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giovedì 5 dicembre 2019

Il lungo percorso dei miei "DICEMBRE".

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Una sensazione diversa  comincia a prendermi in questi primi giorni di Dicembre.
E' una bella sensazione anche se non so precisamente cosa sia. Perchè per l'aria di festa forse è un pochino presto, anche se oggigiorno è tutto anticipato, ma è qualcosa che mi fa star bene e mi fa pensare. Comunque è una bella atmosfera che porta a pensare. Dapprima in modo introspettivo ma,  subito dopo, c'è la strada dei ricordi. Ed allora  si apre il teatrino dei "Dicembre di una vita" e del loro "essere" sempre diversi. I "Dicembre" di quando eravamo ragazzi prima dei dieci anni in una società semplice e rurale dalla quale però ci sentivamo protetti e "fiduciosi" del futuro. Avevamo poco ma era tutto quello che ci voleva. Le "cose" pubbliche essenziali, erano molto efficienti e manutenute in una maniera egregia e tutta la gente ci teneva molto perchè le sentiva "Sue". Magari si mangiava la carne solo la domenica ma ci importava poco perchè questo era controbilanciato da una "comunanza" di sentimenti positivi che erano spalmati in tutto il vicinato. Sentivamo ed eravamo certi che se avessimo avuto bisogno di qualcosa c'erano i vicini di casa che ci avrebbero aiutato. Ci sentivamo una comunità con il "comune" denominatore della "solidarietà". E questo era molto importante.  Era una cosa essenziale che ci ripagava di qualche privazione. Poi vennero i "Dicembre" della nostra adolescenza. Il consumismo era già cominciato ma si riusciva a tenerlo a bada. Il sentimento di vicinanza continuava a persistere anche se qualche "crepa" si cominciava ad intravedere. Ma con l'aumento dei consumi, la possibilità di "andare via" dalla vita del paese con l'auto comprata con mille sacrifici ma che ci dava un senso di " stupida potenza" e l'illusione della libertà (e con il  consequente aumento della voglia di competizione), cominciò a sfaldarsi,  piano piano, anche il senso di comunità e l'interessamento continuo alle problematiche "casalinghe". Non era tutta colpa nostra perchè per lavorare bisognava "andare via". Il lavoro per i giovani non c'era tranne che per qualcuno che aveva meriti "particolari". E portare via la gente per molti giorni alla settimana per lavorare provocava lo sfaldamento progressivo della piccola comunità. Questo processo continuò per molti "Dicembre" della fine degli anni '90 del secolo scorso e degli anni 2000. Perchè si andava verso tutti i "Dicembre" pieni di luci, di regali  e di lustrini. I  "Dicembre"  pieni anche di tanto edonismo e di "privacy".  Poi ci svegliammo negli ultimi "Dicembre" dei nostri giorni pieni di luci, di "auguri", di ansia,  di affanni e di stress. Pieni di auto luccicanti e di SUV.  I "Dicembre" di oggi, quando ci accorgiamo, all'improvviso, che non riusciamo neppure a mantenere "adeguatamente" quello che i nostri genitori, che avevano fatto la guerra e lottato "veramente" per la libertà, ci avevano lasciato con fiducia, nella comunità e nella disponibilità di tutti,  affinché lo mantenessimo al meglio. Ed allora non ci resta che aspettare quello che  i "Dicembre del futuro"  diranno di noi. Speriamo che si ricordino di noi come di quelli che si erano "distratti" per un momento, anche se non tanto breve. E speriamo che ci riconoscano qualche attenuante. Meglio di niente, sarebbe anche questo. Basta accontentarsi. Perchè l'alternativa non sarebbe per noi troppo onorevole.
Buon Dicembre a tutti.
Honest Maverick
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