Passato prossimo è qualcosa più vicino nel tempo e quindi, teoricamente, dovremmo ricordarlo molto meglio del passato remoto. Ed invece, per me, è perfettamente il contrario. Forse dipenderà dalla mia età oppure, più semplicemente, perché dipende da quello che c'è da ricordare. Ed infatti il passato remoto con tutte le sue difficoltà, con la sua mancanza di agi e di comodità oggi ritenute essenziali, come il riscaldamento, aveva però qualcosa di molto più genuino del passato prossimo. Il mio passato prossimo lo farei risalire ai primi anni 90, perché fino ad allora, bene o male, c' era molto più rispetto delle prerogative di ognuno. Gli anni che vanno dalla metà degli anni 60 alla fine degli anni '80 erano caratterizzati da maggiore serietà in tutti gli aspetti della vita, dalla scuola, nell'ambiente di lavoro ed anche nell'aspetto ludico-ricreativo. C'erano autorevolezza ma non arroganza. E la differenza tra le due cose è molto sostanziale. Il professore delle scuole superiori pretendeva che tu le cose li sapessi per davvero se volevi ottenere dei bei voti. Altrimenti ti dovevi accontentare di voti mediocri se non dell'insufficienza. E non c'erano altre strade che studiare. Parlo fino ai primi anni settanta per esperienza diretta. E poi nell'ambiente lavorativo c'era disciplina, ma poi i meriti, bene o male, venivano riconosciuti. Forse queste le ragioni per cui il passato prossimo l'ho dimenticato. E non scherzo. Mi ricordo poco. E mi ricordo molto di più dei miei diciotto anni. Dei miei vent'anni. Spesi come meglio si poteva fare allora. Con i quindici mesi di servizio militare obbligatorio che, a mio parere, erano piuttosto difficili da passare proprio perché arrivavano in un periodo in cui forse avevi bisogno di qualche altra cosa. Autorevolezza del maestro elementare, del professore di merceologia e di quello di matematica, autorevolezza del direttore e del capo ufficio che però, aveva molta pazienza nel formarti e nell'insegnarti i trucchi del mestiere. Mi ricordo di tutto questo, il resto è offuscato. Ma senz'altro dipende da me. Che mi rivedo spesso nella mia "500" sgangherata con tanta spensieratezza e voglia di vivere. Anche i momenti di vita simpatici con le persone di allora me le ricordo molto meglio. Era l'atmosfera che risentiva ancora di qualcosa del dopoguerra. C'erano i valori ma anche la voglia di scherzare. E la voglia di costruire. Si vedeva lo sviluppo arrivare piano piano e per tutti pur con delle differenze. E non c'era solo il libro "cuore" ma anche il sacrificio e la domenica mattina, noi ventenni assonnati, ci svegliavamo presto per andare a "realizzare"(e non è un eufemismo) il campo sportivo di paese. Ora forse è tutto più bello, più esteticamente promettente. Ma, a mio parere, parecchio anonimo o "pubblicizzato" fino allo spasimo. E forse anche questo fatto ha contribuito sicuramente a farmi ricordare quasi esclusivamente il passato davvero remoto. E sento che il passato prossimo sia come una specie di "debitore" o "cattivo pagatore", come qualcuno che pretende parecchio e non da mai, ma proprio mai,,.... quasi niente. Ad majora.
Honest Maverick Productions