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giovedì 30 maggio 2024

Anelito di cultura degli anni passati

 



Anelito di cultura nei primi anni del Dopoguerra.

C’era una atmosfera particolare mista a voglia di riscatto morale e voglia di migliorarsi. Una atmosfera positiva che spronava a sperimentare nuove realtà. Ed infatti nell’edificio scolastico, creato proprio nel dopoguerra , bello ed efficiente dove la mattina due classi elementari molto numerose con i loro grembiuli neri ed i fiocchi celesti si destreggiavano tra i banchi di legno ed i calamai pieni di inchiostro, apprendendo quella conoscenza fondamentale ed “elementare” che sarebbe servita proprio per la vita futura in ogni mestiere essa si fosse svolta, faceva “venire la voglia” anche agli
adulti di partecipare in qualche modo a “qualcosa” in quell’edificio. Erano operai e reduci da periodi bui di servizio militare in guerra dove avevano vissuto anni terribili dialogando tutti i giorni con la “signora con la falce”. Interpretando tali esigenze e dando esito al clima positivo che si stava creando, il Maestro, sentiti alcuni personaggi di Paese (allora le cose si concordavano, ma soprattutto se ne parlava nel rispetto del giovane virgulto di democraticità e nel rispetto di tutti senza arroganza né supponenza) istituì il Centro di Lettura serale che si teneva nelle aule dove la mattina gli scolari di erano adoperati ad apprendere quei rudimenti che forse mancavano anche a molti adulti, cercando una circolarità della cultura che allora era (ma oggi no?) fondamentale. Nel centro di Lettura le persone potevano leggere i libri presenti nella biblioteca, prendere in prestito gli stessi, scrivere e fare domande al Maestro, ma soprattutto dialogare sulla storia, la geografia, la situazione economica locale e quant’altro. Credo che siano state grandi lezioni di partecipazione ed occasioni di crescita individuale e collettiva. Fatto sta che a me è rimasto un ricordo indelebile di quelle sere anche se avevo otto, nove forse dieci anni. Sapevo che la mattina dopo dovevo di nuovo essere lì. Ma a me piaceva davvero tanto quel bel posto.


mercoledì 27 marzo 2024

Tempo di Speranze.

 



TEMPO DI PASQUA- AUGURI E BUONE COSE A TUTTI.



Oggi  viviamo il nostro tempo e cerchiamo tutti di viverlo nel migliore dei modi possibili,  nei limiti delle nostre possibilità. In questo periodo si rinnovano  le migliori speranze  in tutti noi; un lungo elenco infinito che ognuno porta dentro di sé.  Anche se, in tutti noi , c’è una nostalgia infinita di tempi, luoghi e persone a noi care che costruivano atmosfere e situazioni  diverse di vita. A mio parere migliori. E come dice quella bella canzone…”Voci che non ci sono più” ma che noi  abbiamo bene  impresse nella nostra testa.



Facccio gli Auguri di Buon Pasqua  a Tutti. Ma anche Tempo di Speranze e che i sogni, qualche volta, si avverino.  

Honest Maverick



sabato 18 novembre 2023

Il “vecchio” Gran Premio della Montagnola

 





Il “vecchio” Gran Premio della Montagnola

Ero molto piccolo ma lo ricordo ancora. Almeno nelle fasi salienti da spettatore appassionato ed anche  interessato per la mia grande passione per i carretti.

Erano comunque un’atmosfera ed un ambiente  completamente diversi;  la strada provinciale era ancora a sterro . Facevamo una continua “amicizia” con la polvere e  tutto  era più spartano, spontaneo  ed improvvisato.

Ma in un certo periodo dell’anno si sentiva crescere la frenesia della competizione; una sorta di rinnovato spirito agonistico e con i pochi mezzi di allora i corridori si mettevano all’opera per costruire i carretti migliori per correre  il Grand Prix.

Era il mondo in cui le auto erano poche e quelle poche sapevano ancora di antico con le borchie cromate e le ruote rinchiuse in parafanghi enormi e bombati.

Il  Gran premio si stava avvicinando. Occorreva  quindi che i partecipanti si costruissero il carretto nel migliore dei modi  con lo scarso  materiale a disposizione. I sistemi di costruzione potevano essere molto diversi: c’erano quelli molto semplici dove tra il fusello e la ruota non esisteva niente e quindi la poca lubrificazione veniva fatta con la sugna e,  c’erano  quelli  privilegiati che, con l’aiuto di qualche fabbro ferraio o qualche falegname predisponevano un “attrezzo” molto più sofisticato con i cuscinetti e qualcuno si azzardava anche a mettere un volante improvvisato.

Gli altri, per sterzare, avevano a disposizione una fune legata,  in modo primitivo, direttamente al fusello.

