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venerdì 6 gennaio 2012

Ho sbagliato sempre obiettivo:non sono riuscito a tenere lontano la presunzione!




« [l’uomo saggio] agisce senza rivendicare il risultato come proprio; egli consegue l’obiettivo ma non vi resta aggrappato: egli non desidera dimostrare la propria superiorità »Tao Te Ching
E questa volta parlo anche e soprattutto per me! In una circostanza particolare ed in un giorno di festa, mentre stavo facendo una nottata per un parente ammalato, mi sono venute in mente alcune cose. In un reparto ospedaliero in ordine,  molto pulito, c'era tutto quanto il necessario per un ammalato, senza lusso, ma senza farsi mancare le cose importanti. Sarà stato forse un caso (ma non credo), ma quello che mi stupiva di più era l'efficienza e la cortesia del personale di assistenza. Gente che, come sappiamo, non si distingue neppure per cospicue prebende. E come prima cosa, mi è venuto in mente: ma come può un Paese ritrovarsi nelle difficoltà attuali con gente di questo calibro? Non so come mai mi è venuta questa considerazione completamente spontanea, ma mi è balzata in mente come un flash. Ma qui ci vorrebbe un discorso molto lungo e complicato che, però, nell'arco del 2012 proveremo a fare. A modo nostro :  alla meglio!. Ma,  in un mondo come  quello di oggi, dove quasi tutto quello che viene fatto viene messo  in risalto e spesso pubblicizzato oltre ogni decenza, vedere persone che lavoravano con spirito di fattiva efficienza e con professionalità, senza che a loro nessuno garantisse l'evidenza, la messa in risalto di tutto quello che facevano, mi è restato impresso. Ho pensato che forse quello era il vero spirito costitutivo e l'essenza del nostro vivere mezzo secolo fa. Ho pensato anche che bisognerebbe ritornare a dare risalto al risultato senza stare a guardare a chi lo ha raggiunto. Senza lustrini e senza gloria. Qualcuno potrebbe obiettare: si, ma quelli sono pagati!. La risposta sarebbe troppo semplice e non la voglio dare. Perché mi interessa invece capire ed entrare in quello spirito. Sopratutto ritornare a  capirlo perché, per me, oggi, non è del tutto facile. Abbiamo vissuto gli anni ottanta e novanta che, forse, mal si confacevano con i valori che ci avevano dato i nostri  Padri nel dopoguerra. E forse  ci siamo ritrovati "esseri" dai mille volti, dalle mille esperienze, molto spesso con la sete del successo o del traguardo. Si,  io per primo che mi riconosco un gran brutto carattere, magari volenteroso, ma non umile. Eppure l'umiltà mi era stata ben insegnata. Lo spirito di lavorare per la comunità.  Per il suo miglioramento accettando con soddisfazione i risultati della stessa, dimenticando subito il lavoro e l' impegno personali. Poi gli yuppies, le gite, le vacanze obbligatorie, le carriere inventate e mi sono trasformato, riciclato, direi quasi clonato. E non mi sono accorto di essermi risvegliato, una mattina, all'improvviso, diverso e "deformato". Perché le varie stagioni di lustrini mi hanno fatto quasi dimenticare l'etica del costruire per il bene comune, la soddisfazione intima del miglioramento collettivo. E pensare che, forse, da qui parte tutto: le amicizie, il comportamento, il vivere sociale, etc. Qualcuno uscirà subito a dire: ma io l'ho sempre fatto: faccio il volontario, mi sono dedicato alla vita pubblica, etc, etc. Rispondo:"Bravo" e complimenti ed Onore a te. Soprattutto se lo fai in modo disinteressato. E poi, proprio ora mentre sto scrivendo, arriva un'agenzia:  anche qualcuno molto importante l'ha detto : c'è del decadimento nella vita culturale, sociale e di partecipazione! Mi ha fatto piacere perché anche questo blog ha cercato di mettere  in evidenza le stesse cose  da parecchio tempo. Sicuramente con molta meno chiarezza e confusione.  Ritornando a noi: qual'è, allora, il concetto importante di cui ci siamo dimenticati in tanti, io per primo, e in tutti questi anni?. Credo l'umiltà. Ma cosa significa questa parola?. Intanto possiamo dire che è il contrario della presunzione. E perché nei lavori cosiddetti manuali si ritrova spesso molta più umiltà che in quelli definiti di "concetto"? Non lo so! Anche se penso subito alle brutte definizioni usate per distinguere i lavori non manuali: di concetto, intellettuali, e chi, più ne ha, più ne metta! A mio parere parte tutto da un solo concetto: valorizzazione della realizzazione.  E questo ragionamento mi hanno fatto venire in mente  un mio  conoscente (Don Mino Marchetti), purtroppo scomparso, studioso e ricercatore storico, ad una conferenza che parlava della storia del Duomo di Siena, in occasione di una Sua pubblicazione su tale argomento, che disse che tutti si ricordavano degli architetti e dei finanziatori e degli artisti, ma nessuno dei muratori e degli scalpellini che avevano permesso la realizzazione di quel capolavoro, murando pietra su pietra, marmi su marmi, statue su statue. Senza di loro quello stupendo progetto sarebbe rimasto solo un bel disegno. Solo su carta. Girai un momento lo sguardo e vidi molte persone di "concetto" che partecipavano al convegno un pò perplesse. Qualcuno aggrottò la fronte e qualcuno fece un sospiro. Era comprensibile: eravamo nei primi anni novanta. Il lavoro manuale era già un pò dimenticato. Quasi fosse un pò naif parlarne o decantarne le qualità. Ma poi, pian piano, .....(verrebbe da dire in questo caso), tutte le pietre ritornano al masso?  Si, lo so.... il proverbio giusto è un altro. Ma, per questa volta non importa, basta  capirsi. Vorrei finirla qui, ma era rimasto in sospeso un significato da dare ad una parola, apparentemente semplice, ma molto difficile da digerire ai nostri giorni. A me, figurarsi, sembra ancora una parola antica che mi fa  ricordare solo la mia giovinezza. E Vi assicuro che, da allora, tanta acqua è passata sotto ai ponti. Ma, a proposito, anche i ponti chi l'avrà realizzati? Chiunque sia stato deve essere stato davvero speciale......alcuni sono ancora in piedi e funzionanti da  diversi.... secoli. E riescono a far passare ancora tanta e tanta........... acqua!
Il Valore della realizzazione e lavorare per il bello: "Parte tutto dalle nostre idee" disse il capo architetto al mastro muratore. Ma quest'ultimo rispose "perché  non ci sono idee nel tirare su questo muro? Se metto una pietra sbagliata posso rattristare gli ultimi giorni di un vecchio che mi osserva lavorare. Se faccio un muro a regola d'arte posso contribuire a far innamorare due giovani che vi siedono sopra. Forse..... anche tra vent'anni!."


"Umiltà è la virtù che frena il desiderio innato dell'uomo di innalzarsi sopra il proprio merito."
Tommaso d'Aquino



ma c'è, ironicamente, anche il contrario:


Non faccio per vantarmi, ma oggi e' una bellissima giornata. (Gioachino Belli)


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Enjoy:



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