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mercoledì 17 marzo 2010

La natura nei miei sogni.

Ora che la natura si risveglia in un moto maestoso con i prati pieni di margherite, tarassachi e cielo stellato in un compendio di luce azzurra e di aria mista a quiete, mi verrebbe voglia di abbracciare tutto ed abbandonarmi a tutto questo spettacolo. Anzi ho paura di perdere lo spettacolo, mi vorrei mettere in prima fila ma mi sembra di non avere il tempo per incamerare tutto. Certo è un dilemma storico se lasciare tutto questo il più naturale possibile o abbellire tutto con l 'intervento degli uomini.Ma una cosa è certa: a prescindere dalla natura, forse bisognerebbe puntare il più possibile nel recupero sistematico delle vecchie abitazioni oltre che costruirle delle nuove; poi forse pensare ad uno sviluppo turistico "tecnologico" puntando sulle nostre bellezze:ed allora occorrerebbe valorizzare i boschi, i sentieri, le opere antiche cercando di ampliare e diffondere la loro storia, il loro contesto. Valorizzare tutti i nostri vecchi artisti, uomini illustri che sono conosciuti e valorizzati in tutto il mondo, magnificarne il pensiero e le opere che hanno realizzato.Forse questo potrebbe creare anche qualche risorsa e forse anche qualche posto di lavoro. Se ad esempio qualche volta fosse organizzato qualche convegno internazionale sulle nostre due personalità più illustri (Peruzzi e Beccafumi) dopo un'attenta preparazione e senza delegarli per forza ad altri (sempre i soliti senza i quali sembra che non si possa fare niente), utilizzando anche gli strumenti informatici all'avaguardia (Web, social network,Facebook, twitter, etc), forse otterremmo una discreta partecipazione anche internazionale con conseguenti ricadute positive sul nostro territorio. E le risorse ricavate potrebbero forse servire per creare qualche piccolo museo o qualche piccola mostra o qualche sala riunioni e convegni veramente pubblica. Come al solito sto farneticando, delirando in modo molto grave, perchè l'aria di ante primavera mi ha fatto male. E sto sognando anche qualche tavola imbandita in mezzo al bosco, con un fiasco di vino delle nostre parti e un pò di prosciutto di vero maiale di cinta. Perchè qui c'è sempre stato. Lo si trova anche nei quadri antichi che raffigurano il nostro paesaggio. Un paesaggio duro e caparbio come chi c'è nato. Spesso un pò scontroso e selvatico. Ma che vorrebbe che le cose fossero sempre tutte a posto e che non sopporta l'ipocrisia e la falsità. Glielo ha insegnato la natura che si trova nei sentieri della montagnola, dove il serpe mangia il topo e la donnula mangia il serpe. Ma si guardano sempre con rispetto negli occhi.

La donnola (Mustela nivalis), lunga in media 30 cm, compresi i circa 4 cm della coda, ha un corpo flessuoso coperto per tutto l'anno da pelo raso, morbido, di colore fulvo sul dorso e biancastro sul ventre, simile al mantello estivo dell'ermellino. Le zampe sono corte, robuste e munite di unghie aguzze e taglienti. La coda, corta rispetto al corpo, si assottiglia gradatamente dalla radice all'estremità e a differenza dell'ermellino non è mai nera alla punta. Le orecchie sono larghe e arrotondate.Nelle zone più settentrionali acquista un colore invernale caratterizzato da macchie bruno-bianchicce. E' un animale coraggiosissimo e non sono rari i casi in cui aggredisce l'uomo, staccandosi da lui solo dopo una lotta molto prolungata. A volte addenta le gambe dei cavalli che passano accanto al suo rifugio.La donnola è molto agile sia nel correre che nell'arrampicarsi e nel nuotare.L'unico rapace in grado di catturarla senza timore è l'astore.Un'esemplare catturato da giovane può essere facilmente ammaestrato e divenire compagno domestico al pari di un gatto.

H.M. productions- Int. Site of Montagnola- Intell. rights reserved(Little better than nothing)


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