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martedì 25 agosto 2009

Gli eterni secondi che non sono alti e slanciati.






Sono un'appassionato pantofolaio della F1 da molti anni o, molto meglio, la seguo in TV senza pretese. Ma con gli anni ho seguito molte vicende di questo sport. E domenica ho avuto molta soddisfazione a vedere vincere Rubens. Lo ricordo con Villeneuve a guidare una scassata BAR, poi nel lungo periodo di gregariato dietro Schummy, gli anni recenti nella Honda ed infine nell'attuale scuderia. Ha sempre guidato bene, ha vinto Gran Premi nonostante al suo box i general managers quasi si disperassero per la sua vittoria, ha lottato e solo dopo una gavetta da guiness dei primati gli si riconosce che è un pilota sottovalutato, come detto anche da un grande intenditore (uno dei pochi a mio modesto avviso) che fa il commentatore in TV. Credo che sia la metafora della vita.
Poichè, come detto in un recente post, è l'abito che fà il monaco, quel "tarchiato" di Rubens non deve permettersi di essere il primo e quindi devono vincere gli altri snelli, alti anche se evidenziano limiti non indifferenti. Ricordo che negli anni settanta si chiamavano "Poulidor" quelli che erano sempre secondi a scuola o in qualche piccolo sport di allora, dal nome del ciclista che era sempre secondo.Ma poichè esistono dei Manager che la pensano così anche nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, nelle imprese e nella vita professionale, bisognerebbe fare loro un "processo" a posteriori e domandargli ." Voi vi sentite i primi? Beh dimostratelo con i risultati e cominciate a vincere i Gran Premi della Vita senza scuse. E dimostrazione di questo si ritrova, senza andare molto lontano, anche nella stessa F1. Scuderie con grandi risorse, ormai da anni in F1, che hanno scelto i managers che ritenevano migliori, hanno ottenuto risultati risibili e, come dicono, pensano anche di smettere. Beh... gli eterni secondi, se esistesse una giustizia terrena, dovrebbero essere coloro che hanno deciso tutte quelle strategie per tutti questi anni. E questo anche nella vita di tutti i giorni. Si tiene mai conto dei risultati? O basta una qualifica ottenuta non si bene come a permettere di continuare a fare "il monaco"?. E poi magari continuare a dare la colpa di tutto a "fattori esterni"?. E comunque: Forza Rubens, per quello che hai dimostrato negli anni: sei il primo non solo in pista ma anche nella vita di tutti i giorni e l'idolo storico di tutti quelli che, nella vita, si sentono gli eterni secondi .


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