La calunnia è un venticello, Basilio's aria from Il barbiere di Siviglia:
La calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s'introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar. Dalla bocca fuori uscendo lo schiamazzo va crescendo prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco; sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta va fischiando, brontolando e ti fa d'orror gelar. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia e produce un'esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, un tumulto generale, che fa l'aria rimbombar. E il meschino calunniato, avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello per gran sorte ha crepar.
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"Non fate pettegolezzi, il defunto non li sopportava"ha scritto Majakovskji prima di uccidersiDon Marzio, malalingua viperigna della "Bottega del caffè" di Carlo Goldoni, è forse il più famoso maldicente della nostra letteratura perché è quello che non sa interessarsi del prossimo se non per malignità e per amore del pettegolezzo. Ma questo non avviene solo nella letteratura. Spesso si verifica anche nella vita di tutti i giorni, tant'è vero che è diventato proverbiale: "è un don Marzio" si dice, infatti, di un pettegolo maligno, di un maldicente.
Ma la scrittura rivela la "sindrome di don Marzio"?
Domanda a cui non è facile rispondere. Certamente le spie della sindrome di don Marzio non sono facilissime da evidenziare in una grafia, ma osservando alcuni tratti, possiamo almeno mettere sul "chi vive" e far soppesare con maggiore prudenza le affermazioni e le parole di alcune persone.
Spesso confondiamo pettegolezzo e maldicenza. Ma la maldicenza è strettamente imparentata con la menzogna e calunnia. Il pettegolezzo, invece, ha un certo rispetto per la verità. Le persone pettegole non si propongono distruggere la reputazione di una persona attraverso fatti distorti ma di svelarne la vera identità morale.
In sostanza il loro obiettivo è quello di stabilire come siano andate veramente le cose, di valutare le azioni di qualcuno del proprio gruppo, oppure di una persona temuta, che viene così "ridimensionata".
Il pettegolezzo infatti è il modo ideale per insinuare dubbi nell'opinione altrui sull'immagine che una persona vuole dare di sé.
Dal veneziano petégolo, probabile derivazione di peto con allusione all'incontinenza verbale dei pettegoli, per pettegolointendiamo di massima uno che ha il piacere di parlare e sparlare di tutto e tutti, ingigantendo e rendendo sensazionali le voci e le informazioni che circolano.
A volte si pettegola per movimentare una conversazione noiosa, a volte per calamitare l'attenzione su di sé, per diventare centro della scena, a volte per far del bene a qualcuno. Alcuni pettegolano per creare intimità.
I pettegolezzi nella maggior parte dei casi sono innocui, ma vi sono situazioni in cui possono assumere quegli aspetti negativi ed insinuati che alimentano la sua cattiva fama.
Le cose riferite possono anche essere vere, ma se sono fine a se stesse, gonfiate, interpretate in senso negativo, un pettegolezzo può assumere la forma della malignità e della denigrazione, per lo più ingiustificate e gratuite.
Quando poi le cose riferite sono intenzionalmente false e attribuiscono a una persona delitti e peccati inesistenti per distruggerne la credibilità e la reputazione diventa maldicenza, calunnia.
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Credo che siano dei peccati morali imperdonabili. Lo scopo è il ridimensionamento sociale, lavorativo e professionale del calunniato.
Poichè la calunnia e le sue figlie malignità e denigrazione sono come i tarli: scavano piano piano nella figura del calunniato che si guarda dentro all'improvviso e si vede come vuoto.
Credo che abbiano terreno fertile in particolar modo nella nostra società dove ci sono poche prove o riscontri meritocratici oggettivi e quindi i ruoli delle persone vengono spesso basati sulla lingua delle segretarie o degli arrivisti senza scrupoli o per sentito dire o per qualcuno che si sente tanto intelligente per decidere approssimativamente e frettolosamente la vita degli altri.
Credo che qualche organizzazione sociale seria dovrebbe davvero combattere questo fenomeno a volte smascherando i calunniatori e fargliela pagare in qualche modo. Ma poichè questo non è possibile non resta che voltare la testa dall'altra parte quando incontri un calunniatore o una calunniatrice perchè questi ultimi hanno un unico svantaggio: sono riconoscibili, hanno una targa indelebile che li condiziona a muovere la bocca in sintonia con gli occhi: ecco una smorfia orribile: la targa del calunniatore.
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