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sabato 24 gennaio 2015

Alla ricerca di parole "antiche". Una borgetta piena di illusioni!

 
Si, proprio così: la mia  borgetta  piena di illusioni. Forse ho visto troppe cose: la fantasia al potere, il mondo dell'immagine, la saga degli imbonitori, l'apoteosi delle finte "filiere" e mille altre cose. Ho vissuto parecchie cose e quasi tutto il loro contrario. Illusioni a livello locale, personale, ed anche a più ampio raggio. Illusioni di sapore amaro perché ti accorgi che, poi, quelle più importanti sono state quelle di piccolo "cabotaggio". Di speranza di miglioramento anche nella vita che ti riguarda tutti i giorni. Anche quella del posto dove vivi. Anche dei tuoi errori che sono stati tanti. E penso spesso alle persone a cui hai fatto dispiacere: dentro di me, invecchiando, me ne scuso quasi tutti i giorni.  E mi domando molto spesso: ma ero scemo a fare quella cosa? E cosa mi spingeva a comportarmi così, quasi al contrario di come avrei voluto davvero? E questo mi fa stare male. Anzi mi domando se ero, e sono ancora, affetto da qualche malattia "psicosomatica". E passo parecchio tempo a farmi tardivi esami di coscienza. Mentre osservo tanti  altri che dimostrano tanta sicurezza quasi come se non avessero mai commesso errori. Poi però, mi dico che le "illusioni disattese", che ho elaborato nella mia esistenza, non tutte sono dipese da me, ma anche da circostanze e da comportamenti umani che poi si sono rivelati sbagliati e dannosi per molti. E quindi non mi resta che consolarmi col riguardare le mie vecchie cose "vintage". Osservo un vecchio apparecchio radio degli anni 60. Ha mille stazioni che non riuscivo mai a prendere. Mi ricordo che mi ero fissato col prendere Lille, ma poi mi sarebbe bastato anche solo Grenoble oppure Praga. Mi immaginavo città piene di luci ed invece tutto si riduceva a continui e insistenti "gracchii"  neanche troppo distinti che andavano ad aumentare le mie illusioni. E quando parlo di illusioni lo sguardo e la memoria va subito alla mia vecchia cartella di cartone pressato che avevo ereditato da chissà chi e che avevo portato fino alla quinta elementare. Anche perché c'ero molto affezionato. La mia nonna la chiamava "Borgetta" e noi ci ridevamo. "Nonna si chiama cartella". E Lei non replicava mai. Ma aveva ragione Lei. Era una parola ed un significato antico e pure chic. Guardo quella cartella. E' sempre la stessa e si è conservata bene. E non poteva che essere così. E' sempre stata utile. E' piena di cose antiche ma preziose. Tante illusioni a cui ho creduto e che  non si sono mai  avverate. Una cara Borgetta........ piena di illusioni...( e di cose mai dimenticate!.........). 
Honest maverick productions  


Tratto da:
L’ombrellaio e il pagniaio.
Ogni tanto in paese faceva una capatina l’ombrellaio.Portava a tracolla un sacchetto dentro il quale c’erano stecche,tela nera e manici di ombrello. Dentro un altro contenitore, “la borgetta “, aveva gli strumenti da lavoro: pinze, ago,un gomitolo di filo di ferro."

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