Prendo spunto dal nuovo romanzo molto bello di Paulo Coelho, ma poi vado per un'altra strada.
Vengo da una girata per negozi per il rito dei regali natalizi. Luci, fretta, indifferenza ed ognuno ad accaparrarsi le cose migliori per fregarle agli altri: è lo specchio del mondo in cui viviamo, dove la ricerca del lusso e del successo a tutti i costi spesso impedisce di ascoltare quello che ci sussurra il nostro cuore. E' forse l'età, ma mi disturba l'edonismo del consumo, i banchi pieni di merce, di elettronica, di vestiario. Per non parlare dei SUV, delle macchine di lusso che gridano : io sono potente, ho un motore migliore degli altri, comprami e sarai vincitore anche tu. Eppure è un mondo che in certi periodi della mia vita mi è piaciuto ed ho lottato per farmi una posizione, per ottenere quelle cose luccicanti, come se fossero un miraggio. Poi le prime delusioni. Avevi comprato una macchina nuova; l'avevi esaminata nei giornali, nella pubblicità, confrontata con le altre e poi, quando l'avevi ottenuta, ti eri seduto dentro, avevi firmato alcuni impegni di pagamento, ti accorgevi che la cosa non era proprio come te l'eri immaginata. La realtà era inferiore al desiderio. E sognavi solo una merenda semplice semplice con gli amici a parlare di "bischerate". Ed allora perchè voler essere vincitori con le armi che poi ti deludono? Basta vedere un bambino di due anni e mezzo: è molto calmo e guarda calmo calmo Barba Papa al computer con me. Chiama con i nomi storpiati tutti gli animali: c'è la mucca, il toro, il cane, il prato e la campagna. E' veramente soddisfatto non del computer, ma di quelle immagini favolose che raffigurano la vita di campagna di tutti i giorni, con l'erba,il fiume e le pecore. Ed allora perchè non farglieli vedere davvero tutti gli animali, invece di portarlo sempre in città tra mille luci, vetrine e tanto cemento? E quindi, in questo caso, il vero vincitore è un bambino di due anni e mezzo che ha capito cos'è la vita e forse anche Barba Papa. E da quello che posso vedere non sono soli nè l'uno, nè l'altro. Ma arriva subito la mamma del bambino, lo porta via,ha fretta, stasera devono andare a fare lo shopping di Natale. Ed il cerchio si è chiuso ancora una volta.Ma forse è giusto così, perchè nella nostra società il consumo è fondamentale, ha una valenza sociale e quindi ritratto tutto e spero che almeno il consumo di questo periodo possa davvero mantenere tanti posti di lavoro. Ed oggi mi sento poco "vincitore" e molto "perdente". Forse per aver detto anche tutte quelle impressioni di prima ed anche perché sento di non aver completamente ragione, ma neanche completamente torto. Sera la vie?
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