Visualizzazioni totali

venerdì 24 febbraio 2012

Nel campo dei Miracoli: il gatto e la volpe e la vita di tutti i giorni!







Un sito per la trasparenza!
An open society, please!
Il Gatto e la Volpe: una rappresentazione della vita?

Le molle narrative cui spingono i personaggi di Pinocchio sono quelle elementari di una società arcaica: la fame, l'istruzione come conquista e come fatica, il mondo come accolito di imbroglioni, assassini, ciarlatani. È duro il mondo per Pinocchio, come doveva essere duro per un suo coetaneo nella reale campagna dell'Ottocento, ma è anche trasfigurato come lo avrebbe trasfigurato un bambino. Un luogo di fiaba in cui gli animali, i grilli, i gatti, le volpi, tutti in legno, parlano e stanno nel mondo intorno al bambino, assieme agli osti, ai burattinai, ai pescatori, ai carabinieri. Ma soprattutto, più che un romanzo di formazione, Pinocchio sembra un romanzo picaresco. Nonostante il finale, il nostro eroe non sembra avere gran voglia di imparare. Il romanzo lo mostra vagabondare per il mondo, passando quasi indenne tra mille avventure e anche se il libro era pensato per un pubblico infantile e borghese, le generazioni di lettori non si sono rassegnate, al di là delle buone intenzioni di Collodi, al fatto che Pinocchio dovesse diventare umano.




Credo che , in questo libro, ci siano tutti gli ingredienti anche del vivere di oggi: la durezza della vita per affrontare la quale ci possono essere strade diverse ed antitetiche: una via di apprendimento, di studio o di volontà per imparare un mestiere ( la conquista come fatica) e per sbarcare onestamente il lunario o la via, apparentemente molto più comoda, di campare cercando di barcamenarsi in un mondo difficile e complesso per antonomasia.  E  le figure centrali di questa eterna rappresentazione ancora attuale, nel bel carillon satirico della vita, sono il Gatto e La Volpe. A dire il vero, fin da quando avevo sei anni e lessi Pinocchio, questi due Personaggi mi hanno fatto sempre sorridere ed anche ora che sto scrivendo. L'aria sorniona della Volpe ed il Gatto come assistente ( è proprio vero nessuno può possedere un gatto, al massimo ci si può fare una società al 50%) che hanno l'aria impettita di coloro che vogliono dimostrare a tutti come si vive, come  ci si deve comportare nella Vita, dispensando consigli a destra e a manca, potrebbe essere preso per esempio di alcuni atteggiamenti molto diffusi  anche nel mondo di oggi, dove la prima regola fondamentale è non  passare mai  da "bischeri". Ed un buon criterio, tra i tanti,  per non passare da bischeri  è vestire bene,  un paio di occhiali neri anche quando piove  e cercare di dimostrare che la vita va saputa vivere.  Con " nonchalance",  con "escamotages" e con tanta sicurezza. E quelli che si sentono tanto sicuri in un mondo  come quello di oggi  sono da ammirare solo per questo. Ma da tutto questo scaturisce anche tutto il resto; è un punto di partenza dal quale si diramano mille rivoli. 
E ci assale un piccolo sconforto perché  crediamo che i problemi partano da lontano: dalla perdita di una vecchia ed onesta cultura. Più che di cultura, di insegnamenti "basici"  che ci davano i tanti Geppetti e i Grilli Parlanti degli anni del dopoguerra, quando si studiava  anche educazione civica e ci dicevano che l'onestà era un valore fondamentale. Ma quando si parla di Pinocchio mi viene in mente un mondo diverso dove la gente cercava anche di riscattarsi, oltre il quotidiano sacrificio lavorativo che allora, forse, era molto più duro di ora: le scuole serali, i libri foderati a mano e tenuti di conto nelle piccole cartelle di carta cerata comprate dal calzolaio tanti anni prima. Le scuole del dopocena, con le aule semibuie per risparmiare la luce,  frequentate da gente che faceva lavori pesanti durante il giorno e la sera si  applicava per poter prendere la quinta elementare. O per provarci. Sacrificio di lavoratori volenterosi e di maestri che protraevano l'attività di insegnamento. Ma erano lezioni aperte a tutti anche a giovani, massaie a vecchietti. Scuole modeste ma aperte: un vero embrione di "società aperta" che ora si declama come obiettivo. Una società dove i sacrifici si sentivano anche meno. Tutto al contrario di oggi, dove, prima di poter partecipare a qualsiasi cosa, bisogna riempire fogli perché dappertutto occorrono autorizzazioni. E visto che è difficile partecipare, difficile  trovare lavoro,  difficile mettere in pratica qualsiasi idea ed  iniziativa anche la più semplice perché occorrono mille permessi ed approvazioni, forse, è più facile che venga la tentazione di trovare scorciatoie oppure andare in cerca del Campo dei Miracoli. Nella mia immaginazione, quando si parla di Campo dei Miracoli, mi sono sempre immaginato una distesa di alberi da frutto, di meli, albicocchi, peschi in vegetazione che producono frutti alternati a monete e zecchini d'oro. Ma con gli stessi principi  si possono immaginare anche  prebende, omaggi e favori. E quindi si tende ad eliminare anche l'albero per non aver neppure il problema di potarlo.  Appiattendosi  al quieto buon vivere  e agli inchini di circostanza. Molti, anche sul web, dicono che vogliono cambiare! Ma io questa volta non sono troppo ottimista. Tante stagioni si sono alternate, troppi teatri sono stati provati, tanti attori hanno calcato la scena e tante scenografie sono state realizzate. Ma il Campo dei Miracoli è rimasto sempre lo stesso: bello di fuori con gli alberi in fiore, il Pinocchio di turno a portare monetine e il Gatto e la Volpe a scavare di notte. Ed in lontananza si sentono i fuochi di Mangiafuoco che sta concludendo lo spettacolo. Gli ultimi salti dei burattini che poi verranno rinchiusi in gabbia fino a domani. Domani è un altro giorno e ci sarà un nuovo spettacolo. Il Grillo parlante sta dormendo da un paio d'ore ed il Gatto e La Volpe stanno tornando dal campo  a braccetto,  fischiando e cantando felici. Girano l'angolo ed entrano nell'Osteria piena di fumo, dove l'Oste, ossequioso, ha già riservato loro un bel tavolino apparecchiato con la tovaglia pulita ed un bel fiasco di vino a centrotavola. Apre loro la porta ed accenna un inchino e, con il braccio accogliente, li accompagna a sedere.
Ma anche questa volta, ve lo assicuro, vorrei tanto aver preso un abbaglio! E poi mi ricordo anche un detto:"Se si trattasse ognuno a seconda del suo merito, chi potrebbe evitare la frusta? William Shakespeare" Ed allora vattela a pesca!  Per oggi mi ritiro.... anche la mia pastasciutta è sul tavolo e  mi aspetta fumante! 


Honest Maverick productions



enjoy:



Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Elenco dei blog seguiti