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Non c’è dubbio che la frutta estiva sia più varia, gustosa e allettante di quella invernale ma un’eccezione va fatta per i cachi, saporiti e succosi e ricchi di virtù.
Originari della Cina, giunsero in Europa solo nel ‘700 e da allora li apprezziamo per il loro sapore zuccherino e le loro preziose proprietà: sono infatti ricchi di vitamina A e C, potassio e betacarotene e hanno un lieve potere lassativo.
Vista la loro rapida deperibilità è consigliabile acquistarli appena acerbi e lasciarli maturare qualche giorno accanto a frutta che sviluppa etilene, come mele e pere, favorendone la maturazione, in modo da consumarli al meglio.
Il cachi- Pane degli Dei
Il cachi, pane degli dei
I frutti del loto hanno una polpa talmente zuccherina, da meritare il nome scientifico di "diospiros", ossia pane degli dei.Già Plinio, nei suoi scritti, parlava delle piante di loto, molto resistenti alle variazioni di clima, di terreno ed ai parassiti, considerate in Cina albero delle sette virtù, giunto in Europa, alla fine del Settecento, come pianta ornamentale.
In Italia il cachi fiorisce tra maggio e giugno e tra ottobre e novembre, donando le sue bacche commestibili, dall’allegro colore arancione, attaccate al ramo da un breve e robusto peduncolo.
Ci sono molte qualità di cachi. Le principali sono la nordamericana e l’orientale:
i frutti del cachi comune non sono adatti al consumo appena dopo la raccolta. Devono essere “ammezziti”, ovvero devono maturare fino a raggiungere una consistenza cedevole al tatto, perdendo il contenuto di tannini che li rende allappanti (leganti il palato e la lingua);
i cachi vaniglia e sharon fruit si consumano appena colti, quando la polpa è ancora soda.
La qualità italiana più pregiata è quella di Misilmeri, in Sicilia.
I cachi sono un’eccellente fonte di beta-carotene, oltre a contenere abbastanza vitamina C, fibre, proteine di origine vegetale e una notevole quantità di zuccheri e sali minerali, quali potassio, calcio e fosforo.
Il frutto acerbo è ricco di tannino con azione astringente, mentre maturo ha proprietà diuretiche, decongenstionanti e disinfettanti, indicate in caso di infiammazioni intestinali.
Molto calorici, sono nutrienti e di facile digestione, consigliabili agli studenti e ai soggetti astenici e nervosi.
Alla nostra salute piace molto il giallo-arancio.
Combatte infatti il rischio di sviluppare tumori e patologie cardiovascolari, potenzia la vista e previene l’invecchiamento cellulare.
Il beta-carotene è sicuramente il phytochemical tipico di questo colore. Ha una potente azione provitaminica e antiossidante ed è precursore della vitamina A, importante nella crescita, nella riproduzione e nel mantenimento dei tessuti, nella funzione immunitaria e nella visione. Sempre il beta-carotene sa proteggerci dal danno dei radicali liberi, viene assorbito con i grassi e, se assunto con gli alimenti, non porta al sovradosaggio, come può succedere con un eccessivo uso di integratori.
Per proteggerci da vari tipi di tumore, il giallo-arancio ha a disposizione i flavonoidi, che agiscono principalmente a livello gastro-intestinale, neutralizzando la formazione di radicali liberi o catturandoli prima che possano danneggiare altre molecole.
Nella squadra del giallo-arancio il peperone, il limone e l’arancia, sono ricchi di vitamina C e, oltre ad avere una funzione antiossidante, contribuiscono alla produzione del collagene. È scientificamente provata anche l’azione protettiva delle antocianine, i phytochemical con proprietà antinfiammatorie, antitumorali e anticoagulanti presenti in grande quantità nelle arance.
Curiosità
Il termine arancia proviene, attraverso l’arabo “narangi”, dal sanscrito “narag’a” che significa “frutto favorito dagli elefanti“.
