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giovedì 8 ottobre 2009

Prendiamoli per mano:non credo ci sia altra via


Non volevo scrivere niente sulla materia perchè è troppo delicata e perchè da molto mi ossessiona, anche a livello personale, ma non ne posso fare a meno. Facendo una disamina dei giovani di oggi vengono fuori alcuni motivi di preoccupazione. Ma spero vivamente di sbagliarmi. Non parlo dei casi eclatanti come quello avvenuto a Torino, ma anche della vita di tutti i giorni e credo che, continuando per questa strada venga a crearsi una frattura tra la generazione dei cinquantenni e sessantenni e la generazione dei ventenni e trentenni di oggi ed un'altra frattura tra i nostri giovani e quelli europei del nord. E credo che la colpa sia, per la maggior parte della nostra generazione, dei genitori e della scuola. Prima cosa: non abbiamo insegnato la storia; non abbiamo detto che quello che abbiamo oggi era frutto di tante lotte, di guerre, di sacrifici di molte persone. Nelle scuole si va per mode: mi ricordo quando si insegnava a voler bene agli animali a tutti gli animali e questo è giusto, ma si insegnava molto meno ad amare gli altri uomini.

Non si insegnava l'economia nel giusto senso della parola, come negli anni cinquanta quando c'erano le "giornate del risparmio" ed il maestro elementare spiegava in modo semplice e con gli esempi di tutti i giorni, il processo di creazione della ricchezza, del consumo e di conseguenza del risparmio e la grande funzione sociale di questo fenomeno. Ci spiegava cosa faceva la cicala e la formica ed i medesimi concetti li abbiamo sviluppati negli altri gradi di educazione scolastica. Ci insegnava come aveva fatto l'Italia a risollevarsi dalle rovine della guerra e ci faceva vedere il sacrificio direttamente dalle facce dei contadini, degli operai, dei contadini. Erano facce scavate, consunte dalla fatica e ci facevano intuire, al primo sguardo, quanta fatica occorreva per creare quella che il maestro chiamava ricchezza. Ci parlava dell'ONU, della Fao, e del MEC.

Ora si sente dire che il mondo è molto cambiato: io penso che questa sia una bella scusa di noi adulti per non aver saputo od avuto tempo di insegnare le stesse cose ai nostri giovani, anche nelle cose più semplici come il rispetto e la grande funzione degli anziani.

Perchè il mondo è cambiato nelle forme ma non nella sostanza: le regole di mercato sono sempre le stesse ed i molti giovani non sanno la differenza tra un'obbligazione ed un'azione, le regole istituzionali sono le stesse e la conoscenza delle nostre regole fondative (Costituzione,leggi finanziarie, Organi dello Stato etc) sono pochissime, la storia del novecento ( le guerre mondiali, la contrapposizione dei blocchi, il sessantotto e la sua evoluzione fino ai nostri giorni) non interessano, quando invece sono le premesse per capire la storia dei nostri giorni.

E poi l' unica cosa nuova che prima non c'era è il computer, i programmi che lo compongono e quella grande invenzione dei nostri giorni che ha permesso davvero una piccola rivoluzione nella comunicazione e nella conoscenza personale è la rete, il WEB, il NET come viene chiamata a giorni alterni per confondere le idee.

Ma se si cerca di minimizzare anche quello ditemi, allora, cosa c'è di nuovo nel mondo: la cultura del branco, del bullo e dello sballo?. Avrei molte volte anch'io voglia di "sballarmi" ma mi trattengo. Ah......ma già .... dimenticavo altre cose importanti che sono state insegnate poco: moderazione e responsabilità e che nella vita c'è anche molta, moltissima noia da sopportare.

Che difficilmente si ammazza con un happy hour; se prima non ci siamo annoiati e "spallati" molto, ma proprio molto, difficilmente si può avere la forza di ottenere qualcosa che ci possa aiutare a farla passare, anche perchè, forse, la cosa ottenuta non sapremmo neppure apprezzarla e ne vorremmo subito un'altra. Forse assomiglia alla storia dei nostri giorni........? Boh...pensiamoci un pò.

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