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venerdì 27 novembre 2009

L'uomo è diverso da sè stesso?

Ci hanno sempre insegnato che l'uomo è superiore agli altri esseri viventi perchè ha un'intelligenza superiore, il libero arbitrio, la socialità, la facoltà di comunicare con i suoi simili, etc. Ritengo che, in questo millennio, quest'ultima facoltà si sia un pò affievolita, perchè molto spesso si ha la sensazione di essere completamente soli tra miliardi di persone. Anche quando trovi da dialogare con una persona ti accorgi, molto spesso, che è una conversazione artefatta dalla muraglia delle convenzioni, dalla paura di troppa esposizione, di mancanza di calore. Ecco proprio questo: mi sembra che oggi ci sia poco calore: tante gru montate per costruire, attrezzature modernissime per colare il cemento, facilità di esecuzione dei lavori materiali, etc. Ma forse non c'è la medesima preoccupazione di costruire l'uomo in rapporto a sè stesso ed ai suoi simili. Forse si sta affermando la cultura del branco (ci ricordiamo dei lupi selvatici?), ma il branco non è società e neppure socialità. Il branco è la cultura del club che esclude molti e raccoglie pochi. Vorrei concludere questo post di fine settimana con un passo che a me è sempre piaciuto molto, anche se mi sento molto inadeguato ed indegno, per mille motivi, anche per il solo fatto di proporlo :

"Quasi tutti i giorni mi è capitato questo: ho incontrato un uomo, o una donna, o un fanciullo, o una fanciulla desolati, abbandonati a sè stessi ed immersi in un mare di dolore:soli tra due mliadi e mezzo di fratelli. Che fare? Che cosa devo fare io?Ma che c'entro io quando due miliardi e mezzo di fratelli non sanno fare nulla per questi caduti nella desolazione? Hanno già fatto per altri: "ma sono troppi", si dice. Ed intanto si sentono motociclette, macchine aerei che passano; la radio, la stampa annunciano grandi avvenimenti. Quel disgraziato mi guarda, mi racconta: racconta piange. racconta, continua a guardarmi e pare che pretenda da me la sua soluzione; è forzatamente solo tra due miliardi e mezzo di fratelli. Continua a guardarmi, racconta. Pare che dica:" Se tu fossi con me non sarei più solo, saremmo in due." E la mia prima reazione è sempre stata quella di rispondere a me stesso:"Già, e così non saremmo più uno, ma due disgraziati, soli tra due mliardi e mezzo di fratelli". E' una pillola troppo amara da ingoiare. Poi ho deciso e mi sono fatto un disgraziato come loro......." (Don Zeno di Nomadelfia-L'uomo è diverso- Ed. Nomadelfia).

Un piccolo passo che ricorda un grande uomo, una bella storia, una grande opera. Solo un piccolo passaggio per ricordare una storia di cui abbiamo sempre sentito parlare, sin da quando eravamo bambini, anche perchè avveniva non molto lontano da noi. Ma di una cosa sono convinto: tra mille cose che ci viene insegnato in questo libro ci sono, tra l'altro, due valori fondamentali: il calore e la fraternità. Perché senza di questo, forse, lascerebbe con l'amaro in bocca anche possedere il più bel grattacielo del mondo e cento automobili di lusso.
Chissà? ...Non sarà mica perché,.......l' uomo è diverso da sé stesso?
Ma potrebbe anche darsi, come mi viene detto di solito, che mi sbagli ed allora non mi resta che augurare:

UN BUON WEEK END E BUONA DOMENICA A TUTTI

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