Al sapore di arancia anche una leggenda siciliana: una fanciulla poverissima, non avendo abiti e gioielli da indossare per le sue nozze, si adornò i capelli e i vestiti con i profumatissimi fiori d’arancio. Da qui la tradizione tuttora viva.
Dalla Sicilia andiamo in Persia? Non proprio, visto che la pesca arriva in realtà dalla Cina dov’era coltivata 3000 anni fa e non dalla Persia, come suggerirebbe il nome “mela persica”.
Il primo albero di kaki è stato impiantato in Italia intorno al 1871 nel giardino di Boboli a Firenze.
- L’arancione e semplice carota, straordinaria e sorprendente
- Il profumato melone: dissetante, diuretico, rinfrescante
- La pesca: il frutto estivo preferito dagli italiani!
- Il peperone
- L’arancia, uno scrigno di salute
- L’albicocca
- Il cachi, pane degli dei
- Limone di Sorrento IGP
- Limone, il factotum della frutta
- Tortelli di Zucca con Vongole Locali
SFRUTTO L'INVERNO ....................................
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Le mie impressioni:
*La straordinaria generosità di Madre Natura*
Sarà stata davvero un mela o un bel pomo quello del Paradiso Terrestre? Mah? Non lo so! Ma certo il "diospiros! qualcosa di divino ce l'ha davvero. Quando ti si strugge in bocca in un dolce zuccherino ti fa intravedere di quanto può essere bella e dolce la "manna del cielo". Un frutto che ha perso parecchio della sua fama ai tempi d'oggi. Perchè il pomo aveva davvero un grandissimo valore quando ero un ragazzino. Altri tempi, sotto tutti gli aspetti. Allora la frutta era venduta quasi esclusivamente dai venditori ambulanti. Tra gli altri ne ricordo due: Il "Lana" che girava con l'APE e il "Gheghe" che aveva il camioncino a catene. Sempre in difficoltà ed ....in salita. Ed i pomi erano la vera leccornia di allora per i ragazzzi. Erano confezionati benissimo nelle cassette di legno con la carta azzurrina sagomata, a dossi e valli, proprio per contenere un singolo pomo. Un pomo "sempre" separato dall'altro. E tra l'uno e l'altro un pò di paglietta proprio per salvaguardare l'integrità e la fragranza di ciascuno di loro. Ma allora noi non sapevamo che si chiamavano anche Kaki. Per noi erano semplicemente i pomi. Costavano 5 e poi dieci lire l'uno. E si compravano solo in occasioni speciali. In un'epoca in cui le calorie venivano bruciate quasi tutte, sia per la scarsità che per il grande movimento, questi frutti erano davvero importanti per noi ragazzi ...di allora. Anche perchè non avevamo problemi di linea. "Ho mangiato un pomo". Me l'ha regalato il fruttivendolo perchè ho spinto l'Ape che, in salita, non ce la faceva......" Era un pomeriggio veramente bello anche se freddo e mi incamminai per la strada in salita che mi portava a casa. Un pettirosso mi attraversò la strada a mezza altezza con velocità e cinguettando. Intravidi la bicicletta del mi babbo che era già tornato da lavoro. E poi vidi la luce nella stalla. Senz'altro stava lavorando al carretto che io gli avevo chiesto già da qualche tempo. Erano le prime tavole intagliate. Il tutto doveva assumere ancora un minimo,una bozza di forma. Ma ero contento lo stesso. Mi voltai e vidi le montagne lontane con già un pò di neve. Che bella la vita, pensai. Speriamo che continui sempre così. Ma quest'ultima frase purtroppo non si è avverata. Ed ancora sto pensando se è colpa mia che non riuscii a preservare e difendere quell'atmosfera e la semplicità di allora. Anche a brutto muso con tutte le mie forze. Oppure non potevo farci proprio niente, perchè sarebbe stato una battaglia impossibile. Come voler fermare il tempo. Come voler parare il vento! Come mettersi contro l'imponderabile forza che è dentro di noi e che ci comanda a nostra insaputa!
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