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venerdì 23 settembre 2011

A-Socialità! ......associalità resa difficile?





Associalità è da  intendersi nel significato del verbo "associare" (composto della partic. AD a, verso e SOCIÀRE unire, da sòcius compagno), e quindi come contrario di asocialità. Il termine perciò indica la propensione dell'individuo alle norme del vivere sociale e ai problemi ad esso connessi, e la spinta verso la società e la collaborazione con gli altri (fonte wikipedia).
Quindi asocialità è il contrario ; ci vuole poco a capirlo ma con un pò di benaltrismo andiamo avanti:
".... omissis  Un disturbo di personalità è definito come un modello abituale di esperienza o comportamento che si discosta notevolmente dalla cultura in cui l'individuo appartiene....
......omissis.....
....non esiste una definizione universalmente accettata di personalità... omissis
....omissis
I cambiamenti patologici della personalità possono essere dovuti a diverse cause. Inoltre non è facile dare un giudizio di normalità o di patologia per questo settore della psicologia, anche a causa del contesto ambientale che influisce sulla comparsa e decorrenza del disturbo.....omissis" ( fonte wikibooks)

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Nella mia vita mi avevano definito in mille modi. Nelle mie lunghe peripezie ho conosciuto tante persone che hanno cercato di etichettarmi: La stragrande maggioranza  ha etichettato mentre altre (poche) non l'anno fatto mai, almeno apertamente. L'altra sera, ad una festicciola, una conoscente  mi etichettò davanti a qualche altro. Senza un particolare motivo, ma solo perché non volevo o non mi sentivo di partecipare all'ennesima conversazione di contorno "sgrillettante" ma senza originalità (quasi da sagra dell'ovvio con tendenza "andante allegro")  e così mi sento apostrofare, tra lo scherzoso e l'ironico "sei un asociale". Non è la prima volta che me lo hanno detto. Quando lavoravo mi definivano così. Ma lì forse c'erano anche altri scopi, forse non troppo nobili. Ci ho ripensato a quella frase, ho cercato di farmi un pò di autocritica silenziosamente, ho fatto le mie ricerche sul Web e forse ho trovato quello che cercavo.

Primo aspetto: 
Asocialità e rifiuto dell'ipocrisia
Preferisco essere asociale prima di scadere nell'ipocrisia. Normalmente nelle riunioni di persone non accomunate da un forte interesse comune (di qualsiasi tipo e anche non economico) le conversazioni scadono immancabilmente verso argomentazioni generiche dove, o si criticano gli altri, o si incensano o si giustificano le persone che ci stanno a cuore. Quante volte si sente dire "io quello non lo capisco proprio!!!). Se avessimo la facoltà di interloquire liberamente e fossimo in una società veramente "aperta" quelle persone andrebbero subito educate dicendo loro "guarda che nessuno ti obbliga a capire le altre persone" .....signorina Gertrude! 
     
Secondo Aspetto:
Asocialità e non sopportazione della maldicenza e superficialità
Peggio ancora è quando pur di conversare e fare le persone sociali  e "simpatiche" si trascende nella maldicenza o nel pettegolezzo! Sorvolo questo aspetto che è sintomo di grettezza. E prendo in considerazione l'aspetto meno drammatico della superficialità. Se passi da un argomento all'altro senza approfondire ma solo per cercare il consenso allora si scade inevitabilmente nella superficialità. E se entri in questa dimensione non puoi pretendere (perchè è una pretesa bella e buona ) che tutti ti stiano ad ascoltare e si divertano!. Quindi quelli che tu consideri asociali, molte volte lo fanno solo per una buona educazione, per non dirti  quanto sei patetico/a.


Terzo Aspetto:
Asocialità e non sopportazione dell'ingiustizia
Devi far parte per forza al nostro gioco.! Un gioco fatto molte volte di prevaricazioni su quelli che ne sono esclusi. Basta affacciarsi anche nel nostro piccolo per vedere tante forme di esclusione fatte a posta per aver motivo di discussione di quelli che partecipano. Non sopporti i favoritismi e non ne vuoi far parte da qualsiasi parte ne vengan fuori! Sei un asociale!. Hai criticato costruttivamente qualcosa o qualcuno e vieni emarginato solo per quello?. Quando ne sei escluso diventi un asociale nel piccolo gruppo, per l'associazione locale, per la combriccola di turno.
       
