Pungitopi, agrifoglio, alloro preannunciano il Natale. Ci sono i primi preparativi un pò stanchi per prepararci alla più bella Festa dell'Anno, quella della nostra tradizione. Altrimenti vorrei proprio sapere cosa ci resta. Personalmente non mi piacciono gli auguri fatti per dovere, la fretta allucinata di gente che sembra andare sulla Luna, gli indaffarati cronici da operatori di Borsa di Wall Steet e che, poi, scava scava hanno solo da fare la corsa al Centro Commerciale. La TV sbraita da molto tempo con le pubblicità ripetitive e viene da pensare cosa era il Natale 50 anni fà e cosa si faceva in questi giorni. Si sentiva l'atmosfera alla scuola elementare dove il maestro ci faceva preparare i disegni per attaccare alle pareti, il mondo ci sembrava più buono in questo periodo, come se gli uomini si rilassassero un pò, come la natura ed i campi circostanti. Poi tornavi a casa e ti accorgevi che lì ancora non si pensava al Natale; era troppo presto e ti accorgevi che tutto era uguale se non che, appena fuori casa, vedevi alcuni piccoli cambiamenti come il cappone che ormai era pieno zeppo, era diventato una bestia adulta, nel pieno del proprio splendore e della propria forza. Non pensava affatto che aveva da vivere ancora pochi giorni. Anche nel bosco la natura si preparava: la borraccina era quasi belle e pronta per essere raccolta e messa nel presepio e quell'albero di ginepro da tempo prescelto era sempre più bello e rugiadoso. Poi la sera venivamo completamente riportati all'atmosfera di Natale alla Dottrina quando venivamo preparati a dovere alla grande Festa, la più bella dell'anno. E poi a casa si aspettava di vedere qualche arancia e qualche pomo che i fruttivendoli cominciavano a portare. Alla cooperativa arrivavano i primi cavallucci e qualche caramella nuova e più ricca della Martesano.
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Santa Lucia
Lucia Nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d'altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoSniare l'enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode. La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico documento che la riguarda è un'iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia, morta il giorno "della mia patrona Lucia". Secondo la passio la giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappo gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, Furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani. L'iconografia risente fortemente dell'episodio dello strappo volontario degli occhi in quanto la santa i raffigurata con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola. La sua festa cade il 13 dicembre. Prima dell'introduzione del calendario moderno (1580) si celebrava il 21 dicembre il giorno del solstizio invernale, da cui il detto "S. Lucia il giorno più corto che ci sia". La festa è caratterizzata da pratiche devozionali di tipo magico-esorcistico e solare-agrario. Si confezionano in questo giorno pani a forma di occhi che, benedetti, si mangiano con lo scopo di preservarsi da malattie oculari. A lei si offrono anche ex voto d'argento a forma di occhi, che vengono appesi sulla "vara" il giorno della festa. I fuochi accesi la vigilia della festa sono l'indicazione più evidente che ci troviamo in presenza di rituali Festivi legati al trapasso stagionale più delicato dell'anno, col progressivo scemare della luce, per cui occorre esorcizzare, il pericolo del non ritorno della luce. La Santa è stata più volte messa in relazione con la dea greca Demetra o con la romana Cerere, i cui attributi principali erano il mazzo di spighe e la fiaccola. I fedeli recano come offerta frumento bollito, cibo cerimoniale che veniva consumato anche nei misteri della dea greca. "Luce degli occhi, della vista", "luce del mondo", "luce cosmica": le espressioni rivelano non solo una chiara simbologia spirituale di grandissima intensità, ma soprattutto quella visione cosmologica delle civiltà passate e delle moderne culture contadine in cui s'alternano luce e notte, vita e morte, in un percorso che nella sua circolarità e garanzia di un eterno fluire e ritornare delle cose: l'eternel retourn,come direbbe M. Eliade.
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Anche nella nostra tradizione toscana dal giorno di Santa Lucia l'attesa del Natale entra nel vivo.Gli animi si rilassano, le luci si accendono anche nelle più modeste bancarelle piene di croccanti. Si addice anche andare in cantina per fare un piccolo censimento delle bottiglie di vino e........ vin santo, per scegliere quelle più buone in vista della grande Festa.
E in questa atmosfera è anche troppo facile e doveroso augurare di cuore una BUONA DOMENICA e BUONA SANTA LUCIA
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