Si capisce poco un mondo in cui le case vengono costruite l'una vicina alle altre, dove formalmente la gente sembra che voglia vivere l'una vicina alle altre e poi, appena esci fuori, vedi il vuoto intorno a te. E non è una sensazione solo che ho io che, per carattere, posso essere scambiato per scontroso o "musone" , ma è una sensazione che ho sentito dire a molti e per questo ne parlo qui. Basta iscriversi ad un social network per vedere che uno dei principali problemi delle persone, in tutti i paesi industrializzati, è la solitudine . L'uomo ha bisogno di comunicare con i suoi simili e trova tutte le scappatoie per esaudire questa esigenza: il vecchietto che ti corre appresso per parlare, oppure, se vivo in una periferia senza anima o in un piccolo paese o in una frazione che prima erano apprezzati per la loro socialità ti accorgi che ora anche lì è stato esportato il modello di comunicare a gruppetti o solo per affermazioni ovvie senza sbilanciarsi. Una delle paure del nostro tempo è sbilanciarsi ma a forza di stare sempre in equilibrio anche nella vita sociale di tutti i giorni possono, a volte, venire grossi problemi di salute nelle parti anatomiche inferiori. Ed allora perchè "criminalizzare" i social network se hanno preso il posto dei vecchi luoghi per socializzare e per stare in pace una sera a chiaccherare, senza dover subire un interrogatorio di terzo grado od essere guardati in cagnesco o "snobbati"?. A volte penso che l'aria sia ammalata e questa, a volte, avveleni un pò anche il cervello, ma ,a me, per ora quest'aria non ha intaccato la memoria. Mi ricordo quando si vendevano i funghi a 1800 lire al chilo e, prima ancora, quando si vendevano le pelli di coniglio a 20 lire per arrotondare le magrissime entrate familiari. Quindi appartengo ad una generazione che ha dovuto fare mille salti mortali passando da legare i covoni quando c'era la trebbiatura e scrivere post su un blog, con nel mezzo mille percorsi e difficoltà. Ma di una cosa sono certo. Dentro non sono cambiato, sono quello di cinquant'anni fà anche se esteriormente molto cambiato. E non capisco molte persone quando le ritrovi dopo molto anni: a me vengono subito in mente nel contesto in cui le ho conosciute e quindi in un mondo diverso: loro mi parlano dell'attualità, del loro lavoro importante, della loro posizione e dei loro progetti futuri fatti di carriera, molto spesso di solidarietà e socialità a volte nelle intenzioni, perchè quella vera è difficile come trovare il titanio. Io ho molti difetti, ma sono sicuro di non essere invidioso, e se gli altri sono felici sono felice anch'io. Ma in quei momenti provo un senso di tristezza per mille motivi, ma i principali sono: quale futuro?, quali progetti e sogni ? Io ti voglio bene perchè ti ho ritrovato, perchè abbiamo fatto le elementari o le medie o le superiori insieme o perchè abbiamo passato momenti splendidi dell'adolescenza insieme che erano unici, almeno per me. Non era meglio quando passavamo le domeniche con mille lire in tasca, una cinquecento scassata e quella bellissima canzone di John Lennon? E quelle feste in casa con un giradischi scassato, i dolci fatti in casa e tanta sana allegria? C'erano le divisioni di partito, le idee diverse ma erano occasioni per discutere non per smusarci senza parlare. Il futuro e le prebende di oggi valgono per far dimenticare quei momenti? Beh allora....Grido a gran voce, ma dentro un pò disperato: viva il Social Network, viva Facebook ...è futuro anche quello......in mancanza di meglio.
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