Visualizzazioni totali

domenica 11 novembre 2012

Il buongoverno dei sentimenti! Di quando la gente fischiava e canticchiava!


 


Il Buongoverno secondo la-Montagnola-di-Anchaiano-and-Suavis-Locus-Ille:

 Sentiamo bisogno di buongoverno..... anche nelle piccole cose:

il buongoverno dei sentimenti;
il buongoverno delle intenzioni;
il buongoverno della partecipazione;
lo spirito del "dopoguerra"; 
il sentirsi ed il voler star vicini;
l'apprezzarsi "oltre" i meriti;
l'apprezzarsi "oltre" le origini;



A qualcuno sembrerà poco , a me sembra tutto ! 

Il buongoverno dei sentimenti:ricordarsi dei bei momenti vissuti in passato. Poi il mondo può cambiare; anche le situazioni. Qualcuno può anche fare uno sbaglio ed allontanarsi, ma bisogna sempre riaccogliere e perdonare gli errori degli altri. Perchè un giorno potrebbero perdonare i nostri.  Ognuno è portatore di grandi valori e di grandi  esperienze. Nessuno è più importante di un altro. Nessuno è da escludere nè da allontanare. Ma anzi è da interrogare, invitare, lasciarlo parlare. Fargli esprimere le proprie opinioni e, se non sono o non appaiono giuste, contrabatterle. Ma mai "seppellirlo" da vivo. Qualunque cosa egli abbia commesso questo è un peccato grave! Un peccato grave......contro l'Umanità.   

Il Buongoverno delle intenzioni:

 Molte volte la vita è diversa da come la vorresti. A volte io mi faccio un film: ti immagini come una situazione che sta per avvenire tu la vorresti. Non importa immaginare grosse cose. Anche una piccola festicciola, una cena tra amici. E vorresti che tutto andasse secondo il copione di quel film. E ci metti le migliori intenzioni affinchè il fim si svolga proprio in quel modo.  Poi ti accorgi che, molte volte, il copione ha avuto molte modifiche, alcune non troppo positive e allora ti accorgi che le tue buone intenzioni, prese da sole, a volte possono fare ben poco.  Ma è comunque bello, da qualsiasi prospettiva tu la si consideri, coltivare le migliori intenzioni per coltivare un campo di buone azioni, di buona armonia, ....di ottimi "moments".

Il Buongoverno della partecipazione: 

Fare in modo che tutti possano partecipare. In qualunque occasione, ma specialmente in quelle  organizzate con la partecipazione di pubbliche Istituzioni e con contributi di denaro pubblico. E non basta dire...........ma noi avevamo messo il cartello, gli avvisi. A volte basterebbe un piccolo, semplice invito con un foglio di carta del vecchio quaderno a quadretti, per fare felice qualcuno. E favorire la società dell'inclusione anzichè quella dell'esclusione. Qualcuno, in passato, aveva teorizzato il mondo della "Open Society". Poi le forze che tendono ad aver paura del progresso, anche dell'animo umano, hanno sempre cercato di favorire la società dell'esclusione, perchè, in tal modo, è più facile mettere in risalto le proprie qualità anche se ne abbiamo davvero poche e di non eccelsa qualità qualità!  

Il Buongoverno del sentirsi vicini:

Ed in questa categoria voglio raggruppare tutto il resto:  lo spirito del "dopoguerra" quando la gente si sentiva molto più vicina, non materialmente ma spiritualmente. Eppure anche allora c'era chi aveva la "Vespa" e la "Lambretta" e chi aveva solo la bicicletta. E già anche questa era una grande cosa. Il mangiare (il vitto) era quasi per tutti lo stesso.Tanti cereali e fagioli a volontà e molti ortaggi a "piacere". Ma solo di stagione, con particolare attenzione alle cipolle ed alle patate. Eppure appena ti svegliavi ti sentivi felice. E non solamente io che ero bambino, ma anche i nostri padri. Il muratore fischiava, il fabbro canticchiava ed anche l'operario che passava in bicicletta smetteva di canticchiare  solo un  attimo per salutare.  E riprendeva a cantare subito dopo. Poi, mano mano, sempre meno fino al deserto dei nostri giorni. Ed allora non dobbiamo far vincere gli gnomi dell'esclusione e dei piccoli clubs. E nel canticchiare e nell'essere felici e nel non avere paura di essere allegri c'era incluso tutto: un sentimento di vicinanza o meglio di comunanza (siamo tutti nella stessa barca con poche umane differenze); il volersi apprezzare gli uni con gli altri per un solo motivo: tu sei fatto come me e solo per questo vali molto e quindi io ti apprezzo. Anche se sei venuto da lontano, come succedeva anche nel dopoguerra quando arrivavano nuove famiglie del Sud. I nostri vecchi ci avevano insegnato ad apprezzarli in modo naturale. Perchè erano come noi e forse valevano molto più di noi.
Perchè, nel nostro piccolo e limitato mondo, eravamo felici se i nostri vicini avevano successo. Perchè, in fondo, era un successo del Paese. Li ammiravamo e, per quanto possibile, cercavamo di migliorarci anche noi allo stesso modo. Si, ma poi, senza neppure tanto strafare nè crucciarci troppo se non riuscivamo. Tanto ci era stato detto, sin da ragazzi, che il mondo era bello di per sé, anche senza diventare un pezzo grosso o semi-grosso. Bastava sentirci in comunanza ed, in questo stato, tutto il bene particolare si diffondeva nel piccolo microcosmo di Paese, quasi per magia o per osmosi. Ed era vero, bastava ascoltare le tante persone che cantavano e fischiavano.  Senza secondi fini. Solo perchè l'atmosfera quasi ti incitava  a fare così.  

Honest Maverick productions

 



Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Elenco dei blog seguiti