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lunedì 27 luglio 2009

LE TANTE VIE DEL……….CAFFE’








In una bellissima trasmissione di un canale tematico satellitare si faceva riferimento alla scoperta della pianta del caffè: dapprincipio le pecore di un pastore etiope avevano fatto indigestione delle bacche rosse e la sera erano eccitate e ballavano nell’altopiano dell’Etiopia. Allora il pastore volle provare, a sua volta, quelle bacche e si accorse di quanta energia ed euforia davano. E da allora abbiamo il famoso caffè di Etiopia che, però, ha sempre dato una produzione molto limitata. La Provvidenza doveva fare in modo che tale pianta fosse diffusa in un habitat molto più consono che potesse dare una produzione molto maggiore e che soddisfacesse il fabbisogno di una grande numero della popolazione. Ed allora occorreva che una signora della Guayana Francese si innamorasse di un signore dell’ambasciata brasiliana e, quando questo dovette ripartire, gli mise nel mazzo di piante che gli regalò alcuni semi di quella pianta . E così nel 1727 il caffè entrò in Brasile e fu fatta un’ opera di grande deforestazione per poter accogliere le nuove piantagioni. Oggi il Brasile è il maggiore produttore mondiale di caffè.
La trasmissione proseguiva con l’indicazione delle problematiche sociali dei piccoli coltivatori di caffè che oggi, in parecchi casi, si sono riuniti anche in cooperative e danno vita anche ad un commercio equo e solidale di tale coltivazione i cui dettagli sono rimasti per lo più sconosciuti fino agli anni settanta persino negli Usa.
Oggi anche le grandi multinazionali fanno acquisti di quantitativi ingenti di caffè equo e solidale ed anche quella famosa catena americana che vende caffè nei suoi piccoli negozietti, pieni di tutte le varie tipologie possibili, ha dato un grosso spazio alla parte biologica e di tipo equo e solidale.
Ed il caffè ha fatto diventare santi quei due che continuamente propagandano il caffè dal Paradiso e forse hanno ragione perché il profumo di caffè a volte è proprio divino.
E basta andare un po’ in giro per vedere i vari Cafè de Paris, di Firenze, di Bologna, di Montecarlo e quello proprio di Parigi dove, entrando, sentiamo quell’odore di caffè ed un sottofondo di cioccolato che ci riconcilia con il mondo. E pensare che viene tutto dall’intuito di qualche pecora etiope.
E a volte fa rabbia quando un barista disattento ci serve un caffè fatto male con disattenzione o nel modo routinario che sa di bigliettaio: quello dovrebbe sapere che non fa uno sgarbo solo a me povero avventore ma anche e soprattutto alla storia dell'agricoltura.

Ed eco una piccola scheda del caffè:

Specie principali

Arabica. La specie che è stata usata per prima è Coffea arabica, una pianta originaria dell'Etiopia (dove il caffè viene chiamatobuna), del Sudan sud-orientale e del Kenya settentrionale e in seguito diffusasi nello Yemen, luogo in cui, peraltro, si ebbero le prime tracce storiche del consumo della bevanda, nel lontano 1450 tra i seguaci del sufismo.

I semi di Coffea arabica hanno un contenuto di caffeina molto inferiore a quelli delle altre specie di larga diffusione e rispetto alle altre specie è autoimpollinante,cioè autogama e inoltre predilige coltivazioni ad alta quota (tra 1000 e 2000 metri).

La coltivazione di Coffea arabica fuori dei territori d'origine è iniziata molto presto, p.es. in Indonesia nel 1699.

Robusta. Molto coltivata oggi è Coffea robusta (o Coffea canephora, nome considerato scientificamente più corretto ma poco usato commercialmente). È una specie originaria dell'Africa tropicale, tra l'Uganda e la Guinea, molto adattabile (cresce anche a quote inferiori ai 700 metri) e perciò più economica. La sua coltivazione è iniziata solo nell'Ottocento. È una pianta allogama, quindi richiede impollinazioni incrociate che la possono differenziare geneticamente con più facilità rispetto alla arabica.

