Lavender is a blue explosion in my garden. Ma cosa cercano tutte quelle farfalle in questa bella pianta profumata? Cercano il nettare! E quindi con tale profumo non può che essere un grande, imponente, naturale Butterflies Scent Festival! I Giorni di Pasqua
Giorni che hanno l'aria speciale, piena di polline, di fiori di pesco e di albicocco trascinati via dal vento e dal recente freddo , di strana confusione ornitologica.
E' un crescendo passando dalla meditazione di questi giorni all'apoteosi di Domenica. E' il crescendo della settimana di Pasqua, dove l'animo mistico e laico si incontrano, soprattutto verso un anelito di quiete. Ecco la parola che mancava: quiete.
Ed é in festa anche La Nostra Montagnola, con gli alberi di leccio e di querce che sono cullati dal vento fresco di una primavera un pò pigra e sonnacchiosa. Anche se, giustamente, sembra non affannarsi neppure Lei: la Natura!
E poi in questo tempo di rigenerazione sentiamo che risorgono anche i nostri propositi di fare sempre meglio. Speriamo di riuscirci. Ed allora non mi resta che augurare
Sinonimi di quiete sono: calma, immobilità, inerzia, pace, silenzio, stabilità, tranquillità. Io l'apprezzo ancora di più perché non c'è cosa più brutta avere grossi pensieri per i giorni di Pasqua, come una volta mi è capitato. Quindi voglio andare oltre la quiete e voglio essere felice ma con tranquillità. In questi giorni mi voglio ispirare al colore dei fiori degli alberi di pero che sono tutti fioriti nella nostra Montagnola.Ed é in festa anche Lei, con gli alberi di leccio e di querce che sono cullati dal vento fresco di una primavera un pò pigra e sonnacchiosa ed anche un pò fredda. Sembra non affannarsi neppure lei. Perchè per Pasqua abbiamo tutti, ma proprio tutti, bisogno di pace!
Se una grande Nazione moderna vuole istituire un Ministero per la Solitudine ci deve pur essere una ragione ben evidente della necessità di tale scelta. E se anche da un recente sondaggio sembra che un italiano su otto si senta tremendamente solo, allora è abbastanza evidente che questo problema esiste davvero specialmente nella nostra società post-moderna. In una trasmissione dove si metteva in evidenza tale problematica si faceva riferimento anche al fatto che manca oggi quella "solidarietà" di "villaggio" che esisteva fino alla metà degli anni sessanta. Una solidarietà che ti dava anche forza morale anche se, spesso, non si concretizzava neppure in un evidente aiuto materiale. Ma la cosa fondamentale era il fatto che la compartecipazione d'animo ai tuoi problemi ti dava una forza d'animo speciale e non ti faceva sentire come abbandonato a te stesso. E la questione "solitudine" può sembrare un pò paradossale nell'epoca dei "social networks" dove poi, molte volte, ti accorgi che manca "socialità" e possibilità di incontro. Anche perché le possibilità di incontro possono essere spalmate in mille piccoli rivoli che sanno molto spesso di "clubbismo" e di "esclusività", anche se molte volte non voluti ed inconsapevoli. E in quella trasmissione, molto interessante, si facevano anche considerazioni molto sensate, come, ad esempio, che il problema riguarda soprattutto le persone anziane e di mezza età, mentre i giovani se la cavano molto meglio al riguardo anche se non sono del tutto esenti dalla problematica. Ma ritornando alla questione più evidente delle persone non più giovani forse dovrebbero essere creati dei luoghi di aggregazione, magari solo diurni, in cui potersi incontrare a parlare anche delle eventuali iniziative da poter intraprendere anche per non sentirsi inutili o "falsamente" utili. Ma potersi creare davvero una nuova identità non solo hobbistica, ma anche "para-professionale" al fine di incrementarne l'impegno personale. Anche perché, ritengo, a mio modesto avviso, che le persone con una certa età abbiano sempre, come minimo, tanta esperienza e anche tanta professionalità da regalare in tutti i settori. E questo con una duplice funzione: la prima per sentirsi in sintonia con il mondo circostante, non sentirsi sorpassati e dare una linea di continuità al processo di sviluppo delle idee e, quindi, della società che sta passando la mano, giustamente, a forze molto più fresche, Le quali non devono essere messe in una competizione generazionale, ma in una sfida molto più ampia di conoscenza, idee, sviluppo per il bene del loro futuro e del futuro del loro territorio e del loro Paese. Che poi, in definitiva, è un piccolo contributo allo sviluppo del mondo. E con obiettivi chiari da raggiungere tutti con più sintonia e senza "forzate contrapposizioni" anche quella "bestia" chiamata solitudine non troverebbe tutto quel terreno fertile da farla diventare un vero problema sociale. Un angolo dove parlare tutti e non solo in pochi favorirebbe quel "brainstorming" diffuso che, sempre, come succede nelle grandi imprese, non può portare che allo sviluppo. Non fosse altro, che si trattasse solo di quello morale. Ma che, sicuramente, andrebbe anche oltre.