Nei pomeriggi e la sera quando ci dovevamo fermare
a fare i compiti che il Maestro ci aveva dato da fare si percepiva subito la
differenza di temperatura. Le nostre case offrivano valide “contromisure”
contro il freddo incombente. Intanto c’era la stufa a legna che rimaneva sempre
accesa con il bricco dell’acqua fumante e poi c’era sempre il camino da
accendere anche se sembrava presto davvero per farlo. Quello che non ci
impensieriva per niente era la notte, quando dovevamo andare a letto perché
allora si poteva mettere il fuoco a letto ed era un vero piacere poter godere
di quel calduccio che entrava letteralmente nelle ossa e che si faceva stare
bene tutta la notte. Ma poi il mese di Ottobre ci dava tante cose. Se le cose
andavano bene nascevano i funghi con le ricadute positive sia sul lato delle
finanze familiari che per il divertimento di trovarli e poi le castagne c’erano
di sicuro. E quindi anche il desco di arricchiva parecchio con qualche porcino
in gratella, il castagnaccio e le caldarroste, vere specialità della nostra
zona. Ma il mese di Ottobre ci dava anche parecchia allegria nonostante le
foglie degli alberi ingiallissero, le giornate accorciassero e tutto diventasse
un po’ più grigio. Allegria e speranza
perché ci si avvicinava al Natale. E quella era davvero la festa più grande
dell’Anno. Ci si preparava per tempo. Intanto per cercare nel bosco qualche
alberello che veniva su bene per poi sceglierlo ed "eleggerlo" come il nostro albero
di Natale. La scelta era difficile perché non tutti gli alberi erano adatti per
essere “eletti” a tanto onore e poi c’era da scegliere la specie: a volte
trovavamo qualche bel ginepro che dava sempre una bella sensazione natalizia
specialmente di mattina quando era ricoperto di rugiada. Poi c’era anche
qualche pino che immaginavamo già adornato nel modesto salotto di casa. Ma
quello che andavamo cercando sempre e che non trovavamo quasi mai era l’albero
perfetto di agrifoglio che sognavamo anche la notte nell’angolo del salotto di
lato al caminetto. Il mese di Novembre si avviava al termine quando si andava a
controllare anche quelle vecchie scatole polveroso che contenevano i modesti
addobbi per l’albero: le poche palline di vetro molto colorate e che dovevano
essere maneggiate con molta cura perché si rompevano molto facilmente e poi
qualche filo d’oro e d’argento con cui avvolgere quell’albero che immaginavamo
sempre più bello della realtà e che era
ancora nel bosco. Già a scuola si era entrati nel clima natalizio. Ci si
preparava anche alla dottrina facendo le prove con qualche canzoncina
natalizia, prima di entrare nel vero e proprio clima Natalizio. A casa la sera
poi si incominciava a pensare alla letterina da scrivere a Babbo Natale e da
mettere sotto l’albero che tanto poi lui sarebbe arrivato qualche sera prima a
prenderla. Il freddo, in quegli anni, si faceva sempre più pungente e questo
significava che il Natale di avvicinava sempre di più. Tutto il Paese sembrava
che fosse molto più movimentato. I grandi
giocavano a “forma” con il panpepato e si faceva un po’ più tardi. E poi
la sera incominciavano le “novene”. Il clima non era più freddo perché si
sentiva una specie di calore che stava arrivando. In casa si vedevano già le
prime provviste per il pranzo di Natale: qualche pollo già pulito messo in
dispensa ed anche qualche coniglio che aveva fatto la stessa fine. Tutto
sembrava più bello: i calzoni di fustagno sembravano di velluto, la bicicletta
sembrava un motorino. E qualche addobbo si vedeva di già nelle botteghe. E il
giorno dopo era la domenica prima di Natale. Si andava nel bosco la mattina
presto e si tagliava finalmente il nostro Albero e lo prendevano con cura per
il gambo per portarlo a casa. Il freddo si faceva sentire perché c’era tanta
guazza ed i piedi e le mani facevano male. Ma non si sentiva più niente: s’era vicino a
Natale. Il “Ceppo” si stava preoccupando per noi per trovarci qualche regalo;
avevamo l’albero che ci piaceva; oggi si mangiava bene perché s’era vicino a
Natale; stasera si andava al Circolo a prendere un frou-frou un bicchiere di
spuma e a vedere “Braccobaldo Show”. Ci veniva solo da pensare: ”ma quanto è
bella questa vita”....."e,...questa atmosfera di Natale in un ambiente semplice ma completo".
Honest Maverick
Bonjour à vous toutes et à tous
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10 anni fa
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