E poi c’erano  i grandi problemi del freno e delle ruote.  Non mi dilungherò molto sulle molteplici soluzioni che, pur nelle ristrettezze dei tempi,  facevano ricorso alle migliori interpretazioni della fantasia. Ad esempio le ruote potevano venire gommate con i vecchi copertoni delle biciclette oppure lasciati “nature”o, per i più dotati di disponibilità, gommate anche se spesso di gomma dura. Ma  c’erano mille soluzioni, da quelle “professional” dotate di scheletro e raggi,  a quelli “naif” ricavate da coperchi di truciolato che servivano per i grossi  contenitori di marmellata  ed incollati a più strati per ottenerne uno spessore adeguato.

Era il Gran Premio più ecologico al mondo; l’unico propulsore era la forza d’inerzia della discesa nel percorso classico dagli Incrociati agli Abeti  e dove la discesa non era abbastanza accentuata c’erano l’aiuto delle gambe del pilota  che poteva aiutare la velocità del carretto. E poi nel percorso  non c’era un grammo di bitume ma solo breccia, terra  bianca e fossette.  Si dava cura anche alla sicurezza; infatti tutti i concorrenti dovevano dotarsi di tuta (normalmente la tuta che qualche tempo prima serviva per la trebbiatura o i lavori agricoli) ed il casco ( normalmente di semplice latta realizzato a mano nelle situazioni migliori) oppure nei casi più “naif” ricavati da una bella zucca gialla (quelle di Halloween) spaccata a metà.

E poi c’era la corsa. Molta gente lungo la strada, genitori e ragazzi, adolescenti e persone anziane a commentare  e a scommettere come si sarebbe svolta la gara e chi poteva arrivare per  primo  nel punto  dove eravamo. Piccole scommesse e commenti genuini da gente di paese come erano anche i concorrenti anche se qualcuno era di fuori.

E la maggior folla era alla curva della Piaggetta del Sorbino, quella più pericolosa quasi a 90 gradi. Si aspettava fiduciosi perché si sentivano le voci in lontananza. Il percorso  era abbastanza lungo e poi finalmente arrivavano i primi carretti  che erano (o sembravano) tanto veloci. I piloti erano i nostri eroi e sognavamo di crescere in fretta per partecipare anche noi . Eravamo eccitati e felici mentre tornavamo a casa. In lontananza si sentivano le grida delle persone che erano al traguardo dove le “Autorità di  Paese” stavano agitando la bandiera a scacchi. Che, per quello  che mi sovviene, era una semplice bandiera ricavata da uno scampolo  di stoffa avanzato ini una delle diverse “sartorie”  del nostro  paesello, polveroso ma sereno. Tornavamo a casa  mentre le campane della  Chiesa suonavano l’ora del Tramonto. Il Gran Premio era finito ma la speranza, le aspettative ed i sogni  sulla nostra vita  erano molto aumentate.  

Percorso di vita molto strano il nostro: sentivamo tanto “calore” quando fuori c’era  “freddo “ e sentiamo tanto  “gelo”, ora, quando fuori è tutto “luci e calore”.  Forse qualcuno dovrebbe spiegarci il perché.

Ad majora.





 

 

venerdì 15 settembre 2023

Il Baldassarre "di noialtri"

 




Della serie:  Il Baldassarre nelle nostre zone...

San Lorenzo a Linari: leggesi come immobile storico immerso nella campagna senese. Durante l'XI secolo, da antico fortilizio viene trasformato in convento ed affidato ad una compagnia religiosa di suore novizie. Fino al XVIII secolo è luogo di residenza e di incontro di illustri personaggio della storia italiana, tra cui Federico II, papa Gregorio IX ed alcune importanti famiglie senesi come i Bandini- Piccolomini. Nel XVI secolo viene convertito in residenza nobiliare grazie al nostro architetto Baldassarre che fece estendere la struttura donandole la forma a ferro di cavallo e costruendo la piccola chiesa che fu una sorta di firma finale, unica e inconfondibile dello stile Peruzziano.
Intorno agli anni '70 questo affascinante immobile viene restaurato in maniera impeccabile preservando l'antico splendore.



martedì 24 gennaio 2023

Il Profumo dell'eternità

Arte ed Eternità  




 Un muro antichissimo con una creatura vivente...


Una domanda: ma qual'è il legame tra il  tempo e il presente?



mercoledì 22 dicembre 2021

Una piccolissima "vena d'acqua" nel bosco. Cose serene per tutti dalla Natura.

                                                     



 e da una piccolissima "vena d'acqua del bosco" possano scaturire tante COSE SERENE  per tutti 

                                                                     nell'anno 2 0 2 2

 

                                                    AUGURI  DI  BUONE  FESTE  

                                                                                A

                                                                           T U T T I

                                                   





"Sentivo  il mi Babbo parlare con mia madre che il cappone era pronto per il Ceppo, quando molto probabilmente avevamo anche ammazzato il maiale a mezzo con l'altra famiglia vicina.

