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Uno scenario di qualche settimana fa,quando la nostra terra era tutta crettata dal grande calore ed il sole infuocato sin dal primo mattino,offuscava la vita quotidiana non solo degli umani, ma anche e soprattutto del mondo animale in generale. Un "affaire" che appare risolto per quest'anno, ma che non fa male ricordare in questo cambiamento di stagione. Anche per non correre il rischio di dimenticare troppo in fretta.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Uno scenario di qualche settimana fa,quando la nostra terra era tutta crettata dal grande calore ed il sole infuocato sin dal primo mattino,offuscava la vita quotidiana non solo degli umani, ma anche e soprattutto del mondo animale in generale. Un "affaire" che appare risolto per quest'anno, ma che non fa male ricordare in questo cambiamento di stagione. Anche per non correre il rischio di dimenticare troppo in fretta.
Uno spettacolo che non avevo mai visto. Forse, anche perchè la siccità di quest'anno non è stata usuale dalle nostre parti ma, anzi, è stata una cosa eccezionale. E scrivo questo post in questa domenica di fine Agosto quando si è piovuto una mezza serata ed era dalla metà del mese di Maggio che non lo faceva. Ma gli effetti di questo si riscontrano anche visivamente nel piccolo mondo circostante. Basta vedere l'erba tagliata in precedenza e che ora sembra semplicemente bruciata. Un piccolo mondo semideserto dove la terra è piena di cretti. Dove le colture tradizionali e le verdure estive sono tutte malate e piene di parassiti. I pomodori pieni di macchie e di insetti e tutti marci nelle estremità li ho ritrovati anche al supermercato stamani mattina con mio stupore. Per non parlare di zucche, zucchini, fiori di zucca e zucche invernali. Nonostante le innaffiature, niente, le piante tendevano a ritirarsi in sè stesse, quasi in un classico processo di autoprotezione e quasi a voler comunicare che questo non è il loro ambiente, il loro clima. In un clima semideserto le zucche non ci sono. I pomodri non ci sono. I fagiolini non ci sono. Tutto è diverso. Seccano le piante di agrifoglio, il gelsomino ingiallisce ed anche gli olivi soffrono. E tutto si ripercuote anche nel mondo animale. Due piccole scenette. Un gatto che tenta di acchiappare uno scoiattolo. Lo manca perchè il bellissimo roditore è molto veloce e si inerpicava, nascondendosi, nella vegetazione di un giovane cipresso. Ma poi il gatto viene verso di me, miagolando disperatamente con la bocca aperta. Lo guardo pensando che stia male. Poi mi accorgo che ha solo tanta tanta sete. Prendo la bottiglietta d'acqua. La taglio a metà e la povera bestia si avventa su quella molto voracemente. Ora sto meglio, molto meglio dello scoiattolo. Sono sicuro che pensa questo. L'altra scena è che le bestiole che nornalmente vivono nel sottobosco escono allo scoperto. E parlo di piccole bestiole e non dei grandi capi come i cinghiali ai quali vedo preoccuparsi, quasi quotidianamente, i vecchi cacciatori in pensione. Per portare l'acqua alle fonti. E non in senso figurativo ma effettivo. Nel vero senso della parola. Ma poi nell'orto mi accorgo anche di altri movimenti molto strani. Voli concitati di uccelli. E mi accorgo del loro peregrinare verso le piccole riserve di acqua. Della conca e del piccolo fontino di acqua piovana che c'è sempre stato e che c'avevano trovato anche i miei vecchi. Mi volto verso di questo e vedo dei piccioni in fila indiana che attendono il loro turno per andare a bere. Perchè il fontino è mezzo vuoto e ci si accede solo da uno scalino che ora resta fuori dell'acqua per circa 15 centimetri. Ordinatamente i piccioni si dissetavano in trenta secondi e poi ripartivano verso il tetto dove normalmente stanno. Non avevo mai visto i piccioni così organizzati. Forse in un ambiente così infuocato comincia ad aleggiare un senso di circospezione, di paura od almeno di emergenza. E nell'emergenza occorre organizzazione. E quindi anche nel mondo dei columbidi qualcuno ha intimato organizzazione e parsimonia. Molto bene, ho detto. Forse tutte le specie tendono alla perfezione anche se noi non ce ne accorgiamo. E comunque poi tutti speriamo che l' "affaire" sicictà si risolva. Ad esempio oggi un pò ha piovuto. Sento un vento forte. Forse è foriero di tempesta ed acqua. Arriva qualcuno, apre la finestra e mi dice che, finalmente la temperatura è abbassata, ma ha smesso di piovere. Resto perplesso e per un attimo pensieroso. Forse non aveva tutti i torti quando mia figlia voleva piantare una palma che qualcuno al mercato aveva esposto. Credo per vendere. Ma senza arrivare a questi eccessi di alcune cose sono sicuro. I piccioni dovranno aumentare la loro organizzazione. I vecchi cacciatori continueranno a portare l'acqua alle fonti. E quella giovane lucertola aspetterà che innaffi il geranio per arrivare a bere quasi in diretta con l'acqua che scende dall'innaffiatoio. L'altro giorno domandai ad un'amica di Facebook cos'erano quei bei frutti che aveva pubblicato nella foto. Ingenuamente e ignorantemente scrissi " Que belle apricots"... e lei, sicuramente ridendo, mi rispose " il sont des dattes, non apricots". E lei scriveva dalla Corsica. Mi vergognai un pò e capii perchè al mercato si prepraravano a vendere le palme. Ed ora sto pensando:"Olio di palma o d'Oliva". In futuro valuterò per bene. Di questi tempi bisogna organizzarsi. Come fanno persino i piccioni!
Honest Maverick productions
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