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martedì 1 dicembre 2009

Il coraggio di soffrire bene

"A volte ti senti come adesso. Vorresti mandare tutto all’aria e senti dentro un moto di ribellione assurda, fantasmagorica in cui urleresti come un pazzo prendendo a calci e pugni qualsiasi cosa visibile e invisibile, non sai di preciso con cosa o con chi ce l’hai…L’importante è non reprimere quell’energia ma imparare a trasformarla, se sei incazzato puoi utilizzare quell’incazzatura trasformandola in grinta, in coraggio, in determinazione…Invece no, mantieni la calma creandoti una ragione e convincendoti che non è quello che pensi, hai fatto dei percorsi formativi oppure ti sei avvicinato ad una nuova religione…Menti a te stesso sapendo di mentire e la cosa è fastidiosa ma la sopporti un po’ per la tua sanità mentale, per abbassare l’intensità di quello stato d’animo, un po’ per i sogni che non vuoi abbandonare, un po’ per non sentirti un perdente…Ti metti a fare mille cose ma quando ti fermi a pensare dici ‘ cacchio, ma le cose dovevano per forza andare così? I tuoi progetti sono saltati, le cose che t’eri immaginato per te sono in fumo e la tua vita ora un po’ ti fa sentire una merda, un po’ ti fa sentire ribelle, un po’ ti fa capire come tutto sia relativo…E che se vuoi ottenere qualcosa, qualcosa di ciò che fai dev’essere modificato…Altrimenti, ormai lo sai, otterrai sempre gli stessi risultati…In realtà credo che l’errore stia nel sogno…Non hai sognato, hai supposto degli eventi e li hai supposti come li avresti voluti. Ma poi non hai fatto niente di concreto per realizzarli. La scienza e il metodo galileiano insegnano che si devono tenere presenti numerose variabili e anche la riproducibilità sperimentale! E questo a priori non si poteva fare con le cose che conoscevi e con gli strumenti che avevi…Non eri stupido, ti mancavano soltanto le basi per capirlo….Come quando alle superiori ti insegnano l’asintoto senza spiegarti i limiti, ti manca qualcosa, ti manca la chiave. E quando studi i limiti e li capisci veramente, dici ‘ wow, non è una cosa da poco…è geniale’ e cerchi di rapportare tutte le cose che ti illuminano la conoscenza alla vita, ti senti un genio. Ma l’imprevedibilità fa parte della vita ed è apprezzabile anche per questo vivere. Ad ogni sconfitta ti senti sempre più stanco e la maggior parte delle volte dai la colpa a te stesso, alla tua persona.

Non è colpa tua, o almeno non completamente. Smettere di credere nelle tue capacità è la cosa peggiore che puoi fare, quella alla quale non dovresti arrivare. Ognuno costruisce la propria vita passo dopo passo, certo i desideri devono esserci e sono fondamentali come i sogni, ma realizzarli è la cosa più importante. A volte sei troppo severo con te stesso e troppo impegnato a rimproverarti che non riesci a vedere quanto in realtà sei fortunato e felice, quanti motivi hai per essere orgoglioso di te stesso e quante possibilità hai di realizzare tutto quello che vuoi e sai di meritare…E così ti ritrovi insoddisfatto, perché ‘non era così che doveva andare’.Quello che ti succede nella vita molto spesso non è quello che vorresti, ma ciò di cui hai bisogno in quel momento, avviene semplicemente per insegnarti quanto è importate ricominciare. Chi non cade mai, la volta che cade muore e non insegnerà mai nulla a chi verrà dopo di lui. Leopardi diceva che ‘vivere è di per se stesso un soffrire’ … è vero ma perché non cerchiamo di andare al di là di queste parole…cerchiamo di andare oltre la parola soffrire intesa come strazio e tristezza. Soffrire deriva da suffèrre cioè da sub sotto e ferre portare. Portare sotto…è il nostro bagaglio di esperienza! Certo non è che uno deve solo avere esperienze sofferenti per avere esperienza ma sono importanti anche quelle. Bisogna avere PAZIENZA. Ricordi il detto ‘la pazienza è la virtù dei forti’ , tuo padre te lo ripeteva sempre, e non ti sei mai chiesto perchè? Perchè ‘pazienza’ è ‘coraggio di soffrire bene’ infatti l’etimologia della parola pazienza viene dal verbo latino ‘pati’ = soffrire! Soffrire bene non vuol dire che devi straziarti ben bene di sofferenza ma che la sofferenza sia affrontata nel modo giusto. Il modo giusto è quello di vivere l’evento triste, prendendoti cura di te stesso e fare tesoro dell’esperienza per ricominciare e reinventarti nuovamente in modo ancora più energico e orientato alle soluzioni. Se pensi che queste siano solo tante belle parole inutili, riflettici solo un po’ su. Faber est suae quisque fortunae (Ciascuno è artefice del proprio destino). Se hai letto con interesse questo articolo e vuoi informazioni precise sugli strumenti citati oppure saperne semplicemente di più sulla gestione emozionale,scrivimi: lupen@goodnews.ws e sarò lieto di darti l’aiuto e tutte le informazioni che più ti interessano. Lupen alias Gianluca Del Tito(tratto da goodnews)"

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Ed infatti conoscevo un vecchio contadino che non si preoccupava troppo del tempo che faceva; poteva grandinare, nevicare o quant'altro e gli altri si disperavano. Lui riconosceva che era un danno ma subito dopo diceva, "ma pazienza, nella vita c'è di peggio, andrà meglio l'anno prossimo". E non aveva più degli altri, anzi, aveva un sacco di bocche da sfamare. Aveva fatto la guerra in Africa in marina, sapeva giocare benissimo a dama perché nelle navi per far trascorrere il tempo non c'era di meglio che giocare a dama con i commilitoni. Sapeva quindi soffrire bene e quindi aver pazienza, anche perché aveva imparato che innervosirsi avrebbe disperso le rimanenti energie positive che aveva in magazzino. E poi è anche una questione di sapere valutare bene sé stessi e riconoscersi anche qualche merito oltre che a mille difetti. Poi c'è da considerare il metro di valutazione: se valuti tutto nell'onda corta del tempo allora si rischia di dare o di darsi giudizi molto affrettati, perdendo di vista anche le cose positive che nel lungo periodo hai realizzato. Diceva un grande economista ed investitore :"nel lungo termine siamo tutti morti", ma, aggiungo io, se investiamo avendo in mente solo il breve periodo allora rischiamo di andare falliti.

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