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giovedì 19 novembre 2009

"Outsourciamoci" tutti ! Forse si fà prima.

tratto da "http://draganbosnjak.postilla.it"

"Cos’è outsourcing? Per rispondere a questa domanda mi rivolgo a Wikipedia:

Outsourcing, parola inglese traducibile letteralmente come “approvvigionamento esterno”, anche detto esternalizzazione, è termine usato in economia per riferirsi genericamente alle pratiche adottate dalle imprese di esternalizzare alcune fasi del processo produttivo, cioè ricorrere ad altre imprese per il loro svolgimento.

Cosa succedeva negli ultimi anni in moltissime industrie italiane? Esse portavano gran parte delle loro produzioni nei Paesi esteri, in particolare Cina e Europa dell’Est. In cerca di cosa? Chiaramente, in cerca di manodopera con costi inferiori rispetto a quelli italiani.E questa pratica è aumentata anno dopo anno: sempre più aziende scappavano dall’Italia facendo fare tutto quanto in questi Paesi, lasciando in Italia eventualmente solo il nome e parte dell’amministrazione e, in alcuni casi, qualche servizio di etichettatura così che i rpodotti risultavano importati come materie prime e solo etichettati qui per risultare made in Italia ai fini di legge (o CE se volete…).

Quindi hanno lasciato solo una parte del servizio in Italia, portando la produzione vera e propria nei Paesi del terzo mondo…Ma io vi faccio una domanda: con questo atteggiamento il nostro Paese ci ha guadagnato o ci ha perso? La mia opinione è che così facendo non si guadagna niente e si perde la parte fondamentale delle nostre organizzazioni: il know-how produttivo viene svenduto nel terzo mondo…Inoltre si perde anche la flessibilità e la velocità di risposta al cliente e ai suoi bisogni… Perché non è possibile commissionare in Cina un pezzo personalizzato per un cliente da consegnare domani, bisogna per forza fare dei lotti di prodotto standardizzato che poi vengono consegnati in tempi lunghi attraverso canali di distribuzione via mare o via aerea.Cosa vuol dire questo? Il vantaggio che abbiamo in termini di costo della manodopera lo perdiamo in termini di soddisfazione del cliente, che va dal nostro concorrente, il quale gli consegnerà il prodotto personalizzato il giorno dopo… E noi perderemo il cliente…Era questa la nostra intenzione quando abbiamo portato la produzione lontano da casa? Sicuramente no… Ma oramai è tardi, il cliente è perso… E noi abbiamo pagato il nostro fornitore estero una barca di soldi per produrre in grossi lotti il prodotto che quel cliente non vorrà più …Cosa significa tutto ciò? Il nostro obiettivo principale è dare al nostro cliente ciò che lui vuole, quando lo vuole, nella quantità e con la qualità che vuole… E altrettanto dovrebbe essere valido anche per le operazioni interne: non produrre mai più di quello che il cliente immediato dopo di voi ha chiesto di fare. Se produciamo il prodotto in più rispetto a quello che vuole il cliente, vuol dire che parte di esso ci resterà sul “gobbone” e non sarà venduta… La stessa cosa succede se abbiamo le produzioni lontane da casa: visti i tempi di consegna lunghi, dobbiamo per forza prevedere i consumi dei nostri clienti per un periodo medio-lungo.

"E cosa succede quando il mercato entra in crisi (come sta accadendo in questi ultimi mesi…)? Le previsioni fatte vanno a farsi benedire, gli ordini dei clienti vengono costantemente annullati ma il materiale per il quale abbiamo pagato per produrlo all’estero resta nella nostra casa senza la possibilità di incassare i soldi spesi…E purtroppo oggi moltissime aziende si trovano in questa situazione … E fanno fatica a sopravvivere e ad uscire dalla crisi che ci attanaglia…Per questo motivo vi pongo alcune domande provocatorie: Ha senso produrre più di quello che vuole il cliente? Ha senso svendere il nostro know-how ai Paesi del terzo mondo solo per il beneficio della manodopera che costa meno? Non è meglio imparare ad essere più efficienti e responsivi ai bisogni dei clienti internamente, sviluppando il know-how (e anche le persone) a produrre senza sprechi? Ha senso produrre lontano dal nostro cliente?. Riportiamo la produzione qui e miglioriamo la nostra efficienza. Il tempo sta scadendo. E il nostro paese non potrà che beneficiarne se lo facciamo…"

tratto da "http://draganbosnjak.postilla.it"

Ho trovato l'articolo sopra riportato molto interessante ed esaustivo della pratica dell'outsourcing e del trasferimento delle produzioni e lavorazioni all'estero. Io penso anche che sia stato un atteggiamento come minimo poco rispettoso per chi, in un'azienda, ci ha lavorato molti anni e poi, all'improvviso, si sente dire che non c'è più bisogno di lui. Occorrerebbe pensare anche che , se quell'azienda ha fatto in modo che una persona non sia più utile per lei stessa dopo tanti anni di collaborazione, una cosa è quasi matematica: la colpa non può essere di chi ci ha lavorato ma, forse, del management che non ha saputo sviluppare quell'azienda nella giusta direzione affinchè la medesima, non solo avrebbe continuato ad avere bisogno delle vecchie maestranze, ma avrebbe fatto di loro un punto di forza per il proprio sviluppo. E non si può dare colpa alle situazioni di mercato, perché quello fa parte del gioco. Altrimenti siamo tutti bravi managers, specialmente quando l'economia è florida. Ma forse ha prevalso la teoria:"meglio un uovo oggi che una gallina domani". Questa è una delle tante frasi che, quando la sento, mi fa rabbrividire. E' contro i miei più elementari insegnamenti assimilati fin da piccolo come le caramelle Martesano. Senza previdenza, risparmio, e quello che oggi si direbbe con fare spocchioso, "strategic vision" il percorso è limitato e, soprattutto, credo che denoti una visione limitata a sè stessi, nel momento contingente e nelle situazioni che ci riguardano solo da vicino senza sforzarsi a cercare e percorrere tutte le alternative che l'ambiente circostante ci offre. Ed è una teoria che poi immancabilmente ripaghiamo con gli interessi, senza l'uovo che abbiamo già mangiato e la gallina che non c'è più. E di questi tempi sentiamo spesso, in giro, anche l'altra frase che mi fà rabbrividire: "morte tua, vita mea". Se proprio esiste una situazione che possa provocare la citazione di tale detto, forse sarebbe meglio pensare di vivere un pochino tutte e due, altrimenti credo proprio che la prima ipotesi valga per entrambi. Magari in tempi diversi ma la strada è assicurata.

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