Da noi quando si vuole mettere proprio male una persona, un collega, un conoscente si cerca di affibbiargli un epiteto, un'etichetta, un marchio a fuoco come ad un toro prima della corrida di Siviglia. Se l'intento della mente perversa che vuole marchiare il suo soggetto prestabilito, molto spesso per fini puramente di avvantaggiarsi personalmente oppure per pura cattiveria, va a buon fine, allora l'epiteto ti resta appiccicato per sempre come un marchio. Come se una persona non potesse cambiare, come se il mondo viaggiasse su una rotaia diritta, prestabilita, come se la persona dispensatrice di epiteti fosse perfetta. Ma molto spesso la realtà è diversa. La persona dispensatrice fa parte di un gruppo, si sente protetto, autorizzato a giudicare gli altri.Come se lui riuscisse a raggiungere tutti gli obbiettivi, riuscisse a soddisfare tutte le promesse, fosse una specie di Messia in terra o facesse parte della specie delle "carontidi" che traghettano anime perdute verso la terra promessa. Anche se non pensa che la sua terra promessa, a volte, agli altri può interessare poco perché è fatta solo del suo ordine di cose. Di una sua mentalità fatta di censo sociale, di una presunta superiorità intellettuale che non esiste. Ma poi ti accorgi che è anche fatta di "paria", di classe sociale o di gruppo che si autoprotegge, come si legge nei libri di storia riguardo all'India. E poi quando vuole distruggere definitivamente una persona utilizza quel terribile epiteto:è inaffidabile. Ed allora oggi voglio risponderti ipotetico "guastatore" di vite, dispensatore di disperazione gratuita che se venisse, solo in parte, propinata a te ti metteresti a piangere, a mugolare e faresti quelle mugolose telefonate a quel capo che conta e che forse hai conosciuto nelle tue vuote riunioni del tuo clubbino che pensa di fare tanto del bene alla società. Tu che hai la laurea ad honorem dell'affidabilità, oltre a quella presa sottobanco per fregiarti di quel titolo che ti fa allargare la bocca, hai forse risolto tutti i problemi non dico della società in generale, che questo sarebbe veramente troppo, ma almeno quei problemi locali, di socialità, di emarginazione, di aiuto morale e spirituale dei quali ti senti maestro, per non parlare degli altri più materiali, del lavoro,delle strutture per socializzare. Insomma hai fatto veramente qualcosa?. Se tutta l'affidabilità della quale ti vanti e fai finta di ostentare col capetto che dice sempre di "si" come te, porta a tutti questi risultati, mi viene voglia di dare tanto sfogo alla mia fantasia, al mio eclettismo, al mio non essere affidabile persino con me stesso. Perché almeno il mondo verrà privato per un pochino di quella noia, di quel conformismo senza senso, di quella cappa di piombo che aleggia nell'aria quando arrivano tante persone affidabili. Affidabili a che?. Molto spesso, forse,a riuscire a galleggiare sempre. Non facendo caso, quasi sempre, alla sostanza in cui si nuota. Ed ora basta, per oggi mi sono sfogato troppo coll'ipotetico affidabile di turno e chiudo prendendo,d
a un bellissimo blog, un passaggio. Ma conviene leggerlo tutto perché è significativo dei pregi e dei difetti di un ambiente di lavoro di una società avanzatissima. Lo propongo, linkato, sotto e, non avendo voglia di andare avanti, per oggi la finisco proprio qui. Che forse è molto meglio, anche perché siamo vicini all'agognato week end. Che, a volte,purtroppo, non è affidabile neppure lui.
BUON FINE SETTIMANA e AD MAJORA PER ME E PER VOI. Thank you for being here.
H.M. productions- Int. Site of Montagnola- Intell. rights reserved(Little better than nothing even if a little unreliable).
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