Anelito di cultura nei primi anni del Dopoguerra.
C’era una atmosfera particolare mista a voglia di riscatto morale e voglia di migliorarsi. Una atmosfera positiva che spronava a sperimentare nuove realtà. Ed infatti nell’edificio scolastico, creato proprio nel dopoguerra , bello ed efficiente dove la mattina due classi elementari molto numerose con i loro grembiuli neri ed i fiocchi celesti si destreggiavano tra i banchi di legno ed i calamai pieni di inchiostro, apprendendo quella conoscenza fondamentale ed “elementare” che sarebbe servita proprio per la vita futura in ogni mestiere essa si fosse svolta, faceva “venire la voglia” anche agli
adulti di partecipare in qualche modo a “qualcosa” in quell’edificio. Erano operai e reduci da periodi bui di servizio militare in guerra dove avevano vissuto anni terribili dialogando tutti i giorni con la “signora con la falce”. Interpretando tali esigenze e dando esito al clima positivo che si stava creando, il Maestro, sentiti alcuni personaggi di Paese (allora le cose si concordavano, ma soprattutto se ne parlava nel rispetto del giovane virgulto di democraticità e nel rispetto di tutti senza arroganza né supponenza) istituì il Centro di Lettura serale che si teneva nelle aule dove la mattina gli scolari di erano adoperati ad apprendere quei rudimenti che forse mancavano anche a molti adulti, cercando una circolarità della cultura che allora era (ma oggi no?) fondamentale. Nel centro di Lettura le persone potevano leggere i libri presenti nella biblioteca, prendere in prestito gli stessi, scrivere e fare domande al Maestro, ma soprattutto dialogare sulla storia, la geografia, la situazione economica locale e quant’altro. Credo che siano state grandi lezioni di partecipazione ed occasioni di crescita individuale e collettiva. Fatto sta che a me è rimasto un ricordo indelebile di quelle sere anche se avevo otto, nove forse dieci anni. Sapevo che la mattina dopo dovevo di nuovo essere lì. Ma a me piaceva davvero tanto quel bel posto.