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martedì 4 agosto 2009

EUROPE : Quand Les SENIORS Passent La Balle



Proponiamo il seguente video:


Les générations comme clefs de lecture de l’histoire sociale

"Génération" est un terme complexe dont la profusion des sens peut faire difficulté. L’acception la plus simple est celle des démographes : pour eux, la génération est le groupe d’individus nés la même année, une "cohorte de naissance", selon le terme le plus technique. C’est un groupe social sans structuration a priori, sinon que ses membres ont le même âge tout au long de leur vie. Les circonstances historiques peuvent néanmoins lui donner des contours marqués. Considérons les hommes nés en 1894; ils eurent vingt ans en 1914; un quart d’entre eux disparut dans les tranchées et un autre a subi des blessures aux séquelles définitives; à quarante ans, ils vécurent dans la crise des années 30, et ils ont cinquante ans en 1944; la moitié à peine atteint l’âge de 65 ans, sans retraite véritable (en 1959, le minimum vieillesse est créé, qui, malgré son montant dérisoire - de l’ordre du tiers du Smig de l’époque-, concerne alors la moitié des "vieillards"). Ce destin collectif-là est celui de la même génération démographique...........-Louis Chauvel-Article publié dans la revue Projet, été 2001 : " La responsabilité des générations "

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E' un problema europeo ed antico ma che si accentua ai nostri giorni: da una parte si tende ad allungare l'aspettativa di vita, dall'altra le aziende europee tendono a qualificare una persona di oltre 50 anni come quasi già obsoleta. E questo, come si può vedere dal filmato in lingua francese, avviene in tutta Europa, in special modo tra i Paesi di extrazione non anglosassone dove si tende a non classificare le persone solo per l'età. Dall'altra parte si parla molto e giustamente del problema dei giovani e del loro inserimento nel mondo produttivo e del ricambio, ma molto spesso non si parla altrettanto delle situazioni un pò penose dei cinquantenni: un giovane può far fronte alle sue difficoltà con le sue energie, un ultracinquantenne che si trova a spasso da un momento all'altro, anche se con ammortizzatori di tipo pubblico, deve spesso rivoluzionare la propria vita, la propria coscienza, il suo animo che spesso viene sconvolto e si deve rifare una vita. Rifarsi una vita a più di 50 anni è molto più difficile che a 27 o 35 anni e poi, per molti di loro, esiste l'ammortizzatore "famiglia". In molti Paesi, come si può vedere dal filmato, molti cinquantenni hanno messo una piccola impresa per conto proprio ma, così facendo, sembrano essere loro ad accollarsi tutti i rischi di questa situazione. E potremmo fare le solite considerazioni: i giovani hanno energie e sono il futuro, gli anziani hanno esperienza. Una volta anche il ricambio generazionale veniva affrontato, forse, con più calma e buon senso. Il vecchio insegnava al giovane fino all'età della propria pensione. Ora sembra che questo sia più difficile ed allora pare che anche l'Europa pensi a qualche soluzione come, ad esempio, corsi di formazione per riqualificare anche le persone troppo vecchie per alcuni e troppo giovani per altri. E forse dovremmo cominciare a classificare meno le persone per l'età, come avviene, ad esempio in molti Paesi anglosassoni, ma solo per l'efficienza e le idee. Tra gli altri vantaggi avremmo una classificazione in meno poichè, a mio parere, le etichette già esistenti sono già tante e spesso di comodo. E poi questo problema, a mio avviso, è un' unica medaglia con due faccie della medesima importanza.


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