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martedì 2 febbraio 2010

E' il mercato, signora, ...ma noi stiamo dalla parte della Luna

In un programma televisivo di qualche giorno fà veniva affrontato, in maniera esaustiva, il problema delle case in alcune zone del nostro Paese. Poichè, a mio avviso, non c'è da aggiungere alcunché alle tematiche trattate in maniera ottima dallo stesso, l'ho preso a spunto solo perchè mi ha fatto riflettere una frase che veniva quasi sempre detta dai proprietari quando veniva chiesto loro il prezzo di un affitto. La risposta quasi sempre era :" Eh sa signora, è il mercato, che ci vuol fare!". A me sembra che questa parola venga spesso usata solo quando fà comodo o, meglio, si tenda a farne un uso a proprio tornaconto secondo le situazioni. Ma soprattutto, a mio avviso, c'è un certo impoverimento piuttosto diffuso nella conoscenza dei termini e della storia economica, almeno basandomi sulle mie reminiscenze scolastiche e dalle vecchie discussioni che si facevamo trent'anni fà. Occorrerebbe, forse, una maggiore precisione, quando si parla di mercato. Si vive in un'economia libera, dove fà gioco la libera iniziativa, l'inventiva, l'idea ed il sacrificio personale (che molti mettono particolarmente in risalto) e poi si delega quasi solo ad Istituzioni Pubbliche la funzione sociale, per proteggere tutta quella parte della popolazione che il mercato, per sua stessa definizione e natura, esclude. Ma, nello stesso tempo, oggi, si vuole aiutare le imprese affinché mantengano l'occupazione più alta possibile per fini sociali, almeno in questo periodo di crisi. Questa è la cosa più giusta che, personalmente, ho sempre auspicato anche nei tempi di vacche grasse. Ma, secondo me, dobbiamo definire la forma nella giusta maniera: a mio parere, questo non è quello che A.Smith chiamava "mercato" (forse si avvicina più alla concezione keynesiana dello stesso) ma assomiglia molto a quello che i Paesi nordici facevano già al tempo della guerra fredda: la socialdemocrazia di tipo nordico che è, forse, anche una delle forme più giuste di convivenza sociale: coniugare la libera iniziativa al soddisfacimento dei bisogni sociali e materiali di tutti. Ma ho voluto far tutta questa "tiritela", molto incompleta, per dire quanto suona male il termine "mercato" quando viene usato di fronte a qualcuno che ha bisogno di qualcosa di vitale come la casa. "E' il mercato, signora!". Ma allora verrebbe da rispondere: caro "moralista" ed integralista del mercato, è mercato anche quando il salumiere aumenta il prezzo, quando la frutta viene quintuplicata dal produttore al consumatore, quando il prezzo della pasta aumenta più o meno giustificatamente. O allora no? E magari tu che dici "è il mercato, cara signora" , sei quello che si lamenta di più col "fruttarolo" e ti metti forse a sbraitare per i rincari dei beni di prima necessità e non solo. E' mercato anche quello del "fruttarolo", magari mitigato solo dalla concorrenza (che a volte non è sufficiente), ed allora quella parola, forse, dovrebbe essere usata con più parsimonia, senso di responsabilità e proprietà, specialmente verso coloro che trovano parecchie difficoltà per rimanere agganciati all'ultima ruota del carro. Anche perchè siamo tutti nel mercato della "vita" e, volenti o nolenti, dobbiamo lottare tutti i giorni per tirare avanti, per sopportare ingiustizie, sgambetti e sgomitate. Ed in questo il mercato c'entra poco perchè, nel libero mercato, le capacità andrebbero valutate oggettivamente, per sfruttarne meglio l'efficienza. E poi dove si trova la quotazione ed il borsino degli affitti?.
Sì, va beh! Ma dove mi sto lanciando!!!!! In un altro mondo, forse nello spazio tra la Terra e la Luna, dove esiste quel buco nero, dove hanno la meglio le giuste definizioni e dove si tende ad approfondire le cose. Anche perchè, con la Luna non si scherza, come si può vedere cliccando il link sottostante. Anche se approfondire è sempre molto difficile e spesso non ci riusciamo anche mettendoci la migliore volontà. E poi tutte le ciambelle non riescono col buco. Come mi è successo, per esempio oggi, con questo post. Ed allora Ad Majora.







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