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lunedì 5 ottobre 2009

Sono le radici che tengono tutto in piedi :è scomodo ascoltare i lamenti del bosco

Fotomontage Ruth Schürmann
Sono nato e cresciuto a pochi passi dal bosco; l'ho frequentato fin da quando appena camminavo e ci sono cresciuto dentro; poi la vita mi ha portato via per molto tempo, ma certe cose ti rimangono dentro fortemente: dicevano i miei vecchi che il bosco ci salva da tutto, ma se è tenuto bene. Il bolletino ed il monitoraggio veniva fatto quasi quotidianamente dai boscaioli stessi, dai contadini e dagli operai delle cave che andavano al lavoro a piedi. Lassù da quella parte il bosco non è pulito e ci sono tutte le "fossette" piene : era un allarme negli adulti, ma qualcosa preoccupava anche me al mio interno, anche se non capivo bene come poteva, il bosco, avere una funzione così molto importante.
Poi con gli anni cominciai a capirlo e specialmente nel novembre del 66 quando ci fù l'alluvione a Firenze, un mio zio era dovuto andare in Alta Italia e non poteva tornare; sentivamo alla radio tutti quei problemi e disastri ma da noi era piovuto tanto, giorni e giorni ma l'acqua scorreva ordinata per giorni: le fosse accanto alle strade a sterro erano piene ma tenevano, l'acqua arrivava ordinata dal bosco che l'aveva "ammaestrata" ed istruita e lei scorreva ordinata, faceva il suo dovere. Ho parlato in questi giorni con un vecchio amico di mio padre con più di ottant'anni che ha fatto per 14 anni il boscaiolo e 18 il cavatore. Mi ha fornito un sacco di indicazioni e specifiche tecniche di come si tengono puliti i boschi, il sottobosco e le vie di "scolo" dell'acqua. Credo che sia una scienza che si sta perdendo perchè in questi giorni , alla TV e nei giornali, ho sentito parlare tanti esperti che avevano termini tecnici appropriati e scientifici, sapevano a cosa era dovuta la tragedia del Messinese, intuivano anche le soluzioni di drenaggio del terreno.Altri che dicono che occorrono tanti soldi. Ma forse qualche consiglio di un vecchio boscaiolo non gli avrebbe fatto male, anche solo per rafforzare l'aspetto pratico delle ottime cognizioni teoriche. E credo, per la mia esperienza di vecchio dirimpettaio del bosco e dei suoi antichi custodi, che la via stia nel mezzo. Occorrono anche soluzioni finanziarie ma anche tanta esperienza antica e tanto olio di gomito e oggi voglio fare una proposta molto provocatoria e paradossale e quindi inattuabile, ma chissà che possa suggerire qualche idea: ingaggiare quel vecchietto (o tanti altri vecchietti con la medesima esperienza) aumentandogli la pensione da 540 euro a 1000 al mese, munirsi di tante piante, badili, zappe e picconi e provvedere, su sua (o loro) esclusiva indicazione e dietro sue (loro) precise istruzioni, al rimboschimento, alla pulizia, alla sistemazione dei canaletti di scolo e dei fossi, di una parte del nostro territorio che era stata danneggiata dagli incendi oppure tralasciata per molti anni. I mezzi? Certo vanno trovati, ma molta manodopera potrebbe essere presa tra i volontari, i pensionati, io stesso invece di stare a scrivere queste bischerate, e qualche componente dei tantissimi consigli di amministrazione di alcune aziende pubbliche, semipubbliche, municipalizzate o qualsivoglia, perchè di scrivanie e di poltrone c'è molta abbondanza come dimostrava anche quella bella trasmissione di ieri sera.
Siamo veramente in un epoca tecnologica, dominata dai computer, (anche se molta è solo scena perché se fai un pagamento con il computer non arriva quasi mai, com'è capitato proprio a me in questi giorni) ma il computer non riesce ancora a comandare degli escavatori e o le ruspe stando seduti ad una scrivania. Ed anche con gli elicotteri, magari si riesce a prevenire e a segnalare gli incendi ma è difficile pulire i boschi da quell'altezza. E le fossette si riempiono sempre di più, forse non solo a Messina. E laggiù quella povera gente fà molta compassione in quelle case piene di fango e quella autentica disperazione. Ma forse sono i pionieri di un comune futuro in un'epoca dove viaggiamo con i SUV, i macchinoni, la macchina Ibrida, verde, ecologica e non sentiamo gridare il bosco ed il territorio attorno a noi. Come l'altro giorno quando sono andato a cercare i funghi a piedi come 40 anni fà ed appena arrivato ho visto che un fuoristrada (SUV) era stato parcheggiato proprio all'inizio del castagneto, come quando si va alla partita di pallone o in discoteca. Non so perchè ma qualcosa mi è ribollito dentro e dei funghi porcini non è mi importato più molto. Ed infatti li ho trovati molto pochi. Ma quei pochi mi hanno detto che il bosco non è tenuto molto bene, neanche da noi. E questo l'avevo constatato anch'io vedendo tante piante franate ed ormai secche da molto tempo ad ostruire viottoli e molti fossati.

Per maggiori informazioni sul bosco:






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