Sono cominciate le grandi operazioni di raccolta delle olive. Un rito secolare delle nostre zone che però,come tutte le cose, è un po' cambiato. E' sempre stato un rito silenzioso, dove si sentivano forse parlare le persone che coglievano il medesimo olivo, ma qualcosa è cambiato anche lì. L'ingegno dell'uomo forse ha facilitato le operazioni da quando non c'erano i teli da piazzare sotto le piante e bisognava cogliere le olive con il paniere legato in vita. Era una sofferenza specialmente quando la stagione era fredda. Ma ogni cosa di grande sacrificio viene adeguatamente ricompensata in natura perchè la natura non "frega" quasi mai. Poi vennero i primi teli ricavati da paracadute dismessi. Ma da qualche anno l'atmosfera è un pò cambiata, con tutte quelle macchinette che da lontano fanno un rumore simile alle vecchie cicale che, una volta, erano molto abbondanti nel mese di Agosto. Anche in un lavoro difficilmente meccanizzabile come la raccolta delle olive l'uomo ha voluto portare novità. Ma poi ci accorgiamo che la natura agevola fino ad un certo punto perchè questa operazione rimane sempre difficoltosa nonostante tutto. A volte ho pensato che la natura abbia voluto fare fare alcuni sacrifici prima del periodo natalizio e delle festività. Ma cosa sarebbero le feste senza l'olio nuovo, un nettare prezioso che quando arriva dal frantoio ci dice: le festività sono alla porta e con me saranno ancora più belle e genuine. Proprio per essere stato coinvolto sin da piccolo a questa "sagra" senza festa che avveniva allora ai primi di Dicembre, non sopporto, anche se non lo dico a nessuno, quelle bottiglie già pronte del supermercato. Perchè l'olio, quand'ero ragazzo, non si imbottigliava, si teneva nascosto come un bene sacro, quasi non commercializzabile, una ricchezza nascosta che ci faceva sentire molto più sicuri in famiglia. Senza parlare di quelle partenze un pò eroiche con l'ape per portare le olive al vecchio frantoio con la macina a pietra e trovare lassù un mondo diverso fatto di contadini, di fattori con il completo di velluto marrone e con il toscano in bocca, di lavoratori del frantoio con i capelli untuosi e con i fazzoletti rossi. Erano quasi tutti riuniti nella grande sala del frantoio, davanti al focolare, con l'olio nuovo a disposizione, il pane abbrustolito, e tante reste di aglio. Qualche salsiccia che veniva offerta per essere abbrustolita mi pareva proprio fuori luogo in quell'ambiente dove si doveva consumare, a parer mio, solo la natura ed il cibo vegetale. Olio, pane ed aglio ed un pò di sale. Il nettare verdastro e profumato entrava nelle narici e dava un pizzicore piacevole. A volte uscivo dal frantoio, andavo nel piazzale dove arrivavano i trattori pieni di ulive ed anche qualche carro con i buoi, oltrepassavo il piazzale dove la concitazione era sempre al massimo e mi inoltravo nella strada a sterro. I cipressi e gli abeti ed i lecci avevano un'aureola di nebbia, qualche gocciolina di rugiada cascava lentamente nella pelle del viso che diventava morbida e soffice. Una ghiandaia usciva all'improvviso da un albero gracchiando. Mi sentivo contento perché tutto intorno sembrava essere indaffarato a preparare quell'atmosfera magica dei giorni delle grandi Feste che si stavano avvicinando e si sentiva anche nell'aria.
Non mi resta, a questo punto, che riproporre il post del febbraio scorso: "Le nectar d'or"
ed augurare a tutti BUON FINE SETTIMANA E BUONA DOMENICA
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Le nectar d'or
L'huile d'olive. Le nectar d'or.
Il ne s'agit pas d'une simple d'huile d'olive, je l'ai dit mon vieux (mon père et mon oncle).
Le vin de nous, il est bon, est un vin de table assez de lumière dans quelques années, il faut être deux pour la boisson: une à "tenir » et un "bu". En fait même notre vin est effectivement très bonne, même si elle ne peut pas être classé "Chianti Classico".
Mais quand il s'agit de l'huile est une autre question.
Nos oliviers sont protégés par la forêt de chênes et de châtaigniers, et de vivre dans leur milieu idéal colline.
Certains, centenaires, des espèces «Leccino" le plus résistant au froid, sont des survivants du grand gel de 1985 et immédiatement distingués de ceux qui sont spuntanti et après cela, après 25 ans sont encore jeunes plantes et semblent «descendance» Imberbe bien déjà en production.
La progéniture d'élevage sont généralement "broyeur" et "Wallcreeper" qui les espèces sont plus résistantes mais moins de Leccino ménage", qui est d'origine sauvage. Et en fait une technique pour faire de la nouvelle maison des oliviers, a été retrouvé dans la forêt d'oliviers sauvages, les plantations et les organiser pour les transformer en plantes greffées qui produisent plus de fruits domestiques, les olives.
Notre culture et de la culture du «Je pense qu'il est d'olive à des niveaux très élevés, résultant d'une histoire millénaire.
Pendant ce temps, la nature de nos forêts principalement de chênes. Et le chêne est proche à l'olivier.
Le produit est le meilleur que nous pouvons attendre. La couleur est le vert, avec une sensation de picotement classique si vous avez essayé un près de fomenter naturelles et ses qualités sont exceptionnelles.
Si ensuite enduit sur une tranche de pain grillé, préalablement enduit d'un peu "de l'ail et une goutte de vinaigre est une délicieuse nourriture.
Notre vieux dicton qui dit que l'huile raffinée monticule naturel, notre terre rouge, de l'altitude
assez élevée, l'alternance de l'air froid du matin et de hot-méridien en faire un nectar et un "pharmaceutique" naturelle.
Il serait peut-être exploitée, comme un produit de valeur et donc de niche dans le monde avec un propre marque.
H.M productions- la rubrique du samdi-Le site int. de la Montagnola (Suavis Locus Ille- Anchaiano).
BON DIMANCHE
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