Mi domandavo sempre perché il Natale i "vecchi" lo chiamavano il Ceppo, ma non avevo mai avuto voglia di approfondire. Perchè mi pareva bello così. Mi sembrava poesia e magia. A scuola e a dottrina tutti parlavano del Natale e tra persone adulte, non solo da mio padre, si sentiva parlare del Ceppo. Mi sembrava bello perché c'era mistero e partecipazione per una festa che noi ragazzi, non foss'altro, che per i cavallucci e i ricciarelli aspettavano con tanta ansia.   
Poi crescendo cominciavamo a capire quando i riti pagani si confondevano o meglio si aggiungevano alle feste religiose dando ancora più importanza alla Festa la cui attesa metteva nell'aria un miscuglio di strana allegria, apprensione per aver dimenticato di fare di tutto affinché il Ceppo arrivasse anche da noi  e qualcosa di magico che si diffondeva nell' aria e nel bosco di lecci e polloneto..."







sabato 27 novembre 2021

Sognare a lungo termine.


Abbiamo perso la capacità di sognare a lungo termine? Assieme alla capacità di gestire positivamente la nostra autonomia decisionale? Siamo dipendenti di qualcuno che ci dica cosa fare? E' una cosa normale in un mondo che si muove molto anche con la pubblicità. Abbiamo bisogno di acquistare un'auto? Non andiamo dal primo concessionario che ci capita, ma studiamo bene il problema. Sarebbe interessante magari vedere quanto hanno influito gli annunci pubblicitari del momento nella scelta del concessionario da noi visitato per primo. Ma questo è un altro discorso, una considerazione più appropriata per i tempi normali. 
Ma ora il nostro mondo è sconvolto. Non ci porta più neppure a sognare. Almeno per il momento.
E' un periodo che ci sta mettendo alla prova. In molti sensi ed in tutti i nostri Sensi. 
Dobbiamo forse
aggrapparci ai nostri valori che ci hanno tramandato i nostri Padri. Quei padri che forse non avevano il virus ma dovettero fare anche 5 anni di guerra in luoghi e terreni sconosciuti con la paura di morire lontano da tutti ed in luoghi che non conoscevano. Paura di morire in maniera anonima senza magari poter avvertire i propri cari. E poi quei Padri tornarono e ci dissero,  finché poterono, come dovevamo comportarci. Ci indicarono una via dura e stretta che non sempre abbiamo seguito, ma che, comunque, ci ha marchiato. Ed allora dobbiamo darci forza ed andare avanti.      


  

sabato 25 settembre 2021

Qualcosa che può far piacere...

 


Qualcosa che può fare piacere  soprattutto in questo periodo non facile.

Ho ricevuto questa e-mail che riporto anche su consiglio del mittente. 

Sono contento che un mio post di nove anni fa possa essere ancora interessante per qualcuno.

Ma soprattutto Vi invito a guardare il link riguardante le problematiche del marketing riportato nel secondo capoverso dell'email inviatomi. 

Credo che siano interessanti specialmente nel mondo di oggi.

Vi saluto tutti con un grande abbraccio:

Ps.qualora sia interesse contattare il mittente potrà riferirsi direttamente a me 


Emma xxxxxxxx emma.xxxxxxxxxx@gmail.com

lun 20 set, 10:32 (5 giorni fa)
me



Hi Maverick,

I'm reaching you to thank you for the visual marketing insights you shared here: honestmaverick.blogspot.com/2012/07/social-influencepsss-non-sbilanciamoci.html. Great resource, it was very helpful! (sorry for writing in English, it’s easier for me to read Italian than write it)

While looking for more relevant information, I came across this recent article: https://www.websiteplanet.com/blog/visual-content-marketing-statistics/

What I enjoyed the most was the part about the future trends in visual marketing, which gave me a lot of ideas on how I could improve my customer's visual content in order to get more viewer engagement.

I highly recommend that you add it as an additional resource on your page, I'm sure it will be very helpful to your readers and even more to those who work in the marketing industry.

Best regards,
Emma

sabato 24 luglio 2021

Quella camicia a righe della Festa.

 




Era la domenica sera di primavera inoltrata  e  si ritornava a casa dal Circolo passando per lo spaccio dell’Appalto. Avevo gustato un  fru-fru e un bicchiere di schiuma e mi ero divertito guardando BraccoBaldo Show. Il sole tramontava dalla parte di Poggio Scopeto ed era alle sue ultime battute e rosseggiava tutta la sommità della Montagnola.
 Eravamo felici nella nostra semplicità. La domenica stava  finendo e ritornavamo a casa per la cena.
Nell'orto il "tempo dei baccelli" era finita e stava arrivando l'estate piena e tra poco sarebbero arrivati anche i gelati. 
 Il mi’  babbo mi aveva dato la mano ed io guardavo la manica della sua camicia. Si.. era proprio  la camicia della domenica, fatta dalla sarta che ci abitava accanto. Era a righe ( anni ’60)  bianche e rosina, di larga misura.Era bella e la stoffa era morbida e molto liscia…per forza...era la camicia a righe della Festa!
Ero felice nel mio semplice, piccolo, immenso "microcosmo" e tutta la Natura intorno  mi sorrideva.






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