noi  il biologico, prima che si vestisse a festa e si mettesse la cravatta, era uno di casa.  Poi un giorno, come segno dei tempi, in certe occasioni, cominciò a curarsi il look anche se, per noi, continuiamo a pensare al nostro vecchio  biologico molto "wild".
Ed allora metto la musica dei miei vent'anni. Molto "biologica" perché allora o sapevi suonare o....tante stecche.... Non c'erano gli effetti artificiali e speciali. Proprio come nel sistema del biologico di allora e, sono convinto, anche dei nostri giorni!     
Honest Maverick productions
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sabato 10 ottobre 2015

Mi dispiace consumarti;sento la storia dentro di te!

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Un nuovo anno di produzione. Tutto regolare, quasi di routine, quasi come tutti gli anni e comunque  molto meglio dell'anno scorso. I tempi consueti della potatura, della ripulitura dai "pocciaioni" e poi la raccolta delle olive. E dopo il frantoio. Tutto normale e tutto come sempre, da secoli. Secondo me, non è vero: non è routine! Tutti questi momenti dovrebbero essere valorizzati di più, quasi incorniciati e messi in un cortometraggio. Perché va in scena la Salute. La produzione del nettare. Di quella cosa insostituibile che viene e che ha fatto la storia del nostro Paese e della nostra zona o, come si dice oggi, del nostro Territorio. Paesaggi di olivi, paesaggi meravigliosi ma, per chi li conosce meglio, anche evocatori di tante fatiche. Prendiamo ad esempio, ora che è sulla bocca di tutti, la cura del Territorio, la grandi ed antichissime "traverse" collinari create dall'uomo con i muri a sasso e a secco. E per ogni gradone tanti olivi. E l'uomo curava tutto. Curava i muri a secco e curava le piante di olivo. Ma curava, alla fine, di ogni gradone ed, in molte altre parti, anche i canali di scolo dell'acqua. Ed i sacrifici erano tantissimi. Perché per prendere un pò di "nettare" il lavoro era a 360 gradi. Si cominciava con predisporre la rete di scolo dell'acqua e bisognava farla davvero bene. Con i sassi, per poterla tenere pulita. E curarla prima e dopo le grandi piogge. E tanta cura del Territorio l'ho ritrovata in un recente viaggio nel Sud, in Terra di Basilicata, una regione che, a mio avviso, ti prende per lo stomaco e ti dice: vedi come può essere un Territorio, possente, arcaico, selvaggio. Ma estremamente curato; veramente le colture e la campagna curate nei minimi dettagli. Con gli ulivi potati con la stessa metrica quasi a significare che anche la campagna più difficile, anche quella in salita, può sembrare un giardino. Un giardino in onore al Creato. C'è storia nel Territorio. In ogni tipologia di Territorio. Io, per esempio, tra quegli ulivi più vecchi risento le voci dei miei genitori e dei miei nonni. "Devi andare a comprare il sale ed i sigari per il nonno. Prendi anche mezzo chilo di pasta corta, da fare in brodo con cavolo dell'orto". Non sono voci nitide. Ed arrivano all'improvviso e poi scompaiono, sempre, tutte le volte. Ed io resto attaccato per mille motivi a "Voi" vecchi olivi. Io che sono un grande consumatore del vostro nettare. Sono un amante e consumatore. Senza il vostro nettare il cibo per me non avrebbe sapore. Né forse significato. Anche se ogni volta che lo vedo scorrere nel piatto, molte volte in abbondanza, impensabile nella mia dell'infanzia, quasi mi vergogno. Sento un'ultima voce. Devi consumarlo con parsimonia e rispetto. Anche perché c'è anche la tua storia Dentro ed Attraverso  di Lui.
Honest Maverick productions.  

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