Al momento della preparazione del post, non eravamo informati sulla tragedia.
Sentiamo profonda commozione per le vittime ed i feriti del nubifragio di Messina e dei paesi limitrofi.
Volevo concludere la settimana con un post allegro, ma oggi non mi usciva . Oltretutto le varie notizie di stampa di oggi non portano automaticamente all'allegria in particolar riguardo alle notizie che pervengono dagli USA circa l'aumento della disoccupazione. I numeri dei senza lavoro si avvicinano a quelli della grande crisi e per chi volesse approfondire può cliccare qui. Ma poichè non mi sembrava giusto chiudere la settimana con i pensieri brutti ho cercato il sentimento contrario, cercando di sperimentare la teoria raccomandata da alcuni filosofi di dimenticare e di pensare alle cose positive per scacciare l'ansia. Ed allora cosa c'è di meglio dei sentimenti di gioia e felicità che possono contrastare ogni pensiero di tristezza o di preoccupazione. Oltretutto sembra che la gioa e felicità non dipendano solo dal raggiungimento di determinate situazioni materiali come il successo, l'affermazione materiale o la corsa ai beni materiali , ma dal raggiungimento della propria dimensione nell'ambito delle aspettative possibili e realizzabili. E tutti dovrebbero sempre avere in mente molte cose importanti come la dignità dell'individuo che è la premessa della felicità e che:"Ciascun essere umano è unico e come tale irripetibile, artefice dei suoi progetti, non standardizzabile."
Propongo quindi il brano di cui sotto, che riporta passi interessanti di come può essere raggiunta la felicità:
(La gioia non la si trova negli oggetti che ci circondano, ma nel più profondo dell’anima. Madre Teresa)
"Per fare degli esempi pratici su come il valore della felicità cambi anche in virtù della cultura e del contesto ambientale la felicità può essere un sorriso di un bambino, o l’acquisto di una villa con piscina, può essere un matrimonio, o la conquista dell’everest, la pace dei sensi o la vincita dei mondiali. Nel terzo mondo il raggiungimento di una ciotola di riso (bisogno primario) è felicità. Nei paesi ricchi il comprare un’auto di lusso (bisogno sovrastrutturato) è felicità. Sono due emozioni non comparabili ma che fanno parte della felicità umana. Secondo teorie contemporanee (tra cui Giuliana Proietti) la felicità è provare ciò che esiste di bello nella vita. Non è una emozione oggettiva ma una capacità individuale, non è casuale come un evento del destino ma una capacità da scoprire ed imparare. Bisogna imparare ad essere felici. La felicità non è inseguire i sogni ed aspettative di domani, ma al contrario cercare di godere di quello che sia ha oggi. La felicità non è nel futuro, ma solo nel presente. La felicità è uno stato di gioia solo del presente. Spesso si scambia l’inseguimento dei soldi, del benessere, della fama, del successo, del potere come se il loro raggiungimento dia la sensazione di felicità. Niente di più sbagliato in quanto questo atteggiamento crea ansia che è in contrasto con lo stato della felicità. La corsa ci rende schiavi del sistema, se uno è schiavo non è libero e quindi non è felice, solo la libertà dal sistema ci fa vedere il presente e ci fa gioire di quello che ci circonda. Le persone hanno dentro di sé una necessità di elevare la propria psiche a cose trascendentali che le portino a soddisfare la loro sete di conoscenza di verità e di infinito. Le grandi religioni a tal proposito cercano di dividere il concetto di felicità procurato della cose materiali definendolo piuttosto piacere da quello che è la felicità in senso spirituale raggiungibile con categorie come la semplicità e la serenità dell’anima. Un esempio nella storia dei santi è quella di San Francesco era ricco, forse anche felice, ma era una felicità non completa; ha lasciato tutto è diventato povero ma completamente felice interiormente. La felicità assoluta per il cristianesimo per esempio è la visione di Dio. Nel Vangelo in visione escatologica c’è il passo delle beatitudini dove Gesù elencando una serie di azioni dice come raggiungere lo stato di beatitudine. La psicologia più di tutte le altre discipline ha studiato il comportamento della psiche nello stato di felicità osservando le manifestazioni comportamentali della felicità: sentimento di maggiore libertà, fiducia in se stessi e negli altri, nonché ottimismo nei confronti della vita. Sono stati effettuati studi sugli effetti della felicità che analizzano la partecipazione di più parti del corpo nei complessi meccanismi biologici che si manifestano quando percepiamo sensazioni definite di “felicità”. Si è osservato che le persone felici affrontano meglio la vita e i rapporti con gli altri. La felicità ha due componenti fondamentali il raggiungimento del benessere del corpo ma anche il raggiungimento della serenità dell’anima. Solo il raggiungimento di entrambi dà la felicità completa. Il concetto di felicità è un valore esplicitamente sancito in alcune Costituzioni e nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America.. Nella Costituzione italiana il “pieno sviluppo della persona umana” è valore sancito dall’art. 3. La felicità ha dunque a che fare con la privacy, nel suo aspetto difensivo ed evolutivo, è essenziale per garantire la tutela della dignità della persona in ogni suo aspetto e dunque garantire la sua felicità. Rispettare la vita privata significa anche permettere a ciascuno di realizzare i propri sogni, di non rinunciare alla felicità nelle forme in cui la si identifica, di decidere personalmente circa ciascun aspetto del proprio cammino. Dunque realizzare i propri sogni è sviluppare a pieno se stesso, trovando il necessario equilibrio per raggiungere la propria felicità. Il diritto alla felicità, la privacy ed il correlato diritto all’identità personale (sancito tra i diritti inviolabili…) rappresentano quindi un rovesciamento di prospettiva nei confronti di imposizioni atte a trasferire sulla persona modelli prefabbricati. Ciascun essere umano è unico e come tale irripetibile, artefice dei suoi progetti, non standardizzabile. Il Paradosso della felicità, o di Easterlin analizza il rapporto tra felicità (o come indicato nella ricerca “soddisfazione”) di ogni individuo e la sua ricchezza. Il risultato vede (e per questo diventa un paradosso) un rapporto, oltre una certa soglia tra i due valori indirettamente proporzionale, cioè a maggior ricchezza la felicità si riduce".(tratto da Goodnews).
"è chiaro che non è la ricchezza il bene da noi cercato: essa infatti ha valore solo in quanto "utile", cioè in funzione di qualcos'altro", (Aristotele).
Vorrei concludere facendo anche un pò il bastian contrario, altrimenti che soddisfazione c'è, e poi per essere un pò spiritosi: E' vero il denaro non è tutto, ma può contribuire molte volte a calmare il sistema nervoso.
Ma bisognerebbe anche aggiungere: per un lasso di tempo piuttosto limitato e comunque nell'ambito della nostra dimensione e del tempo concessoci sul quale non può influire affatto.
E poi, avresti tanta ansia per la paura dell'inflazione........
BUON WEEK END A TUTTI E BUONA DOMENICA
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