"Avete il pennello, avete i colori, dipingete voi il paradiso e poi entrateci".
(Kanzantzakis)
Non solo abbiamo i colori ed il pennello. Abbiamo mille altre cose, ma mancano le cose più importanti: le idee per una migliore socialità e soprattutto la voglia di agire in positivo.E questo secondo aspetto che ci vorrebbe tanto perché forse si è preso tutti i difetti di un mondo competitivo e non ne sappiamo sfruttare che pochi, molto pochi dei suoi pregi.
Ovviamente quando parlo parlo anche e soprattutto per me e poi per tutto il resto.Forse agire in positivo vuol dire anche non fare dispetti, non mantenere rancore, non parlare male degli altri, non cercare di metterli in ridicolo. Utopia solo perfetta utopia perché per fare questo occorrerebbe non camminare ma librarsi in aria, qualche metro da terra e guardare un pò il mondo con occhio critico, pensando sempre che il contingente non conta e forse neppure il domani ed il dopodomani. Passano anche loro e dopo?. Non so, forse ho bisogno di qualche seduta da qualche strizzacervelli ma, da un pò di tempo quando vado a letto, la notte,non penso più tanto a quello che ho realizzato nella giornata passata, ma mi domando sempre più spesso, specialmente quando sono soddisfatto del lavoro fatto, a cosa può giovare questo in rapporto a quello che devo ancora superare, sopportare, battagliare. Il tutto per arrivare dove.Oggi è passato il mio amico fabbro, mio coetaneo, con un camion pieno di oggetti lavorati, creati da lui. Era soddisfatto di aver fatto tutto quel lavoro e mi sono ripreso per un pò dall'angoscia. La vita è questa ed è bella proprio nel suo rapporto tra il fare ed il realizzare. Ma questo non dovrebbe mai inficiare tutti gli altri aspetti, anzi dovrebbe insegnarci ad apprezzarci l'un con l'altro. Utopia mi rispondo, sempre con maggiore insistenza, utopia da giorni feriali. Da non confondere con l'utopia dei giorni di festa, quando vorremmo esagerare o nel riposo o nel divertimento. Utopia come il mondo descritto di Tommaso Moro nel suo romanzo del 1516. Ma un mondo così, forse non sarebbe neppure auspicabile nè utopico. L'Uomo in epoche successive ha cercato di imitarlo, ma non c'è riuscito. Poi ha tentato comunque il benessere e lo sviluppo in altre forme e con altri metodi. A procurarlo a tutti non c'è ancora riuscito. E quelli che l'hanno raggiunto, se li guardi in tutti i loro meandri, sono ancora alla ricerca di un benessere ancora più grande, che li posa soddisfare meglio.Utopia. Tanta utopia. Perchè non sappiamo dipingere il nostro paradiso. Ed il pennello è stato gettato là in un angolo, imbrattato di vernice secca, sopra il barattolo polveroso dei colori. E si nota solo una grande macchia nel muro, un pò sgraziata. Sembra un pupazzo di un colore rossastro, elettrizzato, con un dito che punta in alto. Utopia, non ci illudiamo!. Si è stampato per caso nel muro, quando l'ho lanciato via con tanta rabbia e un pò di sconforto.
Ancora..........Utopia
"Nella prima parte di Utopia, Moro presenta l'Inghilterra del XV secolo elencandone i difetti, le contraddizioni, soprattutto sociali ed economiche (famoso è l'aneddoto delle pecore che brucano in prati immensi dove invece potrebbero lavorare decine di contadini, costretti dalla disoccupazione a darsi alla delinquenza).
Nella seconda parte, invece, avviene la narrazione del viaggio che Raffaele Itlodeo, viaggiatore-filosofo, compie per primo nell'isola di Utopia, unasocietas perfecta, creata dal suo primo re, Utopo, che con un'opera titanica tagliò l'istmo che la congiungeva con il continente.
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