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martedì 6 ottobre 2009

Eculubrazioni: è futuro anche il social network...in mancanza di meglio

Si capisce poco un mondo in cui le case vengono costruite l'una vicina alle altre, dove formalmente la gente sembra che voglia vivere l'una vicina alle altre e poi, appena esci fuori, vedi il vuoto intorno a te. E non è una sensazione solo che ho io che, per carattere, posso essere scambiato per scontroso o "musone" , ma è una sensazione che ho sentito dire a molti e per questo ne parlo qui. Basta iscriversi ad un social network per vedere che uno dei principali problemi delle persone, in tutti i paesi industrializzati, è la solitudine . L'uomo ha bisogno di comunicare con i suoi simili e trova tutte le scappatoie per esaudire questa esigenza: il vecchietto che ti corre appresso per parlare, oppure, se vivo in una periferia senza anima o in un piccolo paese o in una frazione che prima erano apprezzati per la loro socialità ti accorgi che ora anche lì è stato esportato il modello di comunicare a gruppetti o solo per affermazioni ovvie senza sbilanciarsi. Una delle paure del nostro tempo è sbilanciarsi ma a forza di stare sempre in equilibrio anche nella vita sociale di tutti i giorni possono, a volte, venire grossi problemi di salute nelle parti anatomiche inferiori. Ed allora perchè "criminalizzare" i social network se hanno preso il posto dei vecchi luoghi per socializzare e per stare in pace una sera a chiaccherare, senza dover subire un interrogatorio di terzo grado od essere guardati in cagnesco o "snobbati"?. A volte penso che l'aria sia ammalata e questa, a volte, avveleni un pò anche il cervello, ma ,a me, per ora quest'aria non ha intaccato la memoria. Mi ricordo quando si vendevano i funghi a 1800 lire al chilo e, prima ancora, quando si vendevano le pelli di coniglio a 20 lire per arrotondare le magrissime entrate familiari. Quindi appartengo ad una generazione che ha dovuto fare mille salti mortali passando da legare i covoni quando c'era la trebbiatura e scrivere post su un blog, con nel mezzo mille percorsi e difficoltà. Ma di una cosa sono certo. Dentro non sono cambiato, sono quello di cinquant'anni fà anche se esteriormente molto cambiato. E non capisco molte persone quando le ritrovi dopo molto anni: a me vengono subito in mente nel contesto in cui le ho conosciute e quindi in un mondo diverso: loro mi parlano dell'attualità, del loro lavoro importante, della loro posizione e dei loro progetti futuri fatti di carriera, molto spesso di solidarietà e socialità a volte nelle intenzioni, perchè quella vera è difficile come trovare il titanio. Io ho molti difetti, ma sono sicuro di non essere invidioso, e se gli altri sono felici sono felice anch'io. Ma in quei momenti provo un senso di tristezza per mille motivi, ma i principali sono: quale futuro?, quali progetti e sogni ? Io ti voglio bene perchè ti ho ritrovato, perchè abbiamo fatto le elementari o le medie o le superiori insieme o perchè abbiamo passato momenti splendidi dell'adolescenza insieme che erano unici, almeno per me. Non era meglio quando passavamo le domeniche con mille lire in tasca, una cinquecento scassata e quella bellissima canzone di John Lennon? E quelle feste in casa con un giradischi scassato, i dolci fatti in casa e tanta sana allegria? C'erano le divisioni di partito, le idee diverse ma erano occasioni per discutere non per smusarci senza parlare. Il futuro e le prebende di oggi valgono per far dimenticare quei momenti? Beh allora....Grido a gran voce, ma dentro un pò disperato: viva il Social Network, viva Facebook ...è futuro anche quello......in mancanza di meglio.

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