Tempo perduto e, per ora, non più ritrovato!
La ricerca di Proust è anche una speranza e una promessa di felicità: ritrovare il tempo non è impossibile, a patto che il mondo ricreato sia un mondo letterario, un mondo interiore, mistico, costruito su questo gioco di memoria e tempo. La struttura si basa sulla contrapposizione Tempo perduto-Tempo ritrovato, attraverso la memoria involontaria che è il ricordo improvviso e spontaneo di una sensazione provata nel passato, suscitata dalla stessa sensazione nel presente.Per Proust, però, il recupero del passato non è sempre possibile. Distingue due tecniche o gradi di recupero: memoria volontaria e memoria spontanea. La memoria volontaria richiama alla nostra intelligenza tutti i dati del passato ma in termini logici, senza restituirci l'insieme di sensazioni e sentimenti che contrassegnano quel momento come irripetibile; la memoria spontanea o involontaria (epifania secondo la tradizione decadente) è quella sollecitata da una casuale sensazione e che ci rituffa nel passato con un procedimento alogico, che permette di "sentire" con contemporaneità quel passato, di rivederlo nel suo clima: è "l'intermittenza del cuore" la tecnica da seguire per il recupero memoriale basato sull'analogia-identità tra la casuale sollecitazione del presente e ciò che è sepolto nel tempo perduto.(FONTE WIKIPEDIA)
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La mia memoria spontanea viene da un ricordo del cuore:
Un ricordo del mio piccolo microcosmo:
E' vero. Io me lo ricordo. E mi ricordo che era tutto a portata di mano:la sarta (Pia); la bottegaia(Dina); il fabbro (Saladino); il calzolaio (Alighiero), il fruttaiolo (Lana). Cosa volevi di più? Ora che c'è?: i supermercati, i centri commerciali e molta solitudine! Ed allora gettiamo il nostro sguardo a questa epoca fatta di molte cose, belle realtà come le merci a disposizione, la maggiore ricchezza, nonostante la crisi, per l'acquisizione di tutte le nuove realtà anche tecnologiche che, quando eravamo ragazzi e adolescenti noi, non ci sognavamo neppure. O meglio lo sognavamo allorquando andavamo a fare lunghe e laboriose ricerche nelle vetuste enciclopedie dell'epoca ma credevamo anche che difficilmente l'Uomo riuscisse a raggiungere certe "vette", come i vari cellulari di ultima generazione o i nuovi "pad" o pc. Ma ora che abbiamo intravisto il futuro prossimo ed il futuro lontano con i robot che, piano piano, hanno la pretesa di sostituire l'Uomo anche nei posti di lavoro, ci rivolgiamo al passato, come alla spasmodica ricerca del tempo perduto per un'analisi di quello che ci manca ora e che c'era allora pur con tutte le cose che mancavano, allora. C'era, senz'altro, un microcosmo più ridotto e più a portata d'uomo e tanta tanta più libertà di espressione. Prima di tutto mancava l'anonimato nel senso stretto del termine perché quando andavamo a fare la spesa conoscevamo tutti e c'era un rapporto diretto con tutte le "figure" con le quali avevamo bisogno di interloquire ed avevamo, quindi, un rapporto che, quasi sempre, era piacevole. Il barbiere, il calzolaio, il bottegaio, il sarto e la sarta, la magliettaia, il fabbro erano personaggi essenziali del microcosmo e della vita di tutti i giorni. E poi la tanta proclamata "condivisione", allora, era una cosa spontanea di tutti i giorni perché quando c'era abbondanza anche di cibo era naturale portarla anche ad altre famiglie e vicini. Ed, invece, sarebbe interessante sapere cosa ha provocato un cambiamento nel comportamento della vita di tutti i giorni. E quanto ha influito la tecnologia nel cambiamento dei rapporti sociali. Ma l'analisi non ha senso se non fatta con metodi di approfondimento molto spinti. Ecco un'altra deficienza dei giorni nostri: la mancanza di approfondimento e dell'approccio ad esso con metodo. E questo per tutti gli argomenti e i problemi dei nostri giorni. Si tende a citare i problemi e gli inconvenienti o i fatti ma quasi mai a scoprire le ragioni per le quali si sono verificati e quindi si perdono di vista anche le modalità di soluzione degli stessi. Ed allora è inevitabile andare alla ricerca del tempo perduto quando non avevamo la disponibilità di cose materiali ma avevamo:
- tanta voglia di discutere ed approfondire gli argomenti, secondo le capacità di ognuno;
- parecchia voglia di stare insieme, tutti insieme e non a "gruppetti";
- di fare qualcosa per "tutti" e che restasse per "tutti";
- di ascoltare con calma ma anche la possibilità di parlare;
- di cercare di fare le cose al meglio delle nostre possibilità.
