Un locale del “cuore” nel quale ho trascorso gran
parte della mia infanzia e della mia gioventù è stato rinnovato e
ristrutturato ed, allora, voglio esprimere i miei "personali" sentimenti in proposito, cercando soprattutto di ricordare qualcosa delle cose "belle" dei tempi andati:
"Ancaiano ed il Circolo"
"Nel nostro piccolo Paese abbiamo sempre tutti lottato non solo per il miglioramento socio economico ma anche morale. Ci hanno insegnato i nostri padri e i nostri nonni.
Senza
voler essere troppo prolissi e, prima di parlare di tempi
più recenti, un piccolissimo accenno a quello che fu il nostro Paese nei secoli
lo vogliamo fare lo stesso.
Perché il
nostro Paese è pieno di storia non fosse altro per l’eroica difesa contro
l’esercito di Carlo V nel 1554 come riportato nel bellissimo volume “Suavis Locus
Ille” del professor Giovanni Boetti.
E vogliamo solo
accennare che qui sono nati personaggi le cui opere hanno lustro in tutto il
Mondo come il nostro Architetto Baldassarre Peruzzi e il grande pittore
Domenico Beccafumi tra loro cugini. E ricordare l’opera del Pontefice
Alessandro VII (Papa Chigi) che molta influenza ebbe nella riedificazione della
nostra Chiesa.
Ma questi sono
discorsi a parte. Magari da sviluppare, ampliare e riconsiderare in un prossimo
futuro.
Perché ci sono
anche altri locali del "cuore" da ristrutturare e perché quando si
parla del nostro Circolo si parla di un tempo molto più recente ma
altrettanto importante.
Il tempo subito dopo la seconda guerra mondiale. Quando tutto sembra voler rinascere dopo tempi di miseria e di morte. Che vide protagonisti, in varie forme di sacrificio, molti dei nostri padri e nonni che andarono a difendere “chimere” ed illusioni a scapito delle loro vite e della loro gioventù.
Subito dopo questo
periodo buio le coscienze rifiorirono come in una primavera sbocciata
all’improvviso.
A livello
nazionale ci fu il famoso “boom” economico ma a livello del nostro paese si
avevano esigenze morali ma anche materiali da soddisfare. In primo luogo la
“socializzazione” e la “solidarietà” al fine di superare meglio le difficoltà
economiche che ancora persistevano.
Una prima
iniziativa fu la costituzione nel nostro Paese di una delle prime
"cooperative di consumo" dove si potevano acquistare i
generi alimentari, almeno quelli essenziali, in una delle modalità solidaristiche
allora (ma crediamo anche oggi) più avanzate per la
soddisfazione dei bisogni quotidiani di tutti. Anche per coloro che
momentaneamente non avevano risorse per acquistare i beni di prima necessità.
Ed allora c’era anche la possibilità di “segnare” a debito la spesa che veniva
poi regolata in tempi più favorevoli.
Ma prima di questo
c’era stata l’esigenza di costruire una vero e proprio fabbricato da costituire
come “Casa del Popolo” nel senso stretto della parola. Da poter usufruire e
godere da parte di tutta la comunità. Ed infatti tra queste mura
portanti sono passate intere generazioni, in tempi ed epoche anche molto
diverse. Questa costruzione fu effettuata dai nostri Padri e Nonni con immensi
sacrifici. Molte persone che passavano la settimana a fare i
cavaioli, i boscaioli, i carbonai, i contadini o i duri lavori di
artigianato e poi, la domenica, la trascorrevano a murare e costruire un
edificio che mostra tuttora la sua solidità.
Gente che aveva
fatto la guerra od almeno l’avevano vissuta e che, comunque, avevano patito
letteralmente la fame, ma che erano spinti da un anelito e da una forza
irresistibile di miglioramento per loro stessi e per i loro figli. Tra queste
mura abbiamo trascorso la nostra infanzia e la nostra adolescenza. Abbiamo
visto passare personaggi che ci sono restati nel cuore e che, qui, non vogliamo
menzionare per non rischiare di dimenticare qualcuno.