Liberica. Tra le specie di cultura meno diffusa, la più importante è Coffea liberica, originaria della Liberia e coltivata, oltre che in Africa occidentale, soprattutto inIndonesia e nelle Filippine.

Albero di Coffea liberica fotografato in Vietnam

Excelsa. Nel1903 è stata scoperta in Africa una nuova specie di alberi del caffè, battezzata con il nome di Coffea excelsa. Tuttavia, successivamente, i botanici hanno ritenuto che questa specie fosse in realtà solo una varietà di Coffea liberica e il suo nome scientifico corretto è quindi Coffea liberica var. dewevrei.

La varietà continua a essere chiamata Excelsa da coltivatori e commerciali e viene considerata molto promettente.

Preso alla mattina a digiuno pare che il caffè sbarazzi lo stomaco dai residui di una imperfetta digestione e lo predisponga ad una colazione più appetitosa; va precisato ad ogni modo che una tazzina di caffè, cioè 10 cL di caffè, e un cucchiaino di zucchero, apportano all'organismo solo 45 calorie in totale, contro le 400 indicativamente raccomandate dai dietologi per una colazione bilanciata, una che cioè fornisca il 29% delle calorie consumate nelle 24 ore successive: è fortemente sbagliato, pertanto, sostituire la colazione con una semplice tazzina di caffè, aggiungendo a ciò che, contrariamente al pensiero comune, trascurare la colazione espone gravemente all'obesità gli individui predisposti ad ingrassare. Resta inoltre valida la raccomandazione della Food and Drug Adminstration di "evitare se possibile i cibi, le bevande e i medicinali che contengono caffeina, o comunque consumarli solo raramente". Molti ricercatori sconsigliano il caffè decaffeinato, cioè quello contenente meno del 0,1% di caffeina, rimarcando l'uso di solvente tossico per eliminare la caffeina, del quale rimarrebbero tracce, che tuttavia per legge dovrebbero non essere sopra una soglia minima, comunque considerata dai medesimi detrattori troppo alta (es. etilmetilchetone: 20 mg/kg; se subisce reazioni di condensazione, forma dei veleni). In realtà molte aziende utilizzano dei metodi di produzione del decaffeinato che non necessitano di alcun solvente realmente tossico, e che quindi si possono considerare sicuri.


Il caffè in borsa

Ogni anno, milioni di sacchi di caffe' partono dai paesi produttori, per soddisfare i palati di milioni di consumatori residenti nei paesi dove, purtroppo, il caffe' non crescera' mai. Il mercato del caffe' e' quindi un mercato mondiale dal volume di scambi enorme. A presiedere questo enorme via vai di chicchi e' preposta L'Organizzazione Internazionale del caffè (ICO) cui aderiscono quasi tutti i paesi produttori e quasi tutti quelli consumatori. L'ICO opera per sviluppare il consumo di caffe' nel mondo e per regolamentare il mercato. Il mercato del caffe' avviene ogni giorno a Wall Street, Londra, Parigi, Le Havre. Sono da citare in particolare le Borse americana ed inglese: la New York Coffee Sugar and Cocoa (Nycsc) che riguarda le quotazioni delle partite di arabica e la London Coffee terminal Market, relativa ai prezzi dei robusta.


Come tutte le commodities anche il caffè viene anche trattato future: ma questo è un classico, signori e dipende da una cosa semplice e vecchia che mi ricorda anche la mia gioventù, quando mia madre vendeva i conigli: un commerciante va dal contadino e vede la sua figlioletta senza scarpe; tieni gli dice ti dò mille lire e vai a comprare le scarpe a Gioconda, poi ad ottobre mi dai tutta la covata di conigli ed io ti darò 1500 lire. A volte i "future" sono più semplici di quanto si pensa e non serve un Master per capirli.

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