Credevo che questo fenomeno avesse una caratteristica limitata ad ambienti professionali,sociali od economici ed, invece, basta fare una piccola ricerca sul web per vedere sfilze di casistiche. Le propongo alcune. Ma vorrei terminare con una considerazione: non sarà per non dare modo di giustificarsi o di parlare al criticato di turno che si sono creati climi di "gelo polare" in molti aspetti della vita generale e locale?.  Ed è da notare quanta importanza viene data  a livello scientifico ai modelli organizzativi locali sull'influenza della personalità. 
Nella speranza di migliorarci tutti dobbiamo solo aggiungere due sole frasi "famose" che forse completano il quadretto un pò naif e che considerano moniti rivolti a me che mi son preso l'arroganza di scrivere quanto sopra:


- "attento tu che parli (nel mio caso scrivo) a cadere in un peccato ancora più grave, quello della superbia ;


-  "attento a non dimenticarti anche il bello che c'è nella tristezza";


Si.....ma poi attento a non denigrarti troppo che la moltitudine si auto- esalta e si difende con i denti anche senza meriti particolari.  e poi.....


Nulla è più terribile dell’ignoranza attiva.
Johann Wolfgang von Goethe
Una metà di me non sopporta l'altra. E cerca alleati! 
Gesualdo Bufalino
Non si pesano sulla stessa bilancia le offese che si arrecano e quelle che si subiscono.
Esopo


Dal Web:
"omissis.....La socializzazione in una società che deve ancora maturare tantissimo porta ad esaltare come relazione fondamentale il sesso e il potere con le drammatiche conseguenze note a tutte: molestie, abusi, sconcerie. L’intelligenza porta a mettersi in relazione quel tanto che basta per vivere in serenità. I più grandi geni della storia hanno tendenze asociali: non sono diventati capi nè hanno seguito i capi, non sono mai brillati per aspetto e posizione sociale ma hanno lasciato qualcosa di molto più profondo. Lo stesso Gesù Cristo era una sorta di asociale, diverso dagli altri e lontano dal mondo dei capi e del sesso, era angelo e non diavolo. Tra i diavoli ci mettiamo caporioni, maniaci, stupratori, arroganti, prepotenti, sfruttatori, tutte persone che cercano relazioni sociali per trarne ingiusto profitto. Molti eremiti, invece, sono diventati santi. Un profondissimo elogio a tutti coloro che vogliono stare tranquilli nell’ombra, vivendo nel profondo rispetto delle regole e degli altri ignorando tendenze e prassi sociali, coltivando la massima intelligenza allontanandosi da boria, futilità e bullismo. C’è il paradiso per i santi e l’inferno per i diavoli, ma ci sarà pure un mondo per gli asociali all’insegna della tranquillità e della purezza.....omissis."

"é che i miei colleghi organizzano sempre cene e uscite in discoteca e io dico sempre di no, trovo sempre qualche scusa...io proprio non ce la faccio a perdere il mio tempo con loro...quello che non sopporto è che dietro se ne dicono sempre di tutti i colori, parlano male, e poi organizzano le cene come a voler dire SIAMO TUTTI AMICI!
Io non ce la faccio a essere così ipocrita, non mi sento mai libera di dire la mia perchè i giudizi volano come se niente fosse, mi sento sempre il dito puntato contro....loro sono così! Non puoi parlare, non puoi sbagliare...senn sei giudicata e messa in croce!! Metter anche la testa sotto la sabbia ma io non me la sento di perdere tempo con sta gente... certo che un p ci perdo, perchè mi autoescludo dal gruppo! Ma per farne parte bisogna per forza essere ipocriti e falsi e fare finta di stare bene con loro? Ragazzi che sfogo...datemi una vostra opinione ciao".


Honest Maverick productions

enjoy::

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