ma soprattutto di restare nel nostro "microcosmo" e di combattere, sempre ed ogni giorno , contro i nostri più acerrimi nemici: l'apatia e la noia.
Honest Maverick Productions
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La mia memoria spontanea viene da un ricordo del cuore:
Un ricordo del mio piccolo microcosmo:
E' vero. Io me lo ricordo. E mi ricordo che era tutto a portata di mano:la sarta (Pia); la bottegaia(Dina); il fabbro (Saladino); il calzolaio (Alighiero), il fruttaiolo (Lana). Cosa volevi di più? Ora che c'è?: i supermercati, i centri commerciali e molta solitudine! Ed allora gettiamo il nostro sguardo a questa epoca fatta di molte cose, belle realtà come le merci a disposizione, la maggiore ricchezza, nonostante la crisi, per l'acquisizione di tutte le nuove realtà anche tecnologiche che, quando eravamo ragazzi e adolescenti noi, non ci sognavamo neppure. O meglio lo sognavamo allorquando andavamo a fare lunghe e laboriose ricerche nelle vetuste enciclopedie dell'epoca ma credevamo anche che difficilmente l'Uomo riuscisse a raggiungere certe "vette", come i vari cellulari di ultima generazione o i nuovi "pad" o pc. Ma ora che abbiamo intravisto il futuro prossimo ed il futuro lontano con i robot che, piano piano, hanno la pretesa di sostituire l'Uomo anche nei posti di lavoro, ci rivolgiamo al passato, come alla spasmodica ricerca del tempo perduto per un'analisi di quello che ci manca ora e che c'era allora pur con tutte le cose che mancavano, allora. C'era, senz'altro, un microcosmo più ridotto e più a portata d'uomo e tanta tanta più libertà di espressione. Prima di tutto mancava l'anonimato nel senso stretto del termine perché quando andavamo a fare la spesa conoscevamo tutti e c'era un rapporto diretto con tutte le "figure" con le quali avevamo bisogno di interloquire ed avevamo, quindi, un rapporto che, quasi sempre, era piacevole. Il barbiere, il calzolaio, il bottegaio, il sarto e la sarta, la magliettaia, il fabbro erano personaggi essenziali del microcosmo e della vita di tutti i giorni. E poi la tanta proclamata "condivisione", allora, era una cosa spontanea di tutti i giorni perché quando c'era abbondanza anche di cibo era naturale portarla anche ad altre famiglie e vicini. Ed, invece, sarebbe interessante sapere cosa ha provocato un cambiamento nel comportamento della vita di tutti i giorni. E quanto ha influito la tecnologia nel cambiamento dei rapporti sociali. Ma l'analisi non ha senso se non fatta con metodi di approfondimento molto spinti. Ecco un'altra deficienza dei giorni nostri: la mancanza di approfondimento e dell'approccio ad esso con metodo. E questo per tutti gli argomenti e i problemi dei nostri giorni. Si tende a citare i problemi e gli inconvenienti o i fatti ma quasi mai a scoprire le ragioni per le quali si sono verificati e quindi si perdono di vista anche le modalità di soluzione degli stessi. Ed allora è inevitabile andare alla ricerca del tempo perduto quando non avevamo la disponibilità di cose materiali ma avevamo:
- tanta voglia di discutere ed approfondire gli argomenti, secondo le capacità di ognuno;
- di fare qualcosa per "tutti" e che restasse per "tutti";
- di ascoltare con calma ma anche la possibilità di parlare;
- di cercare di fare le cose al meglio delle nostre possibilità.
ma soprattutto di restare nel nostro "microcosmo" e di combattere, sempre ed ogni giorno , contro i nostri più acerrimi nemici: l'apatia e la noia.
Honest Maverick Productions