Questa settimana ritorniamo alla nostra antica passione e "missione": fare il topo di campagna nell'orto di famiglia con mille perplessità sia per l'attività propriamente "agraria" e le mille cose da fare in questo periodo che, per le carenti cognizioni in materia, non riescono a supportare la passione! Ma poi mi sono accorto che l'orto non è un mondo a sé stante e rispecchia la situazione esterna e globale. La continua competizione per accaparrarsi i migliori frutti della natura in uno scenario combattivo da far invidia alla competizione dello scenario globalizzato!
Le arvicole sono topi campagnoli che vivono sottoterra, scavando gallerie e cunicoli e – ahimè! – mangiando le radici delle nostre piante. Si riproducono con un certo entusiasmo, quindi spesso creano delle popolazioni ampie che raggiungono il loro massimo intorno ai mesi di novembre-dicembre. il loro massimo intorno ai mesi di novembre-dicembre.Cc
come riconoscere un’infestazione di arvicole
come riconoscere un’infestazione di arvicole
Come combattere le arvicole (ma perchè combatterle?....boh?)
Una pianta preziosa, come tantissime altre:
I principi attivi del Carciofo sono contenuti nelle foglie, e tra questi il più interessante è la Cinarina; essa è presente in concentrazione massima durante la formazione del capolino, che è poi la parte della pianta che viene usata in cucina.Le principali proprietà delle foglie del Carciofo sono quelle coleretiche e colagoghe: è stato dimostrato infatti che il flusso biliare può essere aumentato fino al 90% in più rispetto ai valori basali, e che questo effetto non diminuisce nel tempo e, dunque, si presta anche a trattamenti prolungati, specie in caso di bile densa, sabbia biliare e tendenza a produrre calcoli nella cistifellea. L'azione diuretica è altrettanto importante e si evidenzia pienamente dopo circa sei giorni (con un aumento anche del 100%), promuovendo così la funzione depuratrice renale, grazie ai composti flavonici e ai sali minerali, in particolare potassio e magnesio, che il Carciofo contiene.I principi attivi contenuti nelle foglie del Carciofo influiscono anche nel ricambio del colesterolo e dei trigliceridi, siano essi di origine alimentare o endogena, aiutando a mantenerne bassi i livelli a tutto vantaggio dell'apparato cardiovascolare.Un'altra importante e complementare azione del Carciofo è quella epatoprotettiva e antitossica, che si manifesta su diverse sostanze tossiche, in particolare sull'alcool, di cui riescono a ridurre la presenza nel sangue per effetto dell'aumentata diuresi e per un'accelerazione del metabolismo dell'etanolo.Questi effetti, studiati in particolare sulla cinarina, sono da ascrivere al miglioramento dell'attività dell'epatocita, a una più marcata coleresi (secrezione di bile), e a una maggiore capacità di mantenere il colesterolo in soluzione nel siero, anche per un'evidente escrezione del colesterolo attraverso la bile.Sono state riscontrate anche proprietà rigeneratrici del parènchima epatico, oltre alla capacità di migliorare le funzioni secretive e motorie del tubo digerente, favorendo anche la peristalsi.
Mille metodi per combattere i roditori, gli insetti, le talpe etc.. A volte mi domando, nella continua lotta contro gli abitatori del giardino e dell'orto, come mai ci affanniamo tanto contro di loro se la Natura ha previsto anche questi nostri compagni? Arvicole, Afidi, Talpe i nostri nemici, i distruttori delle nostre fatiche. Me l'hanno sempre detto ma mi è sempre venuto anche qualche dubbio. Perché quelle nobili piante denominate carciofi e cardi che hanno sempre avuto un'importanza fondamentale nella nostra alimentazione devono restare ad uso esclusivo dell'uomo?. Non denota molto egoismo?.
"Il carciofo è un antico prezioso prodotto della natura, che si mangiava comunemente sin dal tempo degli Egizi. Ortaggio tipico delle aree del Mediterraneo, pianta della famiglia delle composte (Cynara scolymus), come attestano gli scritti di alcuni autori antichi (De Rustica di Columella e Naturalis Historia di Plinio), continuò a essere apprezzato all’epoca dei Romani. Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando dalla zona di Napoli, dove era stata introdotto da Filippo Strozzi, la coltura del carciofo si diffuse prima in Toscana, Caterina dei Medici ne fu una grande consumatrice, e successivamente in molte altre regioni."
