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sabato 10 ottobre 2015

Mi dispiace consumarti;sento la storia dentro di te!

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Un nuovo anno di produzione. Tutto regolare, quasi di routine, quasi come tutti gli anni e comunque  molto meglio dell'anno scorso. I tempi consueti della potatura, della ripulitura dai "pocciaioni" e poi la raccolta delle olive. E dopo il frantoio. Tutto normale e tutto come sempre, da secoli. Secondo me, non è vero: non è routine! Tutti questi momenti dovrebbero essere valorizzati di più, quasi incorniciati e messi in un cortometraggio. Perché va in scena la Salute. La produzione del nettare. Di quella cosa insostituibile che viene e che ha fatto la storia del nostro Paese e della nostra zona o, come si dice oggi, del nostro Territorio. Paesaggi di olivi, paesaggi meravigliosi ma, per chi li conosce meglio, anche evocatori di tante fatiche. Prendiamo ad esempio, ora che è sulla bocca di tutti, la cura del Territorio, la grandi ed antichissime "traverse" collinari create dall'uomo con i muri a sasso e a secco. E per ogni gradone tanti olivi. E l'uomo curava tutto. Curava i muri a secco e curava le piante di olivo. Ma curava, alla fine, di ogni gradone ed, in molte altre parti, anche i canali di scolo dell'acqua. Ed i sacrifici erano tantissimi. Perché per prendere un pò di "nettare" il lavoro era a 360 gradi. Si cominciava con predisporre la rete di scolo dell'acqua e bisognava farla davvero bene. Con i sassi, per poterla tenere pulita. E curarla prima e dopo le grandi piogge. E tanta cura del Territorio l'ho ritrovata in un recente viaggio nel Sud, in Terra di Basilicata, una regione che, a mio avviso, ti prende per lo stomaco e ti dice: vedi come può essere un Territorio, possente, arcaico, selvaggio. Ma estremamente curato; veramente le colture e la campagna curate nei minimi dettagli. Con gli ulivi potati con la stessa metrica quasi a significare che anche la campagna più difficile, anche quella in salita, può sembrare un giardino. Un giardino in onore al Creato. C'è storia nel Territorio. In ogni tipologia di Territorio. Io, per esempio, tra quegli ulivi più vecchi risento le voci dei miei genitori e dei miei nonni. "Devi andare a comprare il sale ed i sigari per il nonno. Prendi anche mezzo chilo di pasta corta, da fare in brodo con cavolo dell'orto". Non sono voci nitide. Ed arrivano all'improvviso e poi scompaiono, sempre, tutte le volte. Ed io resto attaccato per mille motivi a "Voi" vecchi olivi. Io che sono un grande consumatore del vostro nettare. Sono un amante e consumatore. Senza il vostro nettare il cibo per me non avrebbe sapore. Né forse significato. Anche se ogni volta che lo vedo scorrere nel piatto, molte volte in abbondanza, impensabile nella mia dell'infanzia, quasi mi vergogno. Sento un'ultima voce. Devi consumarlo con parsimonia e rispetto. Anche perché c'è anche la tua storia Dentro ed Attraverso  di Lui.
Honest Maverick productions.  

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