"Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico".
Quanto più un uomo invecchia, tanto più si riavvicina alla fanciullezza, finché lascia questo mondo in tutto come un bambino al di là del tedio della vita e al di là del senso della morte.
Tanto è necessario che ciascuno si raccomandi da sé, magari con un po' di adulazione, prima di potersi raccomandare ad altri".(Erasmo da Rotterdam).
E' specialmente l'ultima citazione che ho cercato sempre di seguire. Anche se ha costato tanta fatica supplementare.A volte è stato il sogno, l'aspirazione di migliorarsi oltre le proprie forze che ti hanno fatto andare incontro alla lucida follia.Fare le scuole superiori con un unico paio di pantaloni di velluto, al massimo due, divertirsi con poco, rinunciare a ghiotte occasioni di ogni tipo, anche sentimentali, che, in quel momento, potevano ostacolare il raggiungimento di quel "miraggio" del diploma, in un mondo dove si andava avanti a forza di vendere conigli e vendere funghi porcini.Ed allora si doveva far molto affidamento alla lucida follia che, tra l'altro, fà apprezzare la vita e che dice :
".........Tanto per cominciare, chi non sa che la prima età dell'uomo è per tutti di gran lunga la più lieta e gradevole? ma che cosa hanno i bambini per indurci a baciarli, ad abbracciarli, a vezzegiarli tanto, sì che persino il nemico presta loro soccorso? Che cosa se non la grazia che viene dalla mancanza di senno, quella grazia che provvida natura si industria d'infondere nei neonati perchè con una sorta di piacevole compenso possano addolcire le fatiche di chi li alleva e conciliarsi la simpatia di chi dove proteggerli? E l'adolescenza che segue l'infanzia quanto piace a tutti, quale sincero trasporto suscita, quali amorevoli cure riceve, con quanta bontà tutti le tendono la mano! Ma dove, di grazia, questa benevolenza per la gioventù, di dove se non da me? Mentirei, tuttavia, se non ammettessi che, appena sono un pò cresciuti e, con l'esperienza e l'educazione, cominciano ad acquistare una certa maturità, subito sfiorisce la loro bellezza, s'illanguidisce la loro ilarità, s'inaridisce la loro attrattiva, vien meno il loro vigore.Tanto più si allontanano da me, tanto meno vivono, finchè non sopraggiunge la gravosa vecchiaia, odiosa non solo agli altri ma anche a se stessa. Nessuno dei mortali riuscirebbe a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire non venissi in aiuto io e, a quel modo che gli Dei della fiaba di solito soccorrono con qualche metamorfosi chi è sul punto di perire, anch'io, per quanto è possibile non riportassi all'infanzia quanti sono prossimi alla tomba, onde il volgo, non senza fondamento, usa chiamarli rimbambiti......Se poi qualcuno vuol sapere come opero questa trasformazione, neppure su questo farò misteri.Conduco i vecchi alla fonte della mia Ninfa..... che sgorga nelle isole Fortunate........... Lì , bevute a grandi sorsi le acque dell'oblio, un poco alla volta, dissipati gli affanni, torneranno bambini......." ( da "Elogio della Follia" Erasmo da Rotterdam).
Ed il cerchio si chiude: nasciamo "bambini" e ritorniamo "bambini". Ma gli ultimi bambini sono più brutti esteriormente e vengono un pò abbandonati e poco considerati. Forse sarà anche perchè la Follia, nel loro caso, non è supportata dalla forza.Forse dovremmo ascoltarli di più in tutte le occasioni, anche in quelle di crisi sia di tipo economico che sociale e morale. Perchè, molte volte, è la morale che genera la situazione sociale e quest 'ultima, forse, ha anche influenza sull'economia. Specialmente se la lucida follia è in un periodo di crisi anche lei. Perchè senza follia,spesso, manca anche la fantasia.
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