Mi capitava quando facevo il militare, negli anni 70 quando la leva era obbligatoria e che molti, anche allora, riuscivano ad evitare senza apparenti ragioni. Ma pensavo che fosse una caratteristica di quel mondo sentire le cose "sbaluginare" in lontananza, poi le voci si moltiplicavano, c'era un pausa, poi un accentuarsi di voci ed alla fine la cosa si avverava. Ritornato alla vita civile mi accorsi che la cosa avveniva, con simili caratteristiche anche nel mondo del lavoro. Anzi qui la cosa era perfezionata; si sentiva che, forse, ma non si era sicuri, che il tizio veniva trasferito o veniva promosso, poi una lunga pausa di silenzio, e poi si verificava il fatto precedentemente ventilato. La raffinatezza consisteva nella trasmissione dell'insicurezza della notizia e, soprattutto, di non sapere mai chi l'aveva detto per primo. E mi sono domandato sempre quale sia l'organizzazione di Radio Fante: ci doveva pur essere una cinghia di trasmissione delle informazioni che provenivano dai detentori del potere; ma questa cinghia era invisile, senza anelli di trasmissione, un miracolo della meccanica e soprattutto di sistemi di comunicazione. Poi ti accorgevi che coloro che riportavano la notizia, sempre eterni insicuri, paladini dei forse e del sapere a metà, ricevevano dei vantaggi, ovviamente a scoppio ritardato. Ma quello che sorprende di più è che la medesima metodologia viene spesso utilizzata ora (a mio avviso e speriamo che mi sbagli come al solito) anche per la vita di tutti i giorni: c'è una manifestazione, o una inaugurazione di un restauro o una commemorazione di un poeta delle nostre parti. Beh lo sai sempre dopo e se poi dici qualcosa ti senti dire: c'erano persino i manifesti!. Ah si, che troglodita che sono: non guardo mai i manifesti. A parte che a volte bisognerebbe fare gli allenamenti per la maratona di New York, perchè alcune cose sono attaccate là ed altre là, forse sentiamo la nostalgia del periodo medioevale che, nelle nostre zone è molto e ben rappresentato, ed aspettiamo il banditore a cavallo con la pergamena arrotolata e che legge ed annuncia al rullare del tamburo. Forse era molto più efficace perchè girava per il contado a gridare:udite gente, udite volgo, per ordine del valvassore, etc, etc . Ma poi, se , non interessa invitare tutti i cittadini ma solo quelli più rappresentativi, beh non importa; ce ne faremo una ragione, ormai ci siamo anche abituati da lustri. Credo invece che il metodo Radio Fante sia stato studiato per anticipare il marketing o, meglio, per tentare una piccola indagine di mercato sulle decisioni già prese e per vedere le prime reazioni della gente comune, quella che conta solo se sono in molti; poi c'è una pausa di "digestione" ed infine avviene la ruminazione, magari condita da qualche riunione di facciata, dove, la maggior parte delle volte, si ratificano le decisioni prese da tempo. E Radio Fante ha già fatto il proprio lavoro, è stato rimesso nel ripostiglio, pronto per la prossima "campagna di marketing" o "marketing investigation" come direbbe qualcuno con la "puzzetta" sotto il naso. Poi magari, invitato ad approfondire, non sà per bene cosa vuol dire ed aggroviglia le parole come se avesse in bocca delle noccioline americane ancora da sbucciare.
Anche stasera mi viene ancora spontaneo dire: ad majora
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