Per non parlare dei Cardini vera leccornia anche ai tempi in cui si aveva molto meno da mettere sotto ai denti. E per salvaguardare questa preziosa pianta molto ambita anche a tanti abitanti dell'orto se ne inventano di tutti i colori. Proprio ieri sera entrammo nell'argomento "orto" con il mio elettricista che, di recente, è diventato un grande appassionato della materia. Ed il suo problema principale era salvaguardare questa preziosa pianta in un momento cruciale della sua vegetazione in quanto aleggia nell'aria un imperativo impellente: vangare i carciofi, prendere i cardini e preservarli dalle talpe ed i topi.
"Il carciofo è un antico prezioso prodotto della natura, che si mangiava comunemente sin dal tempo degli Egizi. Ortaggio tipico delle aree del Mediterraneo, pianta della famiglia delle composte (Cynara scolymus), come attestano gli scritti di alcuni autori antichi (De Rustica di Columella e Naturalis Historia di Plinio), continuò a essere apprezzato all’epoca dei Romani. Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando dalla zona di Napoli, dove era stata introdotto da Filippo Strozzi, la coltura del carciofo si diffuse prima in Toscana, Caterina dei Medici ne fu una grande consumatrice, e successivamente in molte altre regioni."
Per non parlare dei Cardini vera leccornia anche ai tempi in cui si aveva molto meno da mettere sotto ai denti. E per salvaguardare questa preziosa pianta molto ambita anche a tanti abitanti dell'orto se ne inventano di tutti i colori. Proprio ieri sera entrammo nell'argomento "orto" con il mio elettricista che, di recente, è diventato un grande appassionato della materia. Ed il suo problema principale era salvaguardare questa preziosa pianta in un momento cruciale della sua vegetazione in quanto aleggia nell'aria un imperativo impellente: vangare i carciofi, prendere i cardini e preservarli dalle talpe ed i topi.
Una problematica antica, come si può vedere anche nel Giornale Agrario Toscano, Lorenzo Bonaiuti da Cortona nel 1831 che si preoccupa di tenere lontane le talpe ed i topi dalle carciofaie con un proprio metodo quasi scientifico per quell'epoca. Ed il metodo escogitato dal mio elettricista, su suggerimento di più antichi esperti pensionati, era geniale e all'avanguardia, perché consisteva in piccoli tubetti di plastica con una piccola valvola centrale in modo tale che il topo possa entrare e mai più uscire. Ma io mi sono chiesto, nell'ammirazione stupefatta per queste tecniche ingegnose, se esistesse un metodo per smetterla con questa guerra tra tutte queste Creature dietro una pianta di carciofo o se la stessa fosse davvero inevitabile. Perché verrebbe da dire non ci sono carciofi per tutti. Per uomini, per Topi, per Talpe e per Afidi. Ed allora, forse, riappare nell'Orto, un'eterna legge universale e di vita: lottare per la sopravvivenza. E da qui scaturiscono una serie di domande. Prima questione: i carciofi sono proprietà assoluta dell'uomo perché li ha piantati, accuditi, concimati ed i topi di turno devono sottostare alla legge del più forte e diventare ladri notturni? Oppure è giusto che una parte di tali piante non appartengono all'uomo anche se vi si è dedicato anima e corpo? Ma non le inventate! Oppure, mettendo da parte l'avidità e la voglia di abbondanza, ci sarebbero carciofi per tutti, per uomini e talpe ed insetti? Ma si ritorna al pensiero di prima, all'eterna legge dell'esistenza: lottare continuamente per accaparrarsi risorse limitate. In questo caso tra uomini e piccoli insetti. E forse non ci poniamo mai un quesito molto più semplice, ma che, nella nostra mente, risuona molto stonato: perché non proviamo a rovesciare la frittata e pensare che forse ci sarebbero carciofi per tutti e la soluzione sarebbe molto semplice: un pò meno di carciofi per ciascuno: uomini, bestie! E qualcosa da lasciare anche agli insetti, piccole creature ritenute da sempre molto minori. Tenendo conto di un mix di leggi naturali, della catena dell'alimentazione e di un anelito di sopravvivenza perfetta per tutti. Oppure pensare che, in fondo, non siamo tutti nient'altro che modesti e piccoli attori destinati a passare e che pensano che il nostro effimero presente sia molto duraturo. E che, raramente, considerano che, in altre stagioni ed in altri tempi, ci saranno altri attori a fare le stesse lotte! Ma allora chi ci guadagna? Forse tutto quello che lasciamo, possibilmente un pò migliorato. Anche perché, probabilmente, esistiamo e lottiamo solo per questo: per migliorare la parte che dovremo lasciare. Ed infine un ultimo dubbio: più che attori non saremmo mica delle piccole e modeste comparse?
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