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Non è mai stato troppo produttivo, a mio parere, la mania di classificare le persone a tutti i costi. Penso che ci sia anche molta superficialità nel classificare una persona semplicemente per status role (ricco e potente, la grande massa, etc) od in base alla mansione svolta nella società (il manager,il panettiere, il macellario, il bancario etc) o per presunti motivi politici (di sinistra o di destra con quello che, poi, può significare ai nostri giorni) come se l'uomo non avesse mille altre sfaccettature e soprattutto molta più ricchezza interiore, ma anche la possibilità di riscatto sociale.
A volte però la classificazione può fare molto comodo per promuovere sempre le stesse persone che non sbagliano mai o che, per i loro sbagli, hanno mille giustificazioni e coperture ed ignorare altre persone che vengono sempre dimenticate o, se provano ad agire, trovano mille ostacoli o l'indifferenza più assoluta.
La mania di classificazione a tutti i costi e la grande superficialità sono, a mio parere, alcune delle cause più importanti della crisi economica e di valori che stiamo vivendo.
Non è forse dovuto alla classificazione superficiale dei rischi se i famosi "derivati" e "titoli tossici" si sono moltiplicati nel mondo e colpa dei cattivi manager (scelti quantmeno con superficiliatà) se il sistema economico dà molti sintomi di squilibrio?
A dire il vero ora c'è qualche speranza in più se anche nei talk shows televisivi si incomincia a parlare di meritocrazia.
H.M productions- Il sito int. dela Montagnola
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