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Alcuni continuano a dire che è possibile, o meglio, che sarebbe possibile viaggiare nel tempo con particolari meccanismi, che io non so spiegare, come fortissime accelerazioni o con particolari accorgimenti che vanno a scrutare nei meandri più insondabili della fisica o della matematica quantistica. Ma anche a noi profani il problema del tempo che scorre e che non si può mai fermare è qualcosa che ci pervade l'anima e ci rende, a volte, sconsolati e/o tristemente rassegnati. A volte,però, il tempo ci rende un pò più sereni perché ci fornisce tanti bei ricordi. E così rivediamo il vecchio sussidiario delle elementari e con lui ci ritroviamo in quell'aula antica con i banchi di legno e i calamai di quando dovevamo fare le aste nel quaderno a righe col pennino che bisognava intingere nell'inchiostro. E mentre scrivo sto ascoltando una trasmissione dei nostri giorni in cui alcune persone si lamentano. Manca l'acqua, mancano le abitazioni, ci sono le buche e tante altre cose di vario tipo. Mi viene spontaneo di pensare a come eravamo noi, allora, prima di andare a scuola ad ascoltare il nostro maestro che ricordo ancora con molto affetto. E cerco di immedesimarmi, con tutto il mio sentire, in quel microcosmo di 60 anni fa. Voglio viaggiare nel passato. Mi ritrovo con la cartella di cartone a tracolla, usata anche dalla sorella più grande, e un paio di calzoni corti di fustagno. Le scarpe sono quelle dell'anno prima riaggiustate dal calzolaio del paese. Il pane inzuppato nel poco latte comprato la sera prima dal vicino che c'ha la mucca e, mentre mangio, sto sognando una fetta di quella cioccolata strana che alla cooperativa tagliano a fette ed è di due colori. E mi accorgo di avere fatto un bel viaggio nel tempo. Un viaggio di 60 anni fà. E durante questo viaggio virtuale (ma non troppo) mi accorgo di aver conosciuto e poi perduto tante persone con le loro caratteristiche uniche, molte delle quali mi hanno insegnato molto e fatto capire alcune caratteristiche "universali" della vita, in qualsiasi contesto la stessa si svolgesse. E nel mio viaggio temporale di 60 anni ho ritrovato le piccole botteghe di paese, i fruttivendoli con l'"Ape" che passano anche per farci sognare, a noi ragazzi, qualche bella pera o qualche pomo molto dolce e che urlano per farsi sentire alle "massaie" che gestiscono le poche spese giornaliere. Ci sono persino gli spazzacamini, gli arrotini e i "cenciaioli" che prendono di tutto e comprano persino le pelli di coniglio. Le poche auto che passano sono una grande novità da guardare con attenzione e curiosità. Ma poi le cose si evolvono e noi cresciamo e, piano piano, nel nostro viaggio temporale abbiamo assistito a molti cambiamenti "graduali" nell'ambiente circostante. Ma mano che passavo dal 1959 agli anni 2000 ho visto le strade bianche che sono diventate nere, le auto molto più snelle e veloci e poi i Suv e la loro grande proliferazione. Ho visto nascere i supermercati e sparire i piccoli spacci di paese. Aumentare le cose a disposizione nel cibo e nell'abbigliamento. Ed aumentare il cosiddetto "tenore di vita". Ma ho visto anche che alcune cose sono diminuite: il rispetto e la dignità. Quest'ultima, in particolar modo, é una cosa che i miei "vecchi" mi raccomandavano sempre di tenere di conto. La povertà vissuta con dignità, mi dicevano, é quasi un "piccolo privilegio". Non ci ho mai creduto ma forse era un pò vero perché il nostro piccolo e modesto microcosmo vissuto con la "pulizia" d'animo ci faceva respirare liberi, a pieni polmoni e prendere tutte le curve del mondo a grande velocità. Il mio viaggio nel tempo è arrivato al capolinea. E sento il "capitano" che ci avverte che siamo arrivati alla stazione del "presente" e che bisogna per forza scendere. Per il "futuro" dobbiamo prendere un altro treno in un altro binario molto lontano. Devo correre con tutte le mie forze per cercare di non perdere quella coincidenza. Altrimenti si resta come sospesi nell'aria un pò consumata del presente. Ma lo faccio soprattutto per curiosità.
HonestMaverick
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