Abbiamo
vissuto epoche differenti ed abbiamo visto nella televisione in
bianco e nero, che non avevamo in casa, le varie crisi mondiali ( la crisi di
Cuba, la guerra fredda, l’uccisione del presidente Kennedy ) ed i fatti più
importanti del mondo e li commentavamo con il nostro spirito di “campagna”. Il
mondo era, molte volte, parecchio brutto, ma il nostro “microcosmo” era
diverso, fatto di campi di grano, di prati verdi, di terrazzamenti di olivi e
di distese di lecci e polloneti dai quali ci sentivamo, in qualche modo, come
protetti.
E poi nel nostro
Circolo si facevano anche feste da ballo con la partecipazione di folle di
persone. Era diventato un Paese con botteghe e c’era anche la Banda e l'orchestrina ambedue sotto la guida dello zio Franco che anche di musica se ne intendeva parecchio. Un Paese
con il Fabbro Saladino che cantava il bruscello mentre faceva “suonare”
l’incudine, i Calzolai Alighiero ed Amedeo, il Barbiere Carlo e lo "storico" distributore di benzina. Non mancava niente. C’era anche l’appalto
con i tabacchi ed il macello della Sora Camilla. Per non dimenticare la
“clinica ortopedica” del mitico ed indimenticabile Unico. E tanti altri
personaggi che qui sarebbe troppo lungo citare ma che non manchiamo mai di ricordare quando ci
ritroviamo tra di noi.
Un breve cenno
anche a realizzazioni effettuate dalla nostra generazione: la sezione della
Pubblica Assistenza e dei Donatori di Sangue fondata negli anni
settanta e il campo sportivo, realizzato dai giovani del nostro Paese negli
stessi anni.
Poi i tempi sono
cambiati. Molte volte il mondo degli anni settanta e ottanta ha
risucchiato e mandato spesso molti di noi per mondi sconosciuti o
per lavori lontani alcuni di noi. Ma mai ci siamo dimenticati, nessuno di noi,
dei nostri olivi e del nostro territorio.
Ma alcuni
altri, con grande dedizione che deve essere molto rimarcata, hanno
continuato a mandare avanti, negli anni, con grandissimo merito, il Circolo
Ricreativo. Hanno lottato, fatto sacrifici, lavorato i “sabato” e la
“domenica” e non solo ed hanno ottenuto risorse per il suo
miglioramento. In un primo momento restaurando il piano della “sala” (la
storica sala da ballo), rifatto il tetto e reso moderno tutto quello che era
stato costruito settanta anni prima.
E poi continuando
ad organizzare feste ed iniziative e lavorando in ogni modo, si sono dati
l’obiettivo di restaurare anche il piano terra.
Quel piano terra che ha costituito il vero “rifugio” quotidiano di intere generazioni che vi hanno fatto nascere iniziative, idee e desideri in ogni sera della settimana.
Un piccolo rifugio
nel quale sentirsi come protetti dalle problematiche del mondo
almeno per qualche ora.
Quelle
ore che, però, rimangono nell’anima.
Perché molta acqua
è passata sotto i ponti. Abbiamo visto molte mode tramontare. Abbiamo visto qui
portare i primi gelati, le bibite gassate, i primi “giochini” come
il biliardino e l’”acchiappasigarette”, le gare di briscola ed il biliardo. Abbiamo
visto cambiare il mondo con la TV a colori e la “glorificazione” dei troppi
lustrini. Abbiamo visto cambiare quasi tutto.
Ma abbiamo anche
visto, per merito di quelli sopra ricordati che hanno
continuato a lavorare con spirito di sacrificio, il Circolo resistere
e migliorare. E finalmente rimodernato anche nel piano terra.
A questo punto c’è
solo una speranza ed un anelito da esprimere: che il miglioramento continui per
il Circolo e per le altre strutture del Paese. E che il Circolo dia la
possibilità di partecipazione “serena” di tutta una Comunità che ascolti in
fondo all’anima gli antichi legami alle proprie radici e al proprio territorio.
Che possa
essere, infine, un’ulteriore opportunità di aggregazione per i
nostri giovani che hanno tanto bisogno di speranze e di fattualità.
Siamo sicuri infine che i
nostri Padri e Nonni, da qualche parte, stanno
facendo festa assieme a noi. E che saranno sicuramente orgogliosi nel
vedere la loro opera ammodernata con prospettive di un futuro fruttuoso.
Di questo fatto, e forse non di molto altro, siamo perfettamente sicuri.
Un pensiero a tutti quelli che, in questi anni, hanno lavorato con abnegazione".
Honest Maverick
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