Non è che il nostro sistema economico abbia creato poca ricchezza. Basta esaminare il grafico dell’indice principe di tutti i listini mondiali in un arco di tempo molto lungo (1930-2008). La crescita, pur tra mille crisi, tensioni, drammi sociali, recessioni, appare impressionante. C’è da dire che per ottenere tale crescita, forse, è stato distrutto mezzo pianeta, ma potremmo utilizzare la futura ricchezza prodotta dall’attività economica per aggiustare le malefatte (energia verde, solare e rinnovabile in genere, auto ad idrogeno, biotecnologie, etc) e continuare il trend.
Il problema maggiore invece è la distribuzione di tutta questa ricchezza.
Potremmo trovare mille giustificazioni ai nostri rimorsi per quanto concerne il barbone sulla sinistra ma la nostra coscienza non si placherà del tutto fino a quando anche la nostra civiltà industrializzata produrrà dei soggetti ai margini che noi spesso facciamo finta di non vedere quando passiamo per le strade delle nostre città.
Ancora meno giustificazioni troviamo per i bambini dei Paesi sottosviluppati che muoiono letteralmente di fame. L’allarme recente della FAO che ci dice che un miliardo di persone patisce la fame ci fa tremendamente pensare di quanto sia giusto, da parte nostra, viaggiare con quella specie di carri armati chiamati SUV, preoccuparci di andare vestiti alla moda, sprecare energia, etc.
Ora che la crisi economica, che è più forte delle normali crisi cicliche tipiche del nostro sistema economico, produce anche problematiche per ampie fascie di persone dei paesi industrializzati che prima vivevano abbastanza bene, il problema della distribuzione della ricchezza, a mio parere, sarà il nuovo timone del mondo in quanto l'aumento della sua creazione non è sempre facilmente perseguibile.
Forse sarà un mondo che richiederà più serietà, meno sprechi e molta fantasia e bravura da parte di tutti i responsabili dei vari Paesi di questo Mondo. Ed anche se non sarà facile, tutto ricomincerà anche se con basi più solide e concrete di prima e magari risolvendo, in gran parte, anche i casi raffigurati alle estremità